Capitolo 1

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Il dottor John Watson camminava zoppicando per le strade deserte di Londra, aveva appena trascorso una giornata massacrante e l'ultima cosa che desiderava era attraversare tutta la città a piedi.
Il suo socio però, nonchè coinquilino, lo aveva lasciato a terra prendendo il taxi al posto suo.
Non era la prima volta che accadeva ma ormai John ci aveva fatto l'abitudine così come anche con gli atteggiamenti altezzosi che era costretto a sopportare in continuazione. Sherlock con il suo sguardo misterioso e attento e i suoi magnetici occhi, riusciva sempre a mandarlo fuori di testa e a fargli dimenticare il suo lato peggiore.
Fu attraversato da un brivido che corse lungo la sua schiena e questo lo riportò alla realtà. Il dottore si rese conto di essere arrivato difronte alla porta di casa, il 221b di Baker Street, infilò le chiavi nella toppa ed entrò. Si chiuse la porta alle spalle e si appoggiò ad essa, stremato. Chiuse gli occhi, sospirò e li riaprì, fece un passo in avanti e iniziò a salire pesantemente le scale. Una volta giunto al piano superiore trovò Sherlock steso sul divano che lo guardava come se lo avesse appena svegliato bruscamente da un profondo sonno, e con le mani giunte sulle labbra.
"Perchè mi guardi così?" chiese John perplesso "Come mai ci hai messo così tanto? Avevo voglia di tè ma tu non eri qui!"
"Potevi preparartelo da solo il tuo tè!"
"Sono occupato, non vedi? Sto cercando di risolvere un caso a differenza tua che vai a fare le passeggiate" il tono era tranquillo ma carico di arroganza.                       
"Non stavo passeggiando!" ruggì John "Sei stato tu a prendere il mio ta... ah lascia perdere, tanto parlare con te è inutile!" e attraversò la cucina per raggiungere la camera da letto.
La voce del detective però lo fece fermare. "John..." sussuró Sherlock "Il tè?" e subito dopo fece un grande sorriso forzato.
Il dottore si voltò, guardò l'uomo e continuò a camminare entrando in camera e chiudendo la porta.
John si sedette sul letto e si lasciò cadere all'indietro, si portò le mani sugli occhi e ripensò a Sherlock, a quanto fosse arrogante e insensibile e a come riuscisse a mandarlo in bestia anche per un semplice tè.
Il dottore era l'unico che fosse in grado di sopportare il detective per più di 30 minuti, avrebbe avuto 1000 motivi per andarsene praticamente ogni giorno ma non lo aveva mai fatto perchè senza i casi, quella casa ed il suo coinquilino non sarebbe stato lo stesso. Nonostante volesse negarlo, il dottore si sentiva molto legato a Sherlock e tenerli separati sarebbe stato per lui molto doloroso. John guardò il cellulare, l'orologio segnava quasi le 4:30 così decise di spogliarsi velocemente, mettere il pigiama ed entrare nelle coperte. Quasi subito la stanchezza prese il sopravvento e così sprofondò in un sonno pesante.

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