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Apro la porta della prigione con velocità e raggiungo Jean che si sta prendendo cura dei cavalli.
«Ci sono!»
Prendo le redini di Ercole e salgo con un bel salto, poi siamo pronti a raggiungere gli altri compagni alla volta del castello Utgard.
«Tynee sta bene? Sei sicuro ce la faccia?» mi preoccupo per la sua cavalla in stato interessante. Non voglio di certo che il puledrino muoia!
«Sì, ho chiesto a un veterinario. Per un po' potrà ancora venire in missione» mi rassicura.
«Ah, sai ho trovato mia madre, sta bene. Ha chiesto di te ovviamente e le ho detto, sì beh, che stiamo insieme ora. Sappi che sei obbligata a passare a trovarla, era su di giri come suo solito»
Mi scappa una risata «Lo sai che non è un obbligo per me, lo faccio volentieri. E poi gliel'ho promesso o sbaglio?» Sono così sollevata che stia bene, non so se Jean sarebbe riuscito a sopportare un lutto in questo periodo.
Il ragazzo sembra ricordare e poi cambia discorso chiedendomi ciò che è successo con Sina. Gli racconto tutto, d'altronde di lui mi posso fidare, e quando stiamo raggiungendo il gruppo sulle mura, che ormai è già arrivato, concludo il mio discorso.
Sembra parecchio confuso per tutto quello che gli ho detto ma ora non è più il momento di parlarne.
«Hey ragazzi che è successo?» chiedo a Connie che ha gli occhi fuori dalle orbite.
«Ymir, quella racchia, è un gigante. Ci ha salvati combattendo contro gli altri giganti ma ora è ridotta male. Dicono che se non avesse il potere dei titani sarebbe già morta»
Ymir un gigante?! Ma che diamine...
«E poi...sono comparsi il Colossale e il Corazzato e hanno portato via sia Ymir che Eren. Non ho capito chi fossero, ma spero che Reiner e Berthold, vicini a dove sono camparsi i giganti, stiano bene. Non avevano il dispositivo di manovra tridimensionale»
MA CHE È?! Qui continuano a succedere cose!
«Hai altro da dire che ci siamo persi?»
«Forse i giganti sono umani» continua a parlare fissando il vuoto con sguardo perso. Beh due tre cosette devo dire...MA COME I GIGANTI SONO UMANI?!
«[T/n], Jean, stiamo preparando tutto per partire. Secondo la caposquadra Hanji si sono fermati a riposare in un bosco di alberi giganti da queste parti. I rapitori, quindi i giganti, sono proprio Reiner e Berthold. I feriti dell'esplosione del Colossale dovranno rimare qui, ma io devo salvare Eren. [T/n] se non ti dispiace puoi aiutarmi?» ci da le informazioni più utili Mikasa, stilando una perfetta lista. Non mi sorprende più di tanto che i responsabili di questo macello siano quei due. Io e Sasha ci stavamo pensando da tempo ormai ma non volevamo crederci finché non l'avessimo visto con i nostri occhi e dopo che Reka mi ha raccontato la sua vicenda ancora di più. Aiuto la ragazza mora a rimettersi in piedi e le sistemo il dolore al braccio rimettendo a posto ciò che era uscito dalla sua posizione anatomica.
«Ora dovrebbe andare meglio. Sappi che ti aiuteremo a costo della vita. Rivogliamo indietro i nostri amici»
«Beh Eren possono tenerselo. Starà sicuramente urlando come un pazzo. Se fossi in loro lo riporterei indietro. Forse sarebbe quello il vero danno: riaverlo» ironizza Jean. L'asiatica non può far altro che incenerirlo con lo sguardo.
«Stavo scherzando. Ovvio che dobbiamo riprendercelo, anche se personalmente controvoglia» si difende il ragazzo, poi rivolto a me
«Tu dovresti rimare qui ad aiutare i feriti, sei una risorsa preziosa in questi casi»
«Sarà un discorso egoista ma devo vedere quei due e sapere perché l'hanno fatto. Un loro discorso non mi torna» e poi non sarà facile riprendere i due ragazzi senza danni. Sarò più utile nel campo di battaglia se devo "curare" qualcuno. Il castano chiaro non ribatte e aiuta gli altri con gli ultimi preparativi. Io prima di partire cerco di dare comunque una mano con chi ha bisogno.
In lontananza però scorgo una figura familiare avvicinarsi zoppicante, Jace. Quando è abbastanza vicino vedo che il suo viso è scuro e subito mi preoccupo.
«Hey che succede? Siediti, su» lo invito a prendere posto in uno dei teli medici in modo da poterlo visitare. Il ragazzo biondo non riesce a sollevare gli occhi da terra e dopo un po', mentre sono presa dal bendaggio, spiaccica qualche parola.
«Ho provato- non volevo che-» si interrompe varie volte per via dei singhiozzi «Nanaba non è riuscita- ha finito il gas ed è stata- l'hanno divorata davanti ai miei occhi- non ho potuto fare nulla se non guardarla venire fatta a pezzi- ho allungato una mano ma non sono riuscito ad afferrarla. Perdonami ti prego!» scoppia in lacrime inginocchiandosi davanti a me. Cosa? Nanaba...divorata? Sento la testa girare, pensavo fosse tra i feriti del Colossale ma pensare che tra le macerie di quel castello pochi metri più in basso ci siano i suoi resti...non ci posso credere.
«E...e Sam? Lui dov'è?!» chiedo preoccupata che il mio amico abbia fatto la sua stessa fine. Il ragazzo davanti a me asciuga le lacrime con la manica.
«È tra i feriti, ha battuto forte la testa quando c'è stata l'esplosione. Sto pregando chiunque esista là in alto perché lo grazi e superi il pericolo. Non riuscirei a perdere anche lui» risponde stringendo le mani, poggiate sulle ginocchia, a pugno. Dio anche lui. Porto una mano alla testa cercando invano di fermare i capogiri e mi costringo a sedermi chiudendo gli occhi. Vedo tutto nero ma comunque i giramenti non si decidono a rallentare. Merda! La donna che mi ha accolta a braccia aperte nella sua squadra e mi ha trattata come la sua piccola figliola è morta. Il mio cuore è a pezzi. Non ho nemmeno potuto darle un ultimo saluto, è successo tutto velocemente e ci siamo separate. Ora il pensiero che potrebbe essere la stessa cosa per Sam mi fa salire la nausea. Vi scongiuro, voi divinità! Salvatelo! È un ragazzo d'oro, è sempre stato gentile con tutti, non merita di morire così giovane. Ha un fratello troppo serio a cui badare, non può abbandonarlo. Ha un ragazzo a cui tiene molto che sta piangendo e pregando perché si riprenda. Ci sono io che senza il mio migliore amico sarei persa. I suoi consigli, i suoi scherzi, le sue risate, i suoi problemi...tutto, non posso lasciarlo andare così.
Sono talmente assorta dalle mie preghiere che non mi accorgo dell'imminente partenza. Una mano sulla mia spalla mi risveglia.
«Andiamo. Dobbiamo riprenderci i nostri amici»
«Sì Mikasa. E gliela faremo pagare, a entrambi. Ci sono troppe vite che devono ripagare»

𝕄𝕌ℝ𝔸 {Jean x reader}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora