Capitolo IV

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Il lunedì mattina Eleanor aveva lezione, qualcosa con psicologia nel nome, Louis sinceramente non aveva afferrato bene il nome del corso, era stanchissimo gli si chiudevano gli occhi nonostante l'enorme tazza di caffè bollente che aveva bevuto. Aveva passato una notte insonne. Il divano era abbastanza comodo ma non aveva fatto altro che rigirarsi inquieto attorcigliandosi nelle coperte ossessionato dai suoi pensieri.

Ora era ancora seduto su quel divano, aveva indossato una felpa nera con la zip tirata su fino alla gola sopra il pigiama e stava sorseggiando una seconda tazza di caffè indeciso sul da farsi. Eleanor gli aveva dato una piccola cartina di Manchester con dei luoghi cerchiati in rosso con il pennarello, nel caso avesse avuto voglia di uscire, ma era troppo stanco, magari avrebbe aspettato la fine delle sue lezioni.

Riprese il libro dalla mensola alta della libreria, quello che aveva così fortemente attirato la sua attenzione ieri, quello con la copertina rossa e le iniziali sbagliate sulla prima pagina. Sicuramente non sarebbe dispiaciuto a nessuno se lo avesse preso in prestito per un po'.

Louis non ricordava l'ultima volta che si era messo a leggere un libro perché ne aveva voglia. Forse erano passati addirittura anni dall'ultimo libro letto completamente. Ma c'era qualcosa nel libro che attirava la sua attenzione, forse le annotazioni scritte fittamente a matita.

Si immerse totalmente nella lettura, le pagine scorrevano veloci e la storia diventava sempre più appassionante. Le note affianco al testo stampato lo guidavano come un faro, gettavano sul testo una luce nuova, un'interpretazione originale che Louis da solo non era riuscito a cogliere. Chiunque doveva averle scritte aveva amato quel libro e avere una mente decisamente fuori dal comune. Non si rese nemmeno conto che il tempo scorreva e che ormai era ora di pranzo, se ne accorse solo quando Eleanor rientrò in casa, la borsa con i libri su un lato e una busta della spesa dall'altro.

"Ti ho chiamato, non hai visto il telefono?" esordì la ragazza senza neanche salutarlo e poi posò pesantemente la busta della spesa sul piccolo tavolino smistando i prodotti al suo interno.

"Uh, no, non ho visto per niente il telefono. Stavo leggendo" rispose alzando leggermente la copertina del libro nella sua direzione.

Eleanor smise immediatamente di mettere a posto la spesa e lo guardò con aria stranita, come se avesse detto che aveva compiuto un efferato omicidio e ora doveva aiutarlo a sbarazzarsi del cadavere. "Cosa hai detto di star facendo?"

"Leggo un libro" rispose Louis scocciato.

Eleanor si mise a ridere, "non credo di averti mai visto leggere un libro di tua volontà in vita mia".

Louis di tutta risposta le mostro il dito medio, poi poggiò il libro sul tavolino basso e si alzò lentamente dal divano.

"Ti avevo detto che il cambio d'aria ti avrebbe fatto bene, ora sei un uomo di lettere, un intellettuale. Chi lo avrebbe mai detto" incalzò lei continuando a prenderlo in giro.

"Sì, stavo proprio pensando di smettere di fare il calciatore per passare ad una carriera nella letteratura. Cosa ne pensi?" si poggiò contro il tavolo e iniziò ad allisciarsi enfaticamente la barba continuando a scherzare.

Eleanor rise più forte ora, "Certo penso sia proprio la strada giusta per te, ricordati di me quando sarai un autore famoso con un best seller ogni mese".

"Certamente, ti citerò in ogni dedica di ogni mio libro, non temere" e poi aggiunse "ti serve una mano per il pranzo?"

"Grazie ma no, non dopo l'ultima volta. Mettiti seduto e aspetta. Sono a Manchester da a malapena un anno non ho idea di dove sia il pronto soccorso non possiamo permetterci un avvelenamento".

With an empty heart - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora