Chapter-8

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Walter's pov.

Sono di ritorno dal mio giro, e quando rientro nel cortile con la Mercedes, noto con che una delle auto della tenuta, non c'è.

Parcheggio, e mi accingo ad entrare, poso le chiavi sull'apposito chiodo affisso alla parete, e raggiungo i ragazzi nel soggiorno.

Ma poco prima di varcare la soglia della stanza, li ascolto fare dei discorsi  insoliti.

"Era bellissima, non l'avevo vista così bene prima d'ora". Dice, Axel, un giovane SS.

"Ora capisco perché il tenente Schulz sembra così affezionato a lei". Aggiunge Alf, rispondendo al ragazzo.

Stanno parlando di Gwen?

Entro nella stanza d'improvviso, ed il gruppo mi porge un saluto militare.

"Di chi stavate parlando?" Chiedo innervosito.

"Di Gwen, Abel l'ha portata via, forse sono andati a fare un giro". Risponde Axel, facendo spallucce.

Tento di controllare le mie reazioni, ma sono conscio del fatto che ormai, sono preso da quella ragazza, che sono frustrato dal suo rifiuto, e che non posso concepire che sia in giro con quel buffone.

Abel, il classico giovane spavaldo, re dell'incoerenza, piccolo uomo senza rispetto.

Abile alle armi, crudele sul campo, spietato assassino contro gli ebrei.

Soprattutto, abile adulatore.

E quella ragazza, è estremamente fragile.

Non capirà che lui non può prendersi cura di lei senza ferirla, di nuovo, prima o poi.

La sua insensibilità è spesso superiore anche a quella dello stereotipo di un soldato tedesco, ma la sua scaltrezza gli permette di sembrare il classico, 'principe azzurro'.

A passo fulmineo, salgo su per le scale, per raggiungere la mia stanza.

Dove saranno andati?

Cosa le starà facendo?

Sommerso dai miei dilemmi, siedo sulla mia poltrona, bevendo un bicchierino di liquore.

Non può prenderla e portarla dove vuole.

Solo io ho il consenso di farlo, in quanto il superiore della tenuta.

Gwen's pov.

Il tragitto è stato tranquillo, e per nulla taciturno.

Sembra riuscire ad essere 'umano', quando é sereno.

Mi ha detto di venire da Monaco, e di essere il primo genito di cinque figli.

Io gli ho parlato di me, di quel che ho di positivo ho da raccontare del mio vissuto.

Sono nata a Francoforte, nel 1921, mia madre era una lavandaia, mio padre un soldato tedesco.

Sono la terza di tre figli, ho due fratelli del quale non ho più notizie da quando nel 1936, mio padre, decise di vendermi ai soldati come prostituta per salire al potere, corrompendoli.

E così fu.

A soli quindici anni, un SS mi violentò, ero vergine, fu traumatico.

Mia madre morì, nel tentativo di sottrarmi al destino che incombeva su di me, e mio padre si assicurò di non essere più rintracciabile, per scongiurare la probabilità che cercassi di rimettermi in contatto con lui.

Ovviamente, non lo avrei mai fatto.

Detesto quell'uomo, e detesto quanto il potere possa alle volte rendere appetibile al mercato anche la più debole delle creature.

My Young Soul/ A Nazist Love/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora