four.

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*capitolo di passaggio*

"Finalmente!! Sono stata qui due ore ad aspettarti." Ale mi accolse con le sue solite lamentele.

"Potevi tranquillamente dormire. Ora se permetti sto morendo di sonno, e vorrei andare a dormire il prima possibile."

"Ma io sono curiosa di sapere cos'è successo." sbuffai.

"Niente, non è successo niente. Ci conosciamo da solo poche ore, cosa pensavi sarebbe successo?" iniziai a cambiarmi.

"Eddai, c'è stato feeling da subito, non ci credo che non sia successo niente."

"Ale, ho dannatamente sonno, ora tappati la bocca e vedi di non russare stanotte perchè sai che non riesco a dormire quando russi." andai nel bagno a lavarmi i denti e il viso.

"Non è colpa mia se non riesco a respirare mentre dormo."

"Stai zitta adesso, che voglio dormire." mi stesi nel letto e spensi le luci "Buonanotte Ale." le sorrisi e le baciai la fronte.

"Notte Ele."


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Aprii gli occhi e la prima cosa che feci fu guardare fuori dalla finestra.

Il cielo era ancora abbastanza scuro quindi supposi fosse notte, così guardai l'orologio al polso e potei tristemente notare di aver ragione, erano quasi le cinque.

Sapevo che non sarei riuscita ad addormentarmi di nuovo.
Ero stanca di soffrire di insonnia, dormire solo due o tre ore a notte era straziante, soprattutto per una come me che ha sempre amato dormire minimo dieci ore.

Mi alzai dal letto e mi misi un paio di leggins e una maglietta comoda, in queste situazioni andavo in palestra ad allenarmi, almeno il tempo passava in fretta e facevo qualcosa di utile per il mio corpo.

Il più silenziosamente possibile uscii dalla stanza, assicurandomi di aver preso il telefono e le cuffie.

Mentre aspettavo l'ascensore mi infilai le cuffie e feci partire la playlist. Prima che le porte meccaniche si aprissero feci in tempo ad ascoltare Tous Les Mêmes di Stromae.

L'ascensore era fortunatamente vuota, evitando spiacevoli inconvenienti con maniaci o pervertiti.

Le ultime parole famose.

In pochi secondi le porte si riaprirono, e io mi spostai di lato per far entrare quell'uomo sulla sessantina che sembrerebbe essere già pronto per andare a lavorare.

Quest'uomo si avvicinò fin troppo a me, così mi spostai e alzai il volume della musica nelle cuffie.

Pochi istanti dopo lo sentii picchiettarmi la spalla, così mi voltai e lo guardai confusa. Mi tolsi una cuffia.

"Cosa c'è?"

"Dove sei diretta?"

"Non credo che le possa interessare."

"E invece si." mi rivolse un sorriso inquietante.

"Qualsiasi cosa lei abbia in mente, innanzitutto la smetta perchè sta importunando una ragazza di almeno vent'anni più piccola di lei, e secondo non ci provi nemmeno, sono lesbica." gli mentii, non ero gay.

L'uomo subito arrossii, e quando fece per rispondere le porte di aprirono, facendomi notare di essere arrivata. Senza guardarmi indietro uscii dall'ascensore e mi rimisi la cuffia nell'orecchio.

Appena entrai in palestra iniziai con lo stretching, per scaldare nel modo migliore i muscoli.

Iniziai con dei semplici squat e poi decisi di passare al salto con la corda.

Just Like A Dream - Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora