With an empty heart - Larry Stylinson

Capitolo XIII

I giorni si erano susseguiti senza niente di rilevante per Harry. Andava a lezione, tornava a casa a cercare di studiare e andava a lavorare. Tutto in modo ripetitivo e meccanico, tutto il tempo che passava lontano da Louis gli sembrava inutile e una perdita di tempo. Non vedeva l'ora fosse venerdì, sarebbe andato a prendere Louis alla stazione e avrebbero passato insieme tutto il week-end. Era così agitato all'idea che non riusciva a concentrarsi su nient'altro, aveva così tanti piani in mente, così tante cose da dire e così tante cose da fare. Sentiva che le cose stavano andando troppo velocemente, almeno da un certo punto di vista, ma contemporaneamente voleva andare ancora più veloce. Finora Louis non l'aveva respinto anche se in pubblico si comportava ancora come un animale spaventato. Però era stato lui a prendere la sua mano alla Galleria e non si era tirato indietro quando l'aveva baciato al parco. Doveva pur significare qualcosa.

Questi pensieri continuavano a girare vorticosamente nella sua testa, aveva voglia di urlare la sua frustrazione e di piangere. Decise di buttare via il libro di letteratura che tanto non stava leggendo più da un'ora abbondante e scorrere i canali alla televisione, magari avrebbe trovato un modo per distrarsi.

Era più o meno a metà dell'ennesimo film romantico di infimo ordine quando nella casa riecheggiò il suono acuto e fastidioso del campanello. Si alzò pigramente dal divano su cui era sdraiato ormai da ore e si incamminò lentamente verso il portone. Guardando rapidamente con la coda dell'occhio il suo riflesso nello specchio del piccolo corridoio si ritrovò a pregare che non fosse nessuno di importante, perché aveva veramente l'aspetto di un morto.

Dietro il portone, con la solita espressione di malcelata sufficienza c'era Eleanor. Harry aggrottò le sopracciglia con sincera confusione.

"Mi lasci entrare?" chiese dopo un po' spazientita.

"Certo, ma perché?" rispose Harry spostandosi e lasciando libero il passaggio per il corridoio.

"Il tuo coinquilino mi deve restituire degli appunti e dei libri che gli avevo prestato, mi servono per il corso di oggi pomeriggio"

"Ma Niall non è in casa ora" rispose sempre con lo stesso tono denso di confusione, probabilmente sembrava scemo.

"Lo so, mi ha detto comunque di passare e di riprenderli dalla sua camera" spiegò la ragazza sistemandosi i capelli, si tolse il cappotto e la borsa, che poggiò con nonchalance sul divano.

"Fai pure come se fossi a casa tua" rispose ironicamente.

"Ti prego non ti ci mettere anche tu, oggi è stata una giornata infernale e devo ancora fare cinque ore di lezione"

"Okay, fai pure. È la porta più a sinistra" rispose con un tono più tranquillo, agevolando le sue indicazioni con un gesto della mano e poi sedette pesantemente sul divano, di nuovo. Probabilmente doveva seguire la ragazza e aiutarla a cercare, ma non ne aveva intenzione, si sentiva esausto.

Eleanor riuscì dopo pochi minuti dalla stanza del suo coinquilino, portando sotto il braccio un paio di quaderni e un libro dalla copertina spiegazzata. Era vestita in modo semplice stamattina, con dei jeans scuri stretti e una felpa nera con un logo bianco all'altezza del petto che sembrava leggermente troppo grande per il suo fisico. Ci mise una frazione di secondo capire dove avesse già visto quella maglia prima, e la risposta era addosso a Louis, la prima volta che si sono incontrati.

Provò una sensazione violenta all'altezza del petto, non sapeva neanche identificarla, gelosia, rabbia e invidia si mescolavano insieme. Sapeva che tra i due non c'era niente, Louis era stato chiaro al riguardo sin da subito, ma non riusciva a farsi piacere ugualmente il tipo di rapporto che avevano, gli sembrava troppo intimo, era il tipo di rapporto che lui voleva, familiare, spontaneo e aperto. Gli faceva male vedere qualcun altro avere quello che voleva lui.