Fu il mare a svegliarlo. Il rincorrersi delle onde era estremamente calmante. Per qualche secondo non pensò a nulla, era nel letto caldo, con delle coperte spesse ma morbide. Lana dei Gobhi, pensò, estremamente rara e pregiata. Dovevano essere ricchi i suoi ospiti. I suoi ospiti. In un attimo, tutto quello che era successo la notte precedente tornò a mostrarsi davanti ai suoi occhi, e la testa iniziò a fargli male come mai aveva fatto prima.
Ne era certo almeno? Non ricordava nulla al di fuori della paura delle guardie che non avevano trovato dentro delle casse in una scantinato, dell'aria che gli entrava nel polmone come spilli infuocati, dei visi dei due cui si era aggrappato per fuggire a un pestaggio probabilmente mortale. Si concentrò, ma ormai non era più nemmeno sicuro che fosse successo, sembrava un sogno.
Qualcuno bussò alla porta. - Sei sveglio?- una donna. Magari la donna di ieri, si disse, magari lei sa qualcosa. Bussò di nuovo.
- Sì! Prego, entrate!- che suono strano aveva la sua voce. Fissò la donna. Era bella, ma di una bellezza rovinata. La pelle del volto sfregiata da due lunghe cicatrici sulla guancia destra, gli occhi magnetici ma freddi, il naso storto, il busto rigido e i capelli scuri sparsi sulle spalle. Il vestito la copriva dal collo ai piedi, pur valorizzando la vita stretta, e la corona che le cadeva sulla fronte era l'unico gioiello degno di nota che portasse. Sembrava decisamente più vecchia, anche se non si poteva darle più di trentacinque anni. - Siete meravigliosa.- si sentì dire.
Lei sorrise con dolcezza, e d'un tratto sembrò tornare alla sua età effettiva. - Ti ringrazio. Posso?- chiese facendo un cenno alla sedia.
Il ragazzo sembrò accorgersi in quel momento dei mobili. Si guardò intorno. Una stanza sfarzosa ma arredata al minimo, un letto di legno intarsiato con coperte bianchissime, una finestra di vetro blu, incrostazioni di marmi sulle pareti, una scrivania di mogano e una sedia con cuscino, anch'esso bianchissimo, e due arcate che portavano in qualche stanza sconosciuta. Tornò a concentrarsi sulla regina. - Maestá, è casa vostra.-
- No, è la reggia. Attualmente la occupiamo io e mio marito, ma non sarà per sempre così. In ogni caso, questa stanza è tua, fino a che rimarrai qui, e avere della decenza nei confronti degli ospiti non fa di certo male.- il tono sembrava quello di un generale, austero e pratico. - Come ti senti?-
- Non saprei, vostra Maestà.- si passò la mano nei capelli, per un momento si chiese di che colore fossero. - Non so nemmeno come sono arrivato qui.- e il dolore alla testa tornó a esplodere.
La donna lo guardó per un attimo delusa, poi riprese: - Forse andrebbe meglio se sapessimo il nome l'uno dell'altra?-
Il ragazzo annuí, e rimase in silenzio. Lei gli tese la mano. - Ena. È un nome da uomo, lo so, ma mio padre aspettava un maschio. -
- Che cattiveria. Non avrebbero dovuto, un nome femminile sarebbe stato più adatto.-
- A me non è mai importato. - mosse le spalle come per far scivolare via il pensiero. - Il tuo nome te lo ricordi? -
Il giovane scosse la testa, con il male che scoppiava di nuovo. - Sapete, ogni volta che tento di ricordare, ho un dolore che parte dalla base del collo e arriva alle tempie, ma appena mi distraggo svanisce. -
Il volto di Ena si rabbuiò. Il ragazzo abbassò il capo in segno di scusa. Lei lo riprese con le mani, facendo segno di rialzarsi. - Di certo non è colpa tua, e non hai di che scusarti. Qualcuno ti ha fatto questo, e sembra un maleficio, non una semplice botta in testa. Se devo essere sincera, speravo di non trovare conferma ai miei dubbi.-
- Che significa?-
- Alcuni maghi non sono mai stati d'accordo al cambio di monarchia nella regione del deserto dei Nubi, quindi si sono dati al malaffare. Usano la loro magia per cancellare i ricordi di giovani, ragazzi, ragazze e a volte anche bambini per venderli a persone, spesso mercanti, che li sfruttano nelle loro faccende. O vengono venduti a privati per farli diventare concubine o paggi. Qui ovviamente è severamente proibito, e non abbiamo schiavi da molto tempo, ma nelle campagne o in altre zone del mondo succede e non possiamo fare nulla al riguardo.-
- Ma per quale motivo cancellano la memoria?-
- L' incoscienza rende facile la sottomissione. Non ricordano nemmeno il loro nome, cosa potrebbero mai fare? Scappare? Per dove?- la Regina sembrava triste, guardò fuori dalla finestra verso la sua città che si inerpicava su una collina.
- Perché nessuno fa niente?-
Ena emise un suono a metà fra un sibilo e una risata, che sembrava sprezzante e distrutto. - Noi non possiamo mettere il naso negli affari degli altri. Nei nostri territori cerchiamo di mantenere la pace e far rispettare la legge, ed è già difficile di per se. Le politiche di altri non riescono a essere affare nostro, e quelle città evidentemente o sono impegnate in altro tipo di guerre, o traggono profitto dalla vendita di esseri umani. -
Il ragazzo guardò il mare. La regina sembrava triste, e frustrata da quella situazione. La fierezza del suo portamento la rendeva minacciosa solo quando stava zitta, altrimenti trasmetteva la dolcezza di una madre. - Regina Ena, con il vostro permesso.- lei annuí. - Se mi è successo quello che dite, mi è stato rubato appositamente il nome. Chiedo il permesso di darmene un altro, sempre se voi non avete altri piani. -
- Che nome avevi in mente? -
- Gali, dato che ho trovato piacevole prima svegliarmi con il suono delle onde, mi pare perfetto.-
- Molto bene, da oggi in poi verrai chiamato Gali.-***
Elon se la rideva con i tre mercanti. Come fosse così sprovvisto di istinto e fosse così dotato nel combattimento, era un mistero che la attanagliava da molto tempo.
Quei tre avevano qualcosa che non andavano. Non avevano mai smesso di adocchiare i ninnoli della sala, le lanterne appese, i tappeti damascati, e la grande piscina dal fondale di mosaico blu e oro. Cercavano di farla passare per pura ammirazione ma si vedeva la fame di ricchezza. Xenia guardò il padre mentre delle giovani danzatrici iniziavano a spostare i piatti velocemente, per liberarsi il palco. Lui le fece un cenno del capo, e lei si congedò freddamente da tutti, percorse in silenzio i corridoi mentre i flautisti iniziavano la loro nenia.
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Tempesta
FantasyNella città di Agradat, nel deserto dei Nubi, la principessa Xenia cerca di capire come evitare di salire al trono, mentre un giovane viandante si impossessa del suo cuore. Oltre il deserto, Ena, regina di Tes, vede la sua stabilità familiare incrin...