(parte per me importante)

6 0 0
                                    

Era il 3 agosto quando partisti e so persino il tuo ultimo accesso su Whatsapp, prima che lasciasti il cellulare a tua madre: 15:06. Prendimi per pazza ma me lo segnai.
Quando tornasti ti feci una sorpresa e ti venni a prendere dalla stazione di Bari con un tuo amico. Tornasti più o meno per le tre di pomeriggio e infatti io andai al McDonald's a pranzare perché per essere lì dissi a mia madre che mangiavo a casa del fratello di Federica.
Quando arrivasti ci abbracciammo fortissimo, davanti a tutti e anche ai tuoi genitori e decidemmo che la sera stessa dovevamo rivederci e stare tutti insieme, anche con i tuoi amici. E quella sera tu leggesti quella lettera.
Quella sera, quando tornai a casa, tornò anche l'incubo di cui avevo più paura: mio padre mi tolse di nuovo il telefono e successe tutto da capo, come se fosse un loop morboso e assillante, da cui non riuscissi a fuggire. Così stemmo per altre cinque settimane senza vederci e sentirci.
Tornammo sempre come prima, innamorate perse.
Una cosa che mi è rimasta impressa nella mente è stato quel giorno, era nel periodo natalizio, quando feci un piccolo spettacolo a scuola di danza, e che per far esserci te dissi a mia madre di non presentarsi perché "non viene nessuno, non venire neanche tu". Quel giorno per me è importante perché ho urlato a quelle poche persone che erano presenti ciò che avevo scritto, che era l'insieme delle mie e delle tue parole, perché ti chiesi di mandarmi delle cose scritte da te proprio per questo; avevo il desiderio di urlarlo con te, la mia metà, la persona che mi ha cambiata e che mi ha fatto capire quanto possono essere brevi certi momenti e quanto si possa soffrire per questo, che per noi possono essere momenti importanti o momenti in cui stiamo bene con noi stessi e con gli altri, con la persona che abbiamo accanto, ma che proprio quelli possono essere interrotti da un istante all'altro ma non per volere proprio, ma per volere di altri. E io so quanto fa male non poter stare vicino alla persona che si ama, quando si vorrebbe passare tutte le ore, i minuti e i secondi con lei. E io parlo di starle lontana non per motivi validi e seri, ma per l'ignoranza che ancora c'è e ci sarà nel mondo per ora su questo ambito come su altri. Come se l'amore fosse un qualcosa di cui vergognarsi e di cui non si può parlare perché tabù della società e per questo avere anche paura di camminare per strada, mano nella mano con lei, col rischio di essere colpita con delle pietre, ingiuriata o derisa da bambini, ragazzi, adulti, anziani, gente che non sa un cazzo.

our hearts and a rainbow Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora