Epilogo

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Louis sistemò l'ultima pesante valigia nel portabagagli dell'auto e chiuse con forza lo sportello. Il sole batteva impietoso ferendogli gli occhi, forse avevano fatto un errore di calcolo a scegliere di partire nel primo pomeriggio si sentiva già esausto dal caldo, e inoltre dovevano ancora andare a Manchester a caricare un sacco di cose dall'appartamento di Harry che non sapeva assolutamente dove mettere nell'auto già carica di roba.

Si concesse un momento per riprendere fiato e si mise a contemplare già nostalgico la strada davanti casa sua. Si sentiva strano ad abbandonare il posto dove aveva vissuto per circa vent'anni. Non sarebbe più tornato a casa dopo un allenamento per trovare sua madre in cucina, non avrebbe più dovuto litigare con sua sorella per il volume della musica, non avrebbe più avuto Eleanor affianco per ogni momento della giornata. Gli mancava già tutto quanto terribilmente. Stava quasi per mettersi a piangere ma il momento fu interrotto dal rumore del portone che veniva spalancato.

"Stavi per dimenticare questa" disse Harry alzando leggermente il braccio che portava la custodia della chitarra.

"Non stavo per dimenticarmela, non avevo proprio intenzione di portarla"

"Non esiste proprio, apri lo sportello"

"Ma non entra neanche, è un peso in più, non ci servirà" cercò di dissuaderlo ma aveva già caricato la chitarra sul sedile posteriore ignorando ogni sua protesta.

"Più cose prendiamo qui meno spazio ci sarà per la tua roba" minacciò.

"Nessun problema, i musicisti vivono solo di arte", disse, "e inoltre quello che resta me lo faccio spedire da Niall, non è una battaglia che puoi vincere" aggiunse chiudendo con enfasi lo sportello dell'auto.

"Come vuoi" alzò le mani in segno di resa e poi tornò a guardare la strada.

"Malinconico?" chiese avvicinandosi e appoggiandogli mollemente le mani sulla vita.

"Forse un po', mi mancherà vivere qui alla fine"

"Londra non è così lontana e potrai sempre ritornare un giorno"

"Lo so, ma sarà diverso" disse, gli sembrava troppo poco per esprimere l'immensa mole di sentimenti che gli agitavano il petto ma non sapeva cosa dire.

Harry non rispose ma lo strinse più stretto poggiandogli il mento sulla spalla. Rimasero fermi sul ciglio della strada accanto all'auto parcheggiata fino a quando non furono interrotti da un'altra voce familiare.

"Allora, finito di caricare l'auto?" disse Eleanor senza salutare, camminava mano nella mano con Niall che li salutò più amichevolmente agitando la mano. Negli ultimi mesi si erano fatti sempre più vicini, torturandoli lentamente prima di dare effettivamente l'annuncio ufficiale della loro relazione.

"Certo non grazie al tuo aiuto" rispose seccamente svincolandosi dall'abbraccio di Harry.

"Mi mancherai anche tu, Louis" gli disse corrucciando le labbra in un finto broncio.

Rispose ridendo e poi le allacciò le braccia al collo, "anche tu mi mancherai" le sussurrò nell'orecchio mentre lei ricambiava la stretta. Poi fu il momento di salutare sua madre e sua sorella, e di mettersi in viaggio. Non era mai stato amante di questo genere di cose, pensava che ne sarebbe stato irritato, invece aveva il cuore così gonfio che gli doleva ad ogni battito.

Fino a quando la macchina non uscì lentamente dal centro abitato lasciandosi dietro in lontananza la città non disse una parola, cercava di guardare ogni cosa dal finestrino per imprimere ogni dettaglio nella sua memoria. Harry continuava a guidare in silenzio, solo la mano poggiata leggermente sul suo ginocchio ad esprimergli vicinanza.

Quando la campagna lasciò il posto alla città poggiò la testa indietro sul sedile e chiuse gli occhi. Stava iniziando una nuova tappa della sua vita, in una città nuova, lontano da casa e da tutto quello che conosceva per giocare con una squadra importante nel massimo campionato inglese. Era uno scenario già così terrificante per il carico di aspettative che portava con sé. E inoltre sarebbe andato a vivere con Harry, una prospettiva che quasi lo spaventava di più di scendere in campo di fronte allo sguardo dell'Inghilterra intera. Era troppo affrettato? Aveva reagito d'istinto chiedendogli di andare a vivere con lui a Londra quando gli aveva dato la notizia di essere stato selezionato per la Royal Accademy, gli era sembrata una coincidenza troppo grande, magari era un segno del destino. Ma ripensandoci a mente fredda si rendeva conto che si conoscevano da un anno circa e non avevano mai convissuto se non per pochi giorni, era tormentato dal timore di sbagliare qualcosa e far rimpiangere ad Harry la decisione.

"Quando ti iniziano i corsi in accademia?" disse interrompendo il filo dei suoi pensieri prima di scoppiare a piangere in auto.

"La prossima settimana" rispose senza staccare gli occhi dalla strada.

"Nervoso?"

"Un po'", rispose sospirando, "ho solo paura di aver fatto una scelta azzardata a lasciare l'università per la musica"

"È quello che vuoi veramente fare, non dovresti farti questi problemi"

"Lo so, ma..."

"Non ti preoccupare dei 'ma', sei bravo e con lo studio riuscirai a farcela. Non è una vuota promessa lo so per certo sono disposto a metterci la mano sul fuoco" lo interruppe.

"Va bene, allora ti credo ma nel caso contrario sarai ritenuto interamente responsabile per il mio mancato successo"

Rise solamente in risposta e poi tornò a guardare il paesaggio scorrere rapidamente dal finestrino dell'auto. Il sole inondava di luce il cielo azzurro, terso, senza la minima traccia di nuvole. Respirò pesantemente e appoggiò la schiena sul sedile.

Aprì il finestrino e lasciò oscillare la mano fuori, assaporando la sensazione del vento che gli accarezzava ruvidamente la pelle. Sentì dentro di sé la gioia per quel momento perfetto, era veramente l'inizio della sua nuova vita.

With an empty heart - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora