3. "Una bottiglia di Tequila, per favore."

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"Lucy muoviti, siamo in ritardo! Lluvia e Levy sono già qui!" Urlò Erza dal piano di sotto.

"Eccomi, sono praticamente pronta!" Le gridai di rimando.

Me ne stavo davanti allo specchio del bagno ormai da un quarto d'ora, la linea dell'eyeliner sull'occhio sinistro non voleva proprio saperne di essere uguale a quella fatta precedentemente su quello destro.
Sbuffai sonoramente e, frustrata, diedi un pugno, fin troppo forte, al lavandino di ceramica bianca.

"Cazzo." Sibilai, portandomi il palmo al petto per il dolore.

Finalmente, dopo il ventesimo tentativo riuscii a finire il mio lavoro.

Soddisfatta, sbirciai il mio riflesso per qualche minuto.

I miei capelli biondi erano perfettamente stirati e divisi da una linea centrale sulla testa, il vestito nero, corto ed aderente, mi fasciava completamente il corpo, era molto semplice, ma l'avevo scelto più che altro per la scollatura, che lasciava intravedere molta pelle scoperta.

Dopo aver buttato all'aria l'intero contenuto del mio armadio, avevo ripescato un paio di stivali con il tacco del medesimo colore e li avevo infilati sopra le calze a rete. Per completare il tutto avevo optato per un trucco abbastanza pesante.

Se fosse stata una festa normale, probabilmente non mi sarei impegnata tanto per apparire così desiderabile, ma quella sera ci sarebbe stato lui, ed io avevo assolutamente bisogno di togliermi lo sfizio di vederlo nudo tra le lenzuola.

Erano passate ormai due settimane dalla prima lezione di scrittura delle immagini, oltre al progetto da svolgere insieme, era il coinquilino di Sting e Gajeel, quindi me lo ritrovavo tra i piedi ogni maledetto giorno, ed ogni maledetto giorno quei dannati occhi mi attraevano sempre di più.

Afferrai la borsetta e scesi le scale velocemente, attenta a non cadere con quei trampoli ai piedi.
Una volta arrivata all'ingresso, tre paia di occhi mi scrutarono scocciati.

"È mezz'ora che aspettiamo, Lluvia vorrebbe prenderti a ceffoni." Borbottò lugubre quest'ultima, spostandosi un'onda ribelle di capelli celesti dietro l'orecchio.

"Non ti perdonerò mai se Tu-Sai-Chi se n'è già andato, dovrai cambiare appartamento sappilo." Mi minacciò la mia coinquilina Erza, puntando i suoi occhi marrone scuro su di me.

"Pe-perdonatemi..." riuscii ad esclamare.
Lluvia e Erza, a volte, incutevano veramente paura.

La prima era la coinquilina di Levy, studiava roba strana come fisica e chimica, aveva un'intelligenza fuori dal comune ed il suo sogno era quello di diventare meteorologa. Insomma Lluvia voleva fare la meteorologa, faceva già ridere così. Ma poi, chi mai avrebbe voluto fare quel lavoro nel ventunesimo secolo?! Insomma, esisteva internet no?

Si certo, parlo io che voglio fare la scrittrice... il pensiero mi colpì come uno schiaffo in faccia.
Che ansia.

Comunque considerarla bizzarra sarebbe stato un eufemismo.
Lluvia era la persona più strana che avessi mai incontrato.
Innanzitutto parlava di sé stessa in terza persona, ti guardava sempre come se volesse lanciarti una maledizione, non dava mai confidenza a nessuno e sopratutto mai, e poi mai, parlare, toccare, respirare vicino ai ragazzi che le piacevano. Era decisamente affetta da gelosia cronica.

L'anno scorso per esempio, si era fissata con questo tipo di nome Lyon, un bel ragazzo dai capelli color del ghiaccio e lineamenti orientali.
Lui non sapeva neanche che lei esistesse, ma nella testa di Lluvia erano già convolati a nozze almeno una decina di volte.

Un giorno, fuori l'università, una ragazzetta di nome Cheria si era avvicinata a lui e, con fare innocente, gli aveva schioccato un sonoro bacio sulla guancia.
Anche un bambino si sarebbe accorto che quel gesto non aveva niente di malizioso o passionale, ma per Lluvia quello era un chiaro segno di sfida, una rivale in amore che andava debellata dalla faccia della terra.

I'm Fired Up, Lucy. (Nalu)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora