𝟭𝟲. 𝗔𝗺𝗮𝘇𝗶𝗻𝗴

617 57 36
                                    

Inspiro a pieni polmoni mentre, ancora in parte titubante, raggiungo finalmente Bokuto di fronte alle porte della palestra. Si sentono già varie pallonate provenire dall'interno, segno che l'allenamento è già iniziato. Deglutisco, stringendomi nelle spalle.

Sembra così familiare.

«Cavolo, è tardissimo!», sbuffa il ragazzo affannato per la corsa appena fatta, con ancora le mani sulle ginocchia. Sorrido appena nel vedere il suo volto rosso per la fatica.

Non mi sembra vero di starlo facendo davvero.

Forse non dovrei. Forse ho agito troppo istintivamente, non è da me. Però sono qui, un'altra volta. Ho voluto esserci, di nuovo.

«È tutto ok? Stai bene?», le domande di Bokuto mi richiamano alla realtà e lo vedo guardarmi preoccupato, in attesa di una risposta. La sua espressione angosciata mi diverte abbastanza. «Sì, te l'ho già detto una decina di volte. Sto bene. Non ti devi preoccupare per me.», gli sorrido appena, vedendolo finalmente calmarsi. Non ha fatto altro che chiedermelo da quando abbiamo lasciato l'infermeria. È davvero strano, ma mi piace il fatto che qualcuno si preoccupi per me. Mi piace sentirlo chiedermelo ogni volta. È così agoista anche solo da pensare che cerco di scacciare subito il pensiero.

«Bene, allora. Entriamo!», il suo ghigno fiero si fa spazio sul suo volto e, dopo essersi rimesso in spalla il borsone, spalanca con grande enfasi le porte di fronte a sé. Il cuore mi sale in gola. «Hey hey heey! Ragazzi, sono arrivato!», la voce chiassosa di Bokuto rimbomba per l'intera area dell'edificio, catturando l'attenzione di tutti i presenti. Pur avendo ancora davanti le spalle larghe di Bokuto, intravedo già molti sguardi seccati rivolti verso di noi.

Sprofondo la faccia in fiamme nella sciarpa, ripensando alla figura che ho fatto davanti alla squadra la scorsa volta. Forse mi odiano. Perchè hanno quelle facce annoiate? Indietreggio appena, intimorito.

«Bokuto! Era ora, diavolo! Sei in ritardo di quasi venti minuti, idiota! Dov'eri finito?», un ragazzo dai corti capelli scuri e la divisa della squadra con il numero 3 lancia un'occhiataccia nella direzione di Bokuto mentre, subito dopo, tira con forza una palla verso di noi. Sobbalzo, stringendo gli occhi, preparandomi al peggio. Eppure, mi stupisco quando la palla colpisce in pieno solo Bokuto, che nel frattempo mi ha fatto da scudo, parandosi davanti a me.

«Ah! Che male! Ma che fai, Saru?», è Bokuto a parlare, dolorante, mentre si massaggia il braccio sinistro. Non riesco a fare altro che fissare inerme la sua nuca, sbarrando gli occhi. Se non si fosse spostato maggiormente, la palla avrebbe colpito sicuramente anche me. Arrossisco fin troppo.

«Ben ti sta.», sento l'altro ragazzo ribattere e quasi sobbalzo nuovamente quando scruto oltre le grandi spalle di Bokuto, davanti a noi, un secondo ragazzo, questa volta dai capelli biondi e lisci a ricadergli sulla fronte. Sorride divertito nel vedere Bokuto ancora dolorante e, nel mentre, recupera la palla lanciata prima dall'altro, che era caduta a terra. «Ha ragione Sarukui, questa volta. Te la sei proprio merita-», quasi mi gelo sul posto quando i suoi occhi si indirizzano su di me. Sembra stupirsi appena.

«Hey! Tu sei quello dell'altra volta!», lo vedo indicarmi e deglutisco. Si ricordano ancora di me, accidenti.

Bokuto si fa leggermente da parte, sorridendo pienamente al compagno di squadra. Sembra aver dimenticato completamente il braccio dolorante. Nel frattempo, tutti gli sguardi - compreso anche quello truce del ragazzo con la mascherina - si concentrano su di me. Mi si mozza il fiato, per l'ennesima volta. Accidenti, non di nuovo. «Già! Si chiama Akaashi Keiji, voleva vedermi giocare, quindi l'ho portato qui!», rimango in silenzio mentre attendo che gli altri lancino delle occhiate anche a me. In fondo, chissà cosa penseranno di me dopo l'ultima volta. Sono scappato via senza dire nulla. Avranno pensato che sono pazzo. Sono un idiota.

𝗟𝗼𝘀𝗶𝗻𝗴 𝗬𝗼𝘂 | 𝗕𝗼𝗸𝘂𝗮𝗸𝗮Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora