Okay, dopo questo piccolo sfogo, proseguo con la storia.
Arrivò Natale e io volevo, come sempre, regalarti qualcosa che avesse un senso, che avesse dietro una storia, oltre alla solita roba che si compra per fare bella figura, come se si desse più importanza alle cose materiali e ai soldi che si spendono per comprarle, e al fatto che più spendi e più la persona è importante. Io non la penso così, ma penso che più una persona sia importante per te e più si debba regalarle "parti di te" (come il disegno e la lettera che ti regalai al tuo diciassettesimo compleanno).
Ti regalai un cd che si chiama "per tutte le cose che non riesco a dirti". Non ti ho mai spiegato il motivo di questo titolo, anche perché non me l'hai nemmeno chiesto, forse capendo un po' il senso, ma te lo spiego brevemente.
Durante la mia vita non ho mai provato a spingermi oltre i miei limiti che mi sono stati imposti dai miei genitori, di conseguenza sono sempre rimasta nella mia comfort zone. Per questo, durante litigate, discorsi, discussioni, la maggior parte delle volte io restavo zitta, senza parlare ma ascoltando solamente quello che dicevi (mi capitava ancora un po' con tutti e mi capita ancora), perché sono sempre stata abituata a tacere e a non avere la possibilità di esprimere quello che pensavo. E questa cosa è diventato un problema così grande anche per la mia timidezza che automaticamente mi portava a stare nel mio e che mi faceva, appunto, restare sottomessa a tutto ciò che si diceva, anche se per me non era giusto.
Okay questo per farti capire quel titolo che apparentemente può far capire il significato seguendo quello letterale, ma che per me ha un significato più profondo.
Un altro regalo fu la spa e, veramente, quel giorno fu fantastico. Passammo tutta la giornata insieme ed eravamo veramente troppo felici.
È arrivato il momento di parlare del tuo mese ad Edimburgo, per la precisione sono state tre settimane, ma è come se fosse stato un mese perché i giorni non passavano mai.
In quelle tre settimane sono successe parecchie cose, anche se distanti. Diciamo che non sono state tutte rose e fiori e che abbiamo litigato molto, infatti da lì c'è stato il declino più brutto della nostra relazione. Litigavamo quasi ogni giorno, forse è stato tutto accentuato per la parecchia distanza che ci separava e per il fatto che ci sentivamo poco rispetto a prima della tua partenza.
Io piangevo quasi ogni sera perché avevo paura di perderti ma questa volta per colpa mia, per colpa nostra. Il che mi faceva un male terribile. Quando tornasti passammo l'ultima settimana insieme prima di lasciarci e vedemmo anche Sanremo insieme a casa tua, tifando Achille Lauro e i Pinguini Tattici Nucleari. Solo che poi ci lasciammo, come prevedevo, e questo fu il periodo più brutto passato lontano da te. Cercavo in ogni modo di scriverti, farti cambiare idea ma tu mi dicevi che eri stanca dei miei atteggiamenti che avevo verso i tuoi confronti, perché ero pesante, lo ammetto, sotto certi aspetti e tu sentendoti oppressa da me, mi respingevi. Questo ci ha divise per un po' e più i giorni passavano, più cercavo di autoconvincermi del fatto che non ci potesse essere un sequel della nostra relazione.
Noi continuammo a scriverci e a vederci perché non potevamo fare a meno l'una dell'altra, ma poi, tutto di colpo: lockdown, Covid. Tutto quello che stava accadendo mi sembrava surreale e sentivo sempre più il bisogno di te. Mi sentivo vuota, triste...stavo male, tanto male. Per tutto il periodo della quarantena abbiamo continuato a scriverci, fino a metà maggio. Dopo di che decisi di dare un taglio netto a ciò che provavo per te. Avevo deciso di eliminarti dalla mia vita, di eliminare ogni sentimento, ogni ricordo, di finirla di pensarti e di pensare a un "noi" e non a un "me".
Arrivai al punto di odiare ciò che era stata la nostra relazione in modo tale da farmi percepire, ogni volta che ne parlavo, tristezza e un senso di disgusto, per tenermi lontana da te, per non stare male. E così feci per un po', ma non ce l'ho fatta. Ogni volta che ti incontravo per strada, ogni volta che guardavo ogni tua storia su Instagram o vedevo i post che pubblicavi, mi veniva un nodo in gola e mi accorsi di stare male il doppio.
Sentivo di aver bisogno di te più che mai.
Ora ti trascrivo alcune lettere che ti scrissi ma che non ti ho mai fatto leggere.
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