Chapter-11

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Gwen's pov.

Fermi in un abbraccio, in piedi nella cucina.

Da qualche minuto in questa posizione, posso sentire il suo cuore battere forte, sotto al mio orecchio.

Non so bene cosa riesco a provare quando sono vicina a lui, e non conosco a fondo la sua personalità, il modo in cui gestisce i rapporti interpersonali, e come riesce a relazionarsi con questi ultimi.

Ma quando all'improvviso sentiamo l'arrivo di un soldato, ci dividiamo, assumendo l'aspetto di due estranei.

La cosa mi turba: si vergogna di me, probabilmente.

Non vuole ammetterlo, né mai lo farà, ma è di questo che si tratta.

Per un tenente del suo calibro, stare con una domestica è sinonimo di cattiva reputazione.

Ed è per questo che tornano alla mente le paure per il quale non volevo baciarlo, non volevo che questo accadesse.

Il timore di deteriorare qualcosa, più forte di un sentimento sulla via della nascita.

Sospiro, e quando Axel arriva fra noi, prendendo gli stracci esco dalla cucina, sotto lo sguardo di Walter, rassegnato alla nostra bizzarra situazione.

Walter's pov.

Rimango in piedi, in mezzo alla stanza che ha visto consumare la nostra tenerezza.

Guardo il giovane ragazzo in divisa entrare, e dirigersi verso di me.

"Tenente, oggi sono in programma delle visite per cena. Arriveranno la signora Hazel, e sua figlia Agnita. Le riceveremo alle sette in punto". Asserisce.

La signora Hazel, nientemeno che cugina del Fuhrer, e sua figlia Agnita, tredicenne viziata e civettuola, vive fra gli agi della sua posizione sociale, ed assieme a sua madre vengono accolte dalle tenute militari di Berlino una volta al mese, per parlare di faccende burocratiche, e per pernottare nelle stanze a disposizione.

La solita storia, ormai da tempo.

Il loro carattere è snervante, ci rende difficile la possibilità di sopportarle durante la loro permanenza, ma se la nazione chiede questo, allora noi facciamo questo.

Annuisco, ed il ragazzo esce dalla stanza, a passo svelto.

Esco fuori dalla tenuta, soffermandomi nel cortile coperto d'un cielo al tramonto, e sospiro pensando alla ragazza che mi ha strappato un bacio, e che probabilmente sarà attualmente occupata a svolgere le sue mansioni domestiche.

Dovrei avvertirla della presenza di due ospiti, per farle preparare due stanze che possano accoglierle.

La vedo, di sfuggita, passare fra il soggiorno e la cucina, dirigendosi verso le scale con alcuni stracci tra le mani, e decido di chiamarla.

"Gwen". Dico, e la ragazza in procinto di salire il primo gradino della scalinata, si sofferma voltandosi.

"Sì?" Risponde, corrugando le sopracciglia stranita, verso la mia figura.

"Avremo due ospiti per cena, e pernotteranno nella tenuta. Vi sono alcune stanze chiuse ed inutilizzate. Troverai le chiavi affisse alla parete dello stanzino, organizza tu una o due camere per loro, a seconda dei letti a disposizione in esse". Ordino, con tono pacato, sforzando il mio corpo a non compiere l'automatico gesto che mi impone di avvicinarmi a lei, e baciarla.

Annuisce, e veloce come un fulmine, volta le spalle alla mia presenza per recarsi ad adempiere a quel che le ho chiesto pocanzi.

"Un'ultima cosa, Gwen". La richiamo nuovamente, ed ormai giunta a metà della scalinata, si volta nuovamente verso di me, sollevando un sopracciglio.

My Young Soul/ A Nazist Love/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora