Capitolo XV

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Louis si era scusato in un paio di brevi messaggi in cui diceva che doveva assolutamente rientrare a Doncaster per gli allenamenti e non voleva svegliarlo. Messaggi che Harry lesse con il cuore stretto nel petto ma a cui si forzò di credere. Quel giorno era rimasto in camera per tutto il tempo, non era uscito neanche per mangiare ignorando il bussare assillante del suo coinquilino e i suoi tentativi di intavolare un discorso da dietro il legno scheggiato della porta. Non aveva voglia di fare nulla né di parlare con nessuno, restava sdraiato con la faccia affondata nel cuscino inspirando a pieni polmoni il suo odore, cercando di evocarlo come uno spirito. Ma era stato abbandonato con una spiegazione frettolosa e nient'altro. Si sentiva stanco e si sentiva umiliato, le lacrime che versava silenziosamente sul cuscino erano quelle di un bambino che veniva punito e non sapeva spiegare il perché.

Niall si ritirò più tardi del solito per le vacanze di Natale andandosene giusto un giorno prima di lui. Harry lo accompagnò in stazione e si lasciò abbracciare per un'ultima volta mentre si sentiva ripetere nell'orecchio un milione di raccomandazioni che non stava veramente ascoltando. Lo guardò andare via sul pullman per l'aeroporto e poi tornò mestamente a casa che ora gli sembrava insopportabilmente vuota e squallida.

Harry aveva già annunciato a sua madre e a sua sorella che non sarebbe tornato per la Vigilia e che si sarebbero visti solo per Natale. Lei aveva cercato di indagare e di forzarlo a parlare. Ma non aveva ceduto, si sentiva troppo vulnerabile e la situazione troppo fragile per poter fare questo passo in avanti. Il che però non faceva altro che alimentare la sua solitudine e la sua angoscia. Non poterne parlare con nessuno lo logorava, ogni secondo del suo tempo era speso a pensare intensamente alla sua situazione senza poterne uscire.

I giorni che aveva passato a Manchester erano un faticoso e lento alternarsi tra momenti in cui si sentiva terribilmente solo e infelice, anche possedendo qualcosa che avrebbe dovuto smettere di farlo sentire così; e momenti in cui si riscuoteva e considerava ridicole tutte le sue elucubrazioni. In questi momenti si sforzava di essere felice e di condurre la sua vita come sempre alternandosi tra il lavoro, lo studio e le sue canzoni.

Era fermamente determinato a non avere più quegli orribili attacchi di malessere e di tristezza che aveva prima, ora era una persona nuova, si diceva, con finalmente qualcuno al suo fianco, qualcuno che era esattamente come aveva vagheggiato nei suoi sogni ad occhi aperti, quasi fosse stato appositamente sagomato per lui, il tempo avrebbe risolto i loro problemi doveva solo avere fede e restare saldo. Ma nonostante avesse soffocato e ficcato così dentro la sua anima quei sentimenti essi esistevano ancora e non lo abbandonavano mai, come una nota lunga e sorda che accompagnava la melodia principale non spegnendosi mai. Questa volta le voci nella testa gli mormoravano che non sarebbe durata e che nel giro di poco si sarebbe ritrovato nuovamente solo.

Comunque sia quel sabato si vestì con estrema cura e sistemò ordinatamente quello che gli serviva in valigia come se si stesse apprestando a partire per la guerra. Gli sembrava strano percorrere quella strada da solo, e gli sembrò ancora più strano prendere da solo il treno, neanche Eleanor era rimasta abbastanza a Manchester per accompagnarlo. Era rientrata a casa praticamente il giorno stesso in cui Louis era sparito chiedendo a Niall di passargli gli appunti per le lezioni che stava saltando. Appena l'aveva saputo aveva provato la stessa fitta al costato che provava ogni volta, e ogni volta si sentiva più ridicolo nel sentirsi così. Non pensava ci fosse effettivamente qualcosa di romantico tra i due, ma era così ferito dal non poter essere lui la persona più vicina a Louis, la persona su cui poteva contare e quella che gli poteva dare consolazione e supporto senza essere respinta.

Perso tra i suoi pensieri, il viaggio volò velocissimo. Gli sembrò di essere arrivato a Doncaster fin troppo rapidamente, e già gli edifici delle prime case apparivano all'orizzonte. Voleva stare al sicuro sul treno ancora per un po' qualsiasi cosa lo stesse aspettando in quella città fuori dalle pareti metalliche del vagone lo terrorizzava a morte.

With an empty heart - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora