Capitolo 15

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"Dai John mettiti il cappotto, ti spiego tutto in taxi"
"Si si, sto arrivando"
I due salirono sul taxi e l'indirizzo venne pronunciato da Sherlock ormai senza fiato.
"Mi spieghi dove stiamo andando?"
"Mio fratello mi ha appena detto che hanno rintracciato uno degli uomini di Bogdanov"
"Bogdanov? Quel Bogdanov? Il massimo esponente di quella organizzazione terroristica?
"Si John, proprio lui" disse esausto il detective "Dovremo entrare nel suo appartamento e trovare quante più informazioni possibili sul loro prossimo attacco terroristico. "
Il taxi li lasciò in un quartiere nella periferia di Londra e i due si incamminarono fino ad arrivare in un vicolo abbastanza buio nonostante fosse giorno.
"Deve essere quella porta lì" disse a bassa voce John
Sherlock si avvicinò lentamente, prese uno strumento, simile ad un cacciavite, lo infilò nella serratura e dopo un paio di tentativi la porta si aprì.
I due entrarono furtivamente, accesero la luce e quello che si ritrovarono davanti fu una marea di documenti, libri, cartine di londra e tanti, tantissimi pezzi di metallo sparsi qua e là. Sul tavolo c'erano un paio di pasti mai finiti, bottiglie e posate.

"Scatta qualche foto, serviranno in futuro per un processo"
John iniziò a guardarsi intorno e il suo sguardo cadde su una mappa di Londra.
"S-Sherlock, vieni a vedere, questi bastardi vogliono piazzare una bomba nei sotterranei di una scuola elementare"
"Vanno fermati il prima possibile"

Dopo una decina di minuti Sherlock esordì "Andiamocene, è rischioso rimanere qui per troppo tempo, aspetteremo nei paraggi che ritorni per avvisare Mycroft e i rinforzi"
I due uscirono furtivamente e si sedettero in una locanda da dove la visuale era ottima.
"Ora che si fa?"
"Quando si farà vivo, mio fratello arriverà con una squadra speciale e lo arresteranno"
"Chissà quanti ce ne sono come lui, pronti a fare qualche strage"
"Sta tranquillo, troveremo il modo di scovarli tutti"
"So che ci riuscirai" disse John sorridendo

Passarono un paio di ore prima che un ragazzo gracile e con un cappuccio nero entrò furtivamente nel vicolo e scomparve dietro la porta dell'appartamento.
"È lui!" esclamò Sherlock
"Come? Chi? Andiamo?" disse John confuso dopo essersi svegliato.

Nel frattempo il ragazzo era uscito con due borsoni che dovevano contenere tutto quello che poteva essere trovato dalla polizia.
"Non facciamo in tempo ad avvisare Mycroft, sta scappando!"
"Cosa? E cosa hai intenzione di fare?"
"Lo vado a prendere" e in una frazione di secondo non era più accanto a John.
Iniziò a corre per provare a raggiungerlo e quando girò l'angolo vide il detective lottare con il ragazzo che provava a difendersi colpendolo con i borsoni che aveva ancora in mano.

D'un tratto sentì la voce di Mycroft dietro di lui
"È lui, prendetelo!" e una trentina di militari corsero verso la parte da lui indicata.
"Arrivi sempre al momento giusto" disse John sorridendo.
Poi uno sparo e il silenzio più totale.

John si voltò d'istinto e vide il ragazzo con una pistola puntata verso il detective.
Ci volle un po' per capire quello che stava accadendo poi Sherlock s'inginocchiò e cadde di lato.
John iniziò a correre e quando lo raggiunse vide una grande macchia di sangue espandersi velocemente sulla camicia bianca.

"Sherlock! Sherlock! Cazzo rispondimi"
"John, John, tranquillo, non è nulla"
"Sherlock smettila di parlare, non sforzarti"
"No, no, io- io ho bisogno di parlarti" i suoi occhi erano gelidi "Ti ho detto che non ti avrei mai più lasciato non ci sono riuscito, John, ti ho deluso"
"Basta! Non dire questo, tu non mi stai lasciando, resta con me, ti prego" John continuava a piangere a dirotto.

Il respiro di Sherlock si faceva sempre più affannoso.
"Avrei voluto renderti più felice John, magari sposarti, non so, qualsiasi cosa"
"Sherl tu mi hai reso felice e continuerai a farlo, devi solo resistere un altro po'" si guardò in torno e guardò Mycroft con uno sguardo scongiurante "ti prego, chiama qualcuno, ti prego..."
Ma Mycroft lo guardava con aria rassegnata, sapeva che non ci sarebbe stato più nulla da fare.

"John, ti prego guardami" e il dottore ritornò con lo sguardo su di lui "me ne sto andando ma non ti preoccupare, ti amo e ti amerò sempre, ricorda che ci sarò sempre per te, nonostante tutto"
Una lacrima scese lungo il suo viso, guardò intensamente gli occhi di John e spirò.

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