"Devi uccidere delle persone innocenti. Direi che costa tutto quello che sei. Perciò ti aggrappi al tuo desiderio. E quella notte, sì, il mio unico desiderio era salvare Katniss. Poi ci hanno separati ed è lì che l'ho persa"
Peeta. Hunger Games. Questo è uno dei pochi libri che mi sono rimasti. Ovviamente era anche uno dei libri proibiti. Ma io mi aggrappavo a quelle pagine come se quella storia fosse così irrealistica da farmi viaggiare con la fantasia per poi farmi tornare tra i mortali appena chiuso il libro.
No. Non era fantasia. Anche qui lottiamo per la nostra vita ogni giorno. Le uniche difese a nostra disposizione sono delle mura alte 50 metri e dell'attrezzatura anti-gigante che ovviamente possono usare solo i soldati.
Ingiusto.
Quei mostri non proveranno mai pietà solo perché siamo esseri piccini e indifesi. Loro pensano solo a riempirsi lo stomaco. Cosa che loro, a differenza nostra, possono evitare di fare. Ci divorano per il puro piacere di porre fine a delle vite.
Inutili.
Chi avrebbe mai pensato che un giorno mi sarei trovata a combatterli tu per tu?
Io, così piccola. Loro, così grandi.
E poi quel rapporto tra Peeta, il ragazzo del pane, e Katniss, la ragazza di fuoco simbolo della rivoluzione. Cos'è? Mi ha sempre incuriosita, fin dalla prima lettura, quando ancora mi nascondevo nel velo della notte sul tetto della mia casa, a Carmia. Il ragazzo morirebbe per lei. Lei per lui. Esiste veramente un legame che ti porta a tanto? A vendere per qualcun altro tutto ciò che hai di più caro, ossia la vita? Non l'ho mai compreso appieno. Nessuno mi ha mai dato l'opportunità di capire, se vogliamo essere sinceri. Un amore così platonico non l'ho mai visto coi miei occhi.
Quindi sì. Ecco perché questo libro è così importante per me. Crea l'immagine che possa essere tutto frutto di un'idea di qualcuno che sceglie accuratamente parola dopo parola, azione dopo azione, e che quando arriverò alla fine e chiuderò l'ultima pagina, tutto questo non sia mai successo.«Oi, vedi di alzarti da quel letto e prepararti. Dobbiamo essere puntuali qui, altrimenti ci becchiamo una punizione»
Una voce femminile dissipa il tepore del sonno, cercando disperatamente di convincermi a uscire dalle coperte che mi proteggono dai raggi solari della prima mattina. Non so perché sia così ostinata. Non l'ho mai sentita o vista prima d'ora, non la conosco. Non dovrebbe importarle di me.
«Lasciala stare. È una tipa strana. Vive nel suo mondo. Se arriverà in ritardo si prenderà lei la strigliata» interviene un'altra voce femminile.
Beh mi sembra abbastanza ovvio che siano tutte voci di ragazze dato che siamo nel dormitorio femminile. Ma a differenza della prima, questa la conosco molto bene. Reka. Quella ragazza scorbutica la conosco da quando ero piccola. Veniamo dallo stessa stessa città, quindi ci conosciamo solo per aver fatto parte della stessa compagnia di bambini, per così dire, e da quando ho memoria non mi ha mai rivolto una parola gentile. Non venni mai a sapere il motivo della sua diffidenza nei miei confronti ma, come mi venne erroneamente insegnato, non avevo tempo per badare a così futili dettagli della mia vita. Sarebbero stati in molti ad odiarmi, un giorno, tanto valeva iniziare fin da subito.
Mugugno tra me e me e costringo l'altra ragazza ad avvicinarsi per capire cosa volessi dire, attirandola nella trappola della curiosità. Le scappa una risata genuina, dolce all'udito. Strano, di solito non ride mai nessuno a una mia qualche affermazione. Di norma vengo osservata con occhi languidi o disprezzevoli.
«Che hai tanto da ridere?» chiede in tono infastidito l'altra, conscia che stessi parlando di lei.
«Emm...» la ragazza gentile cerca di scappare allo sguardo scottante che penso Reka le stia rivolgendo.
«Posso dirlo?» mi chiede infine.
Io scuoto la testa da sotto le coperte. In tutta questa discussione non ho accennato ad uscire dal mio riparo. Spero capisca.
A quanto pare sempre di sì perché poi dice: «Oh niente di particolare. Non ti perdi niente.»
Sento Reka grugnire feroce e dei passi che si allontanano. Decido allora di compiere l'atto più coraggioso che potessi mai fare: tiro fuori la testa dalla mia tana.
Vedo che però c'è ancora la ragazza gentile. È un po' bassa. I suoi capelli solo legati perfettamente in una treccia nera. Il suo viso è proprio come la sua personalità, gentile (o almeno quel poco che ho potuto notare in questa breve scenetta mattutina).
«Hai deciso di uscire finalmente!» sorride radiosa.
«Comunque io sono Sina. Piacere.»
Sono ancora vittima del sonno e la mia voce è impastata, ma qualcosa riesco a dirla per presentarmi.
«Sono [T/n]. Piacere mio..» una pausa per uno sbadiglio evidenzia quanto sia stata maleducata bei suoi confronti comportandomi in tale maniera.
«Dovresti incamminarti come ha fatto Reka altrimenti non sarò l'unica a beccarsi la punizione il primo giorno» le faccio notare, indicandole la porta della camerata con il mento.
Lei scuote il capo come farebbe una bambina piccola.
«No no, io ti aspetto. Quindi se non vuoi che mi becchi una punizione per averti fatto compagnia vedi di muoverti»
Ok devo dire che ha trovato il modo giusto per farmi alzare. Non voglio di certo che una ragazza prenda una punizione solo per essere stata premurosa con me.
Allora decido di mettermi in piedi e vado a prendere la mia divisa appoggiata alla fine del letto. Mi cambio lentamente con ancora i muscoli addormentati e quando sono pronta richiamo l'attenzione della mia compagna.
«Sì ecco..hai intenzione di venire giù con quella criniera scompigliata?» mi fa notare e poi le scappa una risatina dolce. Giusto..i capelli.
Uso l'elastico che tengo al polso per legarli alla meglio e ora che sono pronta possiamo affrettarci a raggiungere gli altri alla mensa.Quando mettiamo piede dentro alla sala notiamo che i tavoli sono tutti occupati, quindi prendiamo la nostra porzione e ci accontentiamo di un angolino alla fine di una tavolata.
«Oggi dovrebbero arrivare gli altri cadetti. Avevano più strada per il viaggio fin qui» sento dire a un ragazzo.
Una ragazza si avvicina all'orecchio della sua presunta amica e le dice «Sì e speriamo ci siano dei ragazzi più carini di questi» e si mettono a ridere come due gallinelle.
Beh inutile dire che non ha sussurrato un bel niente visto che anche io l'ho sentita e, a giudicare dalla faccia del povero ragazzo di prima, anche lui deve aver sentito.
«Oh sì è vero. Oggi arrivano i ragazzi provenienti dal distretto di Shiganshina. E nel mentre avrebbero fatto salire anche quelli dei villaggi e gli altri distretti lungo la strada. Poveri, loro hanno visto tutto. I giganti hanno fatto breccia e ho sentito che ce n'erano due particolari, diversi dagli altri. Sono stati loro a distruggere le mura»
A quanto pare Sina ha deciso di fare un riassunto della situazione alla sottoscritta. Probabilmente perché pensa che sotto stupefacenti (ovvero il sonno) non potessi capito niente.
«mh..grazie» rispondo mettendo in bocca l'ultimo boccone. Giusto in tempo devo dire.
Un uomo entra e ci avvisa di farci trovare già disposti in ordine nel piazzale esterno. Tutti escono e anche io e Sina ci aggreghiamo.
Ora che ci penso si chiama come le mura più interne. Suona meglio però su una persona. Decisamente meglio. Ed essendo le mura più piccole le si addice particolarmente. Chissà perché ha voluto essere gentile proprio con me. Mi hanno sempre presa per stramba perché mi piaceva leggere. Forse è per questo. Lei non lo sa. Magari le mostrerò questo lato di me quando legheremo di più.
Prendiamo posto in riga e aspettiamo che il signor Keith Shadis, nostro istruttore, ci spighi il programma della giornata.
Eccolo arrivare.
«BENE DANNATI. OGGI ARRIVERÀ IL RESTO DI VOI» nemmeno il tempo di finire il suo discorso che vediamo arrivare delle carrozze.
Ecco gli eroi tanto attesi. Evviva.
Devo ammettere che non sono tantissimi. Saranno più o meno come noi, quindi tirando le somme il gruppo sarà firmato da circa 200 elementi? Poi si vedrà se qualcuno deciderà di abbandonare e tornare a casa strisciando.
Ok sì sono troppo cupa. E SVEGLIATI CRETINA!
Questa è l'occasione buona di trovare amici. Non ti conoscono quindi non sanno delle tue passioni reputate strane. Su su!*Hey bella gente. Questa è la mia storia. Spero per il momento vi piaccia. Non ho molto da dire quindi addio*
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𝕄𝕌ℝ𝔸 {Jean x reader}
FanfictionLa cura di una persona cara è un atto di puro amore. Così dovrebbe essere per chiunque, soprattutto per i genitori con i loro piccoli angeli. [T/n] è cresciuta per essere perfetta, con l'unico destino di amare incondizionatamente chiunque avesse s...