Sono passati due giorni dall'ultima volta in cui ho messo piede in palestra. Per tutto questo tempo, non ho fatto altro che pensare in modo continuo a ciò che dovrei fare. A ciò che sarebbe meglio fare. E a ciò che io davvero voglio fare.
Mamma non ha dato segni di miglioramento, ma la cosa non mi stupisce ormai da tempo. Ringrazio semplicemente che le cose non peggiorino, giorno dopo giorno.
Le lezioni sono terminate e Bokuto è passato in fretta e furia dalla mia classe per salutarmi prima che iniziassero gli allenamenti. Era così in ritardo che non me la sono sentita di trattenerlo, anche se la cosa che devo dirgli è abbastanza importante, in fondo.
Mi accorgo solo una volta che mi ritrovo davanti le porte della palestra scolastica di star sorridendo. Le mani mi fremono appena e le nascondo nelle tasche prima di prendere un respiro profondo. Non sono più abituato a questo nervosismo, a questa agitazione. Ricordo che la provavo ogni volta, prima di scendere in campo. Mi faceva sentire così carico e vivo.
Chiudo gli occhi e rimango ad ascoltare il rumore delle pallonate che gli altri stanno tirando all'interno, il suono familiare delle suole delle loro scarpe stridere contro il pavimento. Una nostalgia stana mi inonda. Sorrido di nuovo, affondando la faccia nella sciarpa. Anche se un po' sciamato, percepisco ancora il profumo di Bokuto. Arrossisco appena.
Mi viene spontaneo ripensare a qualche settimana fa, quando ancora non lo conoscevo. Quando ancora conservavo il ricordo della pallavolo in angolo stretto della mia testa. Ripenso a quando non percepivo nulla nello svegliarmi il mattino, mentre venivo a scuola, quando tornavo a casa. Non c'era nulla che mi spronasse a sentire qualcosa. Non c'era nessuno.
Eppure, in pochi giorni, è cambiato tutto. Sono riuscito a piangere. Sono riuscito a sentire nuovamente quel fremito nelle dita delle mani dopo aver alzato un pallone. Sono riuscito ad affezionarmi a qualcuno.
Sono riuscito a fare qualche passo in avanti. E ora che ho provato nuovamente quella frenesia e quella felicità che non provavo da tempo, non posso fare altro che corrervi dietro. Continuare ad avanzare, e smettere di pensare a cosa accadrebbe se qualcosa fermasse nuovamente la mia corsa.
Voglio inseguire nuovamente quella luce, ora che finalmente si è aperto uno spiraglio in quel buio che era piombato nella mia vita. Voglio solo uscirne fuori, e portare mamma con me.
Voglio salvarla e salvarmi.
E il primo passo per farlo, è proprio questo.
Ora ne sono certo.Non esito maggiormente ad aprire le porte della palestra, venendo investito da un calore piacevole e il tipico odore di gomma.
Komi è il primo che sobbalza nel vedermi, per poi espandere un sorrisone sul suo volto. «Akaashi! Non dirmi che ci hai pensato, quindi! Allora?! Ti unirai alla squadra?!», la sua voce fremente richiama anche gli altri, in special modo Onaga e Bokuto, che si voltano di scatto alle urla del più basso.
Bokuto sembra illuminarsi, scattando velocemente verso di me. In pochi secondi, me lo ritrovo davanti, affannato. «'Kaashi! Pensavo fossi andato a casa! Che ci fai qui?!», mi domanda così sorpreso e felice che me ne compiaccio, in fondo, di non avergli accennato nulla al riguardo prima. Sorrido nel notare anche Sarukui, Washio e Konoha avvicinarsi. «Quindi sei venuto a darci una risposta?», mi chiede il biondo con un sorriso lieve e annuisco, prima di inspirare a fondo sotto tutti i loro sguardi. Gli occhi dorati di Bokuto in attesa fremente riescono a farmi ridacchiare.
«Ecco...Ci ho pensato su e...Mi piacerebbe poter entrare in squadr-», non riesco nemmeno a finire di parlare dato che Bokuto mi salta addosso, avvolgendomi in un abbraccio caloroso. «Grazie a Dio! Preferisco di gran lunga te in squadra, amico! Vedrai che non te ne pentirai!», commenta entusiasta Onaga, riferendosi a Sakusa, che però noto essere assente.
«Lo sapevo! Ho vinto la scommessa!», Komi ammicca a Sarukui, che sospirà seccato, prima di aggregarsi all'abbraccio di Bokuto con un balzo, seguito a ruota da Onaga. Sarakui e Konoha mi sussurrano di scusarli per la loro frenesia, ma sorrido, ricambiando il loro abbraccio. Sono davvero così felici solo perchè sono entrato in squadra? Sento il cuore quasi esplodere di gioia nel petto. Solo adesso me ne rendo davvero conto: ho sempre odiato essere da solo.
Lo sono sempre stato, e alla fine me ne sono abituato a tal punto da credere che la cosa mi andasse bene. Ma non mi è mai andato bene. Ho sempre pensato che se non avessi dedicato tutto il mio tempo a mia madre, allora sarei stata una persona orribile, arrivando ad eliminare la mia stessa esistenza.
Ma se non ricomincio da me stesso, non riuscirò mai ad aiutarla per davvero. Se non mi salvo prima io, finiremo entrambi per cadere in quel vuoto che sento sempre espandersi nel mio petto. E non lascerò che questo accada.
Quel vuoto in questi anni è cresciuto così tanto da inglobare ogni aspetto della mia vita. Non me ne sono mai accorto, fino ad ora.
Se finalmente riesco a realizzarlo, è solo grazie ad una persona.
Era da tanto tempo che aspettavo di sentirmi nuovamente così. Di sentirmi bene. Per quanto ancora avrei aspettato invano, se non avessi incontrato Bokuto? Al solo pensiero, mi sento quasi paralizzare.
Perchè ora non riesco ad immaginare un solo giorno senza di lui.
«Grazie. Sono davvero felice.», quasi sobbalzo. È un sussurro veloce al mio orecchio, ma lo sento ugualmente. Bokuto mi stringe maggiormente a sè e mi ritrovo a sbarrare gli occhi, che quasi pizzicano di nuovo. Un sorriso si espande sul mio volto senza che riesca a controllarlo.
Ricambio la stretta, sentendomi per la prima volta dopo tanto tempo, finalmente a casa. In un posto sicuro. Uno in cui finalmente riesco a provare qualcosa. In cui riesco a sentirmi felice.
HEY HEY HEEY
in ritardo come sempre, mi dispiace :") per lo meno il prossimo capitolo è già quasi pronto quindi mi farò perdonare! spero stiate tuttx bene in qualsiasi caso, mi volatizzo augurandovi una buona giornata!!
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𝗟𝗼𝘀𝗶𝗻𝗴 𝗬𝗼𝘂 | 𝗕𝗼𝗸𝘂𝗮𝗸𝗮
Fanfiction«Perché perdere te sarebbe come perdere una parte di me.» 𝗔𝘁𝘁𝗲𝗻𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲! Questa storia tratta di tematiche forti come la depressione e il suicidio. Leggere a propria discrezione.