Louis restò fermo sotto la pioggia per un pezzo, anche quando Harry era ormai scomparso all'orizzonte. Si sentiva pietrificato dal dolore, come se il cuore gli si fosse rotto nel petto e ora i cocci lo stavano dilaniando dall'interno. Non riusciva a reagire si sentiva completamente intorpidito e paralizzato.
Si riscosse solamente quando sentì il telefono squillare nella tasca. Non guardò neanche il nome sullo schermo rispose subito sperando fosse lui.
"Pronto" rispose con la voce roca e spezzata.
Dall'altro capo del telefono arrivò la voce annoiata di Eleanor che gli chiedeva dove fosse finito e se si potevano incontrare dopo cena. Non si prese neanche la briga di risponderle e dopo aver attaccato rimise il telefono in tasca.
Si guardò attorno attonito come se la risposta ai suoi problemi poteva effettivamente trovarsi scritta sui muri di pietra del quartiere. Non sapeva dove andare né cosa fare. Istintivamente pensò di dover andare verso casa sua. Magari ora Harry poteva essere lì a prendere la valigia, doveva intercettarlo prima che fosse troppo tardi, sua madre era in casa poteva avergli già aperto.
Prese a camminare verso casa sua sempre più veloce, quando arrivò davanti alla porta stava praticamente correndo e aveva il fiato corto. Sentiva la gola e i polmoni bruciargli non riusciva a riprendere fiato le chiavi di casa gli sfuggirono di mano almeno tre volte prima di riuscire ad infilare la porta.
Ignorò la voce di sua madre che lo chiamava dalla cucina e si precipitò in camera sua chiudendosi la porta alle spalle. La roba di Harry era tutta esattamente dove l'aveva lasciata, la valigia aperta e le sue cose sparse per la stanza.
Si lasciò scivolare con la schiena contro la porta. Si rese conto solo ora del freddo che stava provando, la giacca intrisa di pioggia gli pesava sulle spalle e ghiacciandogli il sangue nelle vene. Se la sfilò via con rabbia e la lanciò lontano.
Tutte le emozioni che aveva soffocato fino a quel momento salirono velocemente a serrargli la gola comprese solo in quell'istante il peso di quello che era successo, si prese il viso nelle mani e iniziò a singhiozzare silenziosamente come un bambino.
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Harry crollò pesantemente sulla panchina della stazione. Non riusciva a ricordare neanche come fosse arrivato lì, né se era effettivamente davanti binario giusto. Ogni sforzo del suo corpo era concentrato sul trattenere il pianto disperato che gli stringeva le tempie come una tenaglia, si sentiva completamente drenato dell'energie e la testa gli bruciava e gravava sulle spalle come se pesasse il doppio.
Con le mani arrossate e indolenzite dal freddo si strinse stretto nel cappotto e si abbandonò contro lo schienale. Ogni volta che chiudeva gli occhi aveva in mente la stessa identica scena di Louis che distoglieva lo sguardo rimanendo muto alle sue suppliche. Riusciva a rivedere nel dettaglio ogni particolare come in un film: lo sguardo fisso, la linea dura della mandibola e il modo in cui aveva serrato e poi aperto le mani in modo rassegnato, come se non gli importasse abbastanza di trattenerlo e di non lasciarlo andare via.
Il treno entrò con in stazione fischiando risvegliandolo dal torpore. Aprì gli occhi e si guardò intorno, la stazione era quasi completamente deserta. La luce fredda del neon gli feriva gli occhi senza pietà. Improvvisamente la solitudine l'assalì ferocemente ne riusciva a sentire i denti aguzzi mordergli il petto lacerandolo e ne fu spaventato a morte.
Non sapeva cosa fare, non sapeva a chi rivolgersi, l'unico pensiero fisso era quello di tornare a casa.
Si alzò e camminò lentamente verso il treno. Anche il vagone era pressoché vuoto, pensò desolato. Si abbandonò sul primo sedile libero e si raggomitolò stringendosi nel cappotto.
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With an empty heart - Larry Stylinson
FanficLouis si sente ad un punto morto nella sua vita e con la sua carriera da calciatore, sente di non avere più prospettive per il futuro. Ma un incontro inaspettato con uno studente di letteratura gli cambierà la vita per sempre aprendogli finalmente l...