Capitolo 3

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Una donna camminava nella notte. Aveva le movenze gentili delle Guaritrici. Le chiamavano così, le donne che sapevano usare la magia bianca. Non ce n'erano molte. Soprattutto dopo che le streghe nere avevano ucciso quasi completamente tutta la popolazione. Quando lei era piccola, nella sua città vivevano maghi e streghe di ogni genere. Erbek era famosa per la sua eterogeneità. Le due più grandi casate, i Sada e i Baki, si narrava fossero state le prime a studiare cosa effettivamente fosse la magia. Erano solo riusciti a capire come sfruttarla e lo avevano insegnato. Peccato che il capostipite dei Sada volesse usare la magia per guarire e favorire tutto quello che la natura avrebbe fatto secondo il suo naturale percorso, mentre il capostipite dei Baki voleva solo il potere.
Tutto questo sarebbe cambiato. Lo sapeva. Lo sentiva nel cuore. Lei avrebbe fatto in modo di cambiare le regole, con lui. Lui che era un Sada, uno stregone estremamente potente e oscuro. Ne era attratta, poteva vedere la sua aura colore della notte. Ma non era malvagio, era dolce e gentile. La accudiva dopo ogni loro incontro, le accarezzava i capelli e la stava ad ascoltare.
Le guance le si imporporarono all'idea di passare un'altra notte con lui. Sarebbe arrivato a momenti, lo sapeva.                                                                                                                                 Infatti non si fece attendere. Due mani fredde come la morte le presero i fianchi stretti e iniziarono a scostarle i vestiti.                                                                                                                        - Quanta impazienza stanotte... - gli sussurrò la ragazza, nascondendo la stessa impazienza. Sentí i suoi occhi su di lei, la bruciavano, la infiammavano  e non sapeva fermarsi. Le loro bocche si intrecciarono e le loro mani iniziarono a cercare avide i loro corpi sotto gli abiti rituali dei maghi. Se gli anziani avessero saputo cosa stavano facendo, entrambi sarebbero finiti sulla forca. Mischiare magia bianca e magia nera, che cosa inaudita.
La luna era alta nel cielo, e guardava in silenzio i due innamorati consumarsi, ignari di quello che di lì a poco avrebbe sconvolto l'intera città. I tetti spioventi delle case vegliavano silenti sonno dei giusti, ed erano testimoni del misfatto che si stava compiendo fra ansimi e sguardi pieni di desiderio. Le stelle accompagnavo tranquille il passo spedito di tre sicari neri, incappucciati, alla ricerca di morte.

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