2. Mai più ignorare l'Oroscopo!

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Dopo aver indossato un vecchio paio di pantaloni della tuta, che mi scivolava giù ogni due per tre, ed una felpa extralarge di Sting, ero riuscita a raggiungere la mia tanto agognata meta, lo stramaledetto bar della facoltà di lettere.
Il chiacchiericcio degli studenti ed il tintinnio dei bicchieri dominava l'intero locale.

Vagai con gli occhi su tutti i presenti, fino a che non scorsi una testolina turchese in fondo alla sala.

"Lucy! Che cavolo di fine avevi fatto?! E come ti sei conciata?" Mi rimproverò Levy, squadrandomi da capo a piedi.

Non aveva tutti i torti, ero agghindata come una specie di cantante rap da quattro soldi.

"Lascia stare, la mia mattinata non è stata delle migliori." Esclamai sospirando, lasciandomi cadere a peso morto sulla sedia di fronte a lei.

Ho assolutamente bisogno di assumere caffeina. Pensai stancamente, appoggiando la testa sul tavolino di plastica arancione.

"Levy...caffè" riuscii a mugugnare.

"Sei sempre la solita, vado ad ordinare, tu resta qui." Mi rimbrottò la ragazza, emettendo un risolino divertito.

"Ti voglio tanto bene." Le urlai dietro grata, non sarei riuscita a resistere un minuto senza di lei.

Conobbi Levy proprio il primo giorno di lezione, ormai più di due anni addietro, scoprimmo subito che le cose che ci accomunavano erano tantissime.
Due però spiccavano di più sulle altre: l'amore incondizionato per la letteratura e la bassa statura.

Per dirla tutta, lei era anche qualche centimetro più bassa di me, somigliava più ad una quindicenne che ad una ventenne ed il suo fisico ancora acerbo non l'aiutava di certo.
Ma nonostante questo, che non era propriamente un difetto, era la persona più gentile ed intelligente che io avessi mai conosciuto, una tipetta dalla lingua tagliente e dai capelli celesti.

Con le palpebre pesanti e semichiuse, iniziai a fantasticare sugli scolpiti addominali di Natsu. Inconsciamente, ancora con la guancia appoggiata al tavolo, iniziai a muovere un dito per aria, tracciando linee immaginarie.
Quasi riuscii a sentire la sua pelle sotto i polpastrelli.
Un sorrisetto compiaciuto mi increspò le labbra.

"Cosa stai facendo esattamente?"
Alzai la testa lentamente, gli occhi color nocciola della mia, ormai, migliore amica mi scrutarono come se fossi improvvisamente impazzita.

"Palpavo addominali." Dissi semplicemente, come se fosse stata la cosa più ovvia e naturale del mondo.

"Si può sapere cosa ti è successo?" Rise Levy, scuotendo la testa esasperata, accasciandosi stancamente sulla sedia di fronte alla mia.

"Ho conosciuto il nuovo coinquilino di Sting e Gajeel. Un odioso, arrogante e super sexy ragazzo dai capelli rosa." Sbuffai, sorreggendomi la testa con la mano.

"Wow, è proprio il tuo tipo." Sghignazzò Levy, spostandosi distrattamente il ciuffo di capelli lisci che le ricadeva ribelle sulla fronte.

"Ma che dici, forse è il tuo di tipo, insomma, ti piace l'uomo più odioso sulla faccia della terra." Le risposi a tono.

Le sue guance divennero subito di una delicata sfumatura rossastra: "A me non piace Gajeel."

"Io non ho mai nominato Gajeel."

Le sue labbra si aprirono in una piccola "o" di sorpresa, mentre io sorrisi trionfante.

Quella scema aveva una cotta stratosferica dal primo anno per il coinquilino di Sting, meglio conosciuto come Gajeel Redfox, un energumeno metallaro, alto più di un metro e novanta, dai capelli lunghi e neri e con una spropositata quantità di piercing in faccia.

I'm Fired Up, Lucy. (Nalu)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora