nine.

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"Tesoro mio! Mi sei mancata tantissimo." mio padre mi strinse forte al suo petto.

"Anche tu papi." gli dissi.

Io e mio padre abbiamo sempre avuto un rapporto speciale, fin da quando ero una piccola bimba in fasce sempre in lacrime finché non mi prendeva in braccio lui.

"Alessandra." le fece un cenno del capo mentre lei come al solito fu esagerata e lo abbracciò.

"Ciao Daniele." mio padre sbuffò ma poi la strinse a sè, facendomi ridacchiare.

Io nel frattempo abbracciai i suoi genitori.

"Che sollievo finalmente poter parlare italiano ovunque!" ero sollevata di essere tornata a casa "Ti scrivo dopo Ale, ti voglio bene, ci vediamo domani." le dissi abbracciandola.

Quando ci staccammo seguii mio padre uscire dall'aeroporto di Malpensa e raggiungere la macchina.

"Allora, com'è stato il viaggio?"

"Stancante, soprattutto per il fuso orario" sbadigliai.

"Ti abituerai in fretta, come fai di solito." annuii. "Vuoi fare colazione?" mi chiese e io ridacchiai.

"No, vorrei solo arrivare a casa e dormire."

Ero stanchissima.

"Immaginavo." mi sorrise e mise in moto l'auto portandomi a casa.

Appoggiai la testa sul finestrino e chiusi gli occhi, facendomi cullare dal sottile vibrare del sedile.

Stavo per addormentarmi quando il mio cellulare mi vibrò nella tasca in modo insistente.

Dylan:
Sei arrivata?

Sbuffai, non avevo voglia di scrivere in inglese.

'Si, senti già la mia mancanza? :P'

Cercai di scherzare nonostante fossi a pezzi.

'Nah, solo volevo assicurarmi che l'aereo fosse atterrato e che tu fossi sana e salva :)'

Ridacchiai.

'Immaginavo avrei riso. Comunque sono sana e salva ma molto stanca e ora sto andando a casa.'

'Ti ho fatta ridere?'

'Si, perché?'

'Non ho detto niente di divertente :('

'Lo so, ma mi sono immaginata la tua faccia mentre scrivevi il messaggio e mi hai fatta ridere.' stavo sorridendo.

"Con chi sorridi e ridi?" subito mio padre si intromise.

"Nessuno.. un'amica che ho conosciuto a Los Angeles." spensi lo schermo del telefono e lo infilai in tasca "Ha fatto una battuta che mi ha fatto ridere." lo guardai.

"Sicura?" annuii semplicemente in risposta e riappoggiai la testa sul finestrino.

"Manca poco e siamo a casa." allungò la mano e mi accarezzò la testa.

"Va bene." chiusi gli occhi.

E nonostante il mio telefono continuasse a vibrare riuscii ad addormentarmi.

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"Non fate troppo rumore, sta dormendo." silenzio "Anche se ho paura sia entrata in coma perché sta dormendo da sei ore." aprii gli occhi e lentamente mi stirai.

Allungai la mano sul comodino in cerca del mio telefono, trovandolo in carica.

Mio padre mi conosce bene.

Just Like A Dream - Dylan O'BrienDove le storie prendono vita. Scoprilo ora