three.

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Velocemente io e Dylan ci staccammo.

"Ho interrotto qualcosa?" mi voltai verso di lei, lanciandole uno sguardo di fuoco.

"Nono, tranquilla niente." risposi.

"Elena, Katherine ha chiesto di te, ha detto che dobbiamo rientrare." abbassò lo sguardo. A quelle parole il mio umore cambiò completamente, e da soddisfatto e contento passò all'essere triste.

Non avrei più rivisto Dylan da quella sera, e sapevo che quella sarebbe stata l'unica occasione per "colpirlo nel profondo", come direbbe Alessandra.

"Dille di darmi due secondi e poi arrivo."

"Scusami Dylan, posso rubartela un secondo?" Dylan si grattò la nuca e la sua risposta fu semplicemente un cenno di assenso con la testa "Sei scema o mangi i sassi?"

"Tu mi hai portato in disparte per parlarmi in italiano quando qui nessuno lo capisce."

"Lasciami parlare. Volevo dirti che mi sarei inventata una scusa per far si che Kat ti lasci qui ancora un po' col tuo innamorato.."

"Stavamo solo ballando." arrossii, negando implicitamente le mie parole.

"Si, certo, faccio finta di crederti. Comunque posso provare a dirle che vai a fare un giro con un'amica.. Tipo Rita, ma a fine serata fatti riportare all'hotel in cui alloggiamo, da Dylan ovviamente." le rivolsi il sorriso migliore che potessi fare.

"Sei l'amica migliore che potessi mai desiderare, non so come farei senza di te." la abbracciai.

"Bene, ora staccati e lasciami andare dalla tua manager, e goditi O'Brien finché puoi. Sai che in settimana dobbiamo tornare in Italia." mi guardò con rimprovero.

"Lo so, è per questo che sto cercando di godermi ogni singolo secondo." lei annuì.

"Okay, io vado. Ciao Dylan, è stato bello conoscerti." dette queste parole rientrò nel locale.

"Riprendiamo a ballare?" gli chiesi. E lui annuì semplicemente, riportando le sue braccia attorno alla mia vita.

"Ma non dovevi andare?"

"No, Alessandra mi copre."

"Alessandra?" chiese confuso.

"Giusto, la mia migliore amica."

"Italiana anche lei?" annuii.

Di nuovo tra noi calò il silenzio, e si sentiva solo la musica proveniente dalla stanza e il rumore dei sassolini che scricchiolavano sotto le nostre scarpe.

"Prima stavo dicendo che potremmo cambiare la trama del film." appoggiai la fronte sulla sua spalla "Elena, io e te ci conosciamo da meno di 4 ore e già mi sembra di conoscerti come le mie tasche. Il solo fatto che prima stessi raccontando di come ti dia fastidio la sabbia sotto le unghie dice molto sulla tua persona."

"Tento a straparlare quando mi sento a mio agio con qualcuno." ridacchiai "Comunque, penso sia perché tu hai la capacità di far sentire tutti a proprio agio. Ho guardato molte interviste di celebrità, e ogni volta che chiedevano di te dicevano tutti la stessa cosa. Riesci a mettere tutti a proprio agio."

"Forse perché non me la tiro."

"Questo è esattamente quello che direbbe uno che se la tira." risi.

"Perché non sei andata?"

Perché non me n'ero andata? Non lo sapevo nemmeno io, ho lasciato andare via la mia migliore amica da sola per passare la serata con uno sconosciuto, il che è da incoscienti. Volevo restare qui fuori a scherzare e chiacchierare e ballare con Dylan, ma non sarei dovuta restare.

Just Like A Dream - Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora