Prologo

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Un vento gelido soffiava per le vie di Londra, illuminate dalla flebile luce dei lampioni. Era ormai notte fonda, quando un suono squarciò quel silenzio quasi tombale.
Una figura apparve all'angolo della strada, così all'improvviso, da sembrar essere stata sputata dall'asfalto. Indossava un mantello nero che arrivava fino a terra, il cappuccio le copriva il volto, rendendola irriconoscibile. Aveva qualcosa in braccio, la stringeva al petto con fare protettivo.
Iniziò a camminare a passo svelto: aveva una meta ben precisa. Di tanto in tanto si fermava e guardava intorno, come per accertarsi che fosse l'unica persona nel giro di due isolati.
Non dava di certo l'impressione di avere un aria tranquilla, era come se scappando da qualcosa, o meglio, da qualcuno.
Con passo deciso arrivò dinnanzi una casa, entrò nel vialetto e suonò il campanello.

Sirius Black si stava godendo un po' di sano riposo davanti al caminetto del n° 12 di Grimmauld Place.
Sua moglie, Viviana, eccellente spezzaincantesimi alla Gringott, era andata a dormire un paio d'ore prima, dopo una lunga ed estenuante giornata di lavoro.
Quella sera, Sirius avvertiva qualcosa di strano nell'aria, aveva il presentimento che stesse per succedere qualcosa.
"Saranno le mie solite paranoie", pensò.
Eppure, il suo sesto senso canino, da Animagus qual era, aveva ragione.
Si affacciò alla finestra, come se volesse assicurarsi che fosse una tipica, normale, fredda serata di Londra e, dopo aver visto i lampioni del vialetto muoversi, scossi dal forte vento, spense la luce e fece per andare a dormire.
Mentre stava salendo le scale, sentì il campanello suonare.
All'inizio pensò "me lo sarò immaginato, chi mai potrebbe bussare alla mia porta all'una di notte", poi sentì piccoli colpi battere sulla porta, man mano sempre più forti.
La bacchetta scattò nella mano destra.
Per evitare che sua moglie si svegliasse, si affrettò ad aprire.
Davanti a lui, una figura incappucciata stringeva tra le braccia un fagotto.
Stava per aprire bocca, quando la figura parlò. "Sirius...", quella voce le ricordò una donna, che conosceva molto bene. "Anne...", sussurrò l'uomo.
Ella si tolse il cappuccio e si guardò intorno, gli occhi erano pieni paura, "...ti prego".
Incerto sul da farsi, Sirius fece entrare la donna e chiuse violentemente la porta, sperando che la moglie non si svegliasse per il troppo rumore.
"Anne che cosa ci fai qui?" domandò guardando la donna. Il suo sguardo, però, fu attirato da cosa la donna portava in grembo: un neonato.
"Non è chi penso che fosse?" chiese con un tono più alto.
"Non posso crederci! Non ci parliamo dal nostro ultimo anno di scuola ed ora ti presenti qui, nel bel mezzo della notte, con questo bambino! Vattene! Non voglio saperne di questa storia."
Urlò così forte che la sua voce arrivò al secondo piano, svegliando Viviana, che, allarmata, scese al piano di sotto.
"Sirius, cosa...", alla vista della donna si bloccò, poi si rivolse al marito "che storia è questa?"
"Sirius, ti prego di ascoltarmi...", rivolse uno sguardo supplichevole a Viviana, "...non sapevo a chi rivolgermi. Sirius, sei l'unica persona di cui mi possa fidare al momento", disse Anne.
Sirius guardò sua moglie, che fece un cenno con la testa, e disse "voglio una spiegazione per questo e fa che sia valida."
"Sono diventata quello che sono a causa dell'amore. Ma ora...", guardò la bambina tra le sue braccia, "...è per amore che scappo da ciò che sono diventata. Sirius, io devo proteggerla e l'unico modo è darla a qualcuno che so per certo la amerà come avrei potuto amarla io...", incrociò lo sguardo con l'uomo davanti a lei, alcune lacrime iniziarono a solcarle il viso "...mi stanno cercando, mi uccideranno e non posso permettere che arrivino a lei. Merita una vita migliore. Nascondila Sirius, prendila, allevala come se fosse figlia tua. Ti prego sei la mia unica speranza", ormai la donna piangeva disperatamente e seppur le sue parole, in qualche modo, sembravano deliranti, Sirius capì perfettamente di cosa Anne stesse parlando.
Anche la moglie capì "la crescerò come se fossi sua madre, la amerò come solo una madre può fare", disse. Poi guardò il marito "è soltanto una bambina...".
Anne a quel punto scoppiò in un pianto disperato, Sirius le si avvicinò e, dopo tanti anni, abbracciò quella che una volta era la sua migliore amica.
Una volta che la donna si calmò, l'uomo guardò la bambina "E' bellissima, ha i tuoi occhi. Le hai già dato un nome?", chiese.
"No, ma ci ho pensato...", rispose Anne, "Alice."

La figlia di nessuno.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora