Nota 18

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Che dire? Niente.
Prima il lockdown ora il semilockdown. Le restrizioni. Le giornate passano. La sveglia la mattina suona, mi alzo. In questi giorni piove. Inoltre è inverno. Quindi fino alle 8 sembra che sia ancora buio. Non proprio buio. Crepuscolo.
Ho due esami da preparare. Tanti progetti in mente.
In questi giorni però mi è balzato in mente di abbandonare gli studi. Sono stufo. Stanco. Non sono uno che si arrende.
E non è buono. Mi sta distruggendo ciò. Non riesco ad abbandonare.
L'ho sempre fatto. Ho lavorato 3 anni in un magazzino dove la parola gentilezza era fuori dal loro vocabolario. Anche se il lavoro era odioso, mi trattavano male, mi pagavano poco, io ero sempre quello costante. Finiva sempre il suo incarico.
Qualcuno può dire "beh? Ti lamenti pure?"
Ma certe volte perché abbandonare dovrebbe essere la cosa sbagliata?
Forse abbandonare potrebbe aprire una porta?
Ma il mio cervello non lo capisce.

Tralasciando questo problema, ne abbiamo un'altro. Il tempo non si ferma. E io continuo ad avere ancora questo senso di "perdita di tempo".
Devo incolpare qualcuno o qualcosa, per sentirmi meglio. Forse è il covid e la situazione che ha portato. Forse sono io. Non lo so.
Una cosa buona però l'ha portata questa pandemia.
Mi ha aiutato a fermarmi. Ad annoiarmi.
Però mi ha rubato altro. Non giro più. Non riesco più ad assistere ai tramonti. Alle albe. Ai crepuscoli dopo una pioggia alla diga con i miei amici. I cieli grigi in campagna.
Mi mancano i tempi in cui andavo al bar con i miei amici, tempi che criticavo.
Immagino i ragazzi di 12 anni.
Immagino quelli di 15 anni.
Gli anni delle superiori sono anni stupendi. Non hai molte responsabilità. Conosci tante persone. Hai la possibilità di fare errori.
Immagino i pomeriggi dopo le lezioni della scuola media. Le partite per strada. Chi andava a scuola calcio.
Le palestre chiuse. Non è stato fatto un danno solo ai fissati di palestra come me. La palestra era un luogo di sfogo, era un luogo dove staccavi dallo studio. Riposavi la mente. Era un luogo dove incontravi gente. Conoscenti. Stringevi amicizie.
Le piazze sono più vuote.
I giorni passano e non possiamo farci niente.

Ricordi la prima Poesia?
Quella che ha
introdotto la via
Era una supplica
contro la Monotonia.

Paure ben riposte.
Alla fine è arrivato
il Demone
e d'un tratto
nulla è rimasto
tutto è cambiato.

Si tutto è cambiato.
E dopo?
Niente. Dopo tutto
si è fermato.

Poi il Vuoto.
Poi la Depressione.
Poi la Noia.
I 3 della Distruzione
della tua ispirazione.

Riesci a combattere?
Ti prego non cedere
perché senza arte
cosa resta?
Un contenitore di Carne.

Devis Domi





Le note di un ragazzo-Il mondo visto dai miei occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora