Non volevo vedere quel verme mai più nella mia vita e dove me lo ritrovo? Al matrimonio della mia migliore amica a rovinare l'atmosfera festosa di cui ero circondata.
Il suo sguardo sembra divertito e il suo sorriso vittorioso. Crede sempre di avere già il risultato di ogni azione in mano, come se fosse un pass par tu per la vittoria di ogni sfida che si trova davanti.
Che odio.
«[T/n] che ti prende?» si preoccupa Armin.
«Lui è qui» rispondo tenendo sempre sotto controllo l'uomo.
«Lui chi?» borbotta Sasha alle mie spalle.
«Non ne ho idea ma deve essere un tipo tosto se ha questo tono» le risponde Connie.
Non ho tempo di ricordargli della mia storia passata e appena la figura si allontana per uscire dal tendone la seguo.
Passo tra le tavolate scusandomi con i presenti per doverli far alzare dalla sedia. Quel brutto- no [T/n], no. Niente parolacce...per il momento almeno.
«Oh la mia figliola preferita!»
«Finiscila» lo fermo subito. Siamo sul lato opposto della chiesa, lontani dagli altri invitati. È sempre stato un amante della privacy, e oggi non fa eccezione.
«Che vuoi? Perché sei venuto fin qui?»
«E daiiii~ abbraccia il tuo papino! Sei sempre così distaccata. Cosa dirà mamma?»
Mi scappa uno sbuffo che starebbe ad indicare una breve risata «Mamma? Da te non mi aspettavo la sincerità ma sai pensavo che almeno lei, la donna che mi ha sempre voluto bene e mi ha sempre raccontato tutto, mi avrebbe detto una cosa importante come le sue origini. Devi sapere che, quando non ho niente da fare, vado in giro a parlare con le persone e ho scoperto di avere una sorellastra. Guarda te! Sì effettivamente anche io penso che una cosa così importante non vada detta. E beh che dire...eri a tanto così da avere un genero, della tua età per altro. Sei fortunato ad avere una figlia che sa difendersi e che ha buoni amici ad aiutarla»
Lui ascolta tutto silenziosamente, come se sapesse che un giorno sarebbe arrivato il momento in cui la figlia avrebbe scoperto tutta la storia della famiglia [T/c]. L'unica cosa che mi fa montare il nervoso è il suo sorriso perennemente dipinto in faccia. La stessa faccia che prenderei a pugni volentieri, ma grazie alla progenitrice Ymir ho la forza di contenermi.
Si avvicina per prendermi alla gola. Non ricordavo avesse tutta questa forza! Non riesco a respirare.
«Se hai intenzione di rovinarmi la vita dovresti anche sapere che mi basta schioccare le dita per far fuori quelli a cui tieni. Non immischiarti nei miei lavori e avranno salva la vita e potrai continuare a vivere a modo tuo e-»
Viene interrotto in qualche modo, che non capisco quale sia per via della vista offuscata dal poco ossigeno, e la presa intorno al mio collo scompare. Tossisco bruscamente e cerco di far entrare più aria possibile nei polmoni.
«Che vuole da [T/n] questa volta, eh?! Se ne vada immediatamente!» urla una voce tanto conosciuta.
«Jean- fermo-» cerco di avvertirlo. Se morisse ora, qualcuno dei suoi scagnozzi ce la farebbe pagare nel giro di poco, e se andasse via ferito sarebbe la stessa cosa, meglio evitare.
Il ragazzo, vedendomi a terra con una mano alla gola a massaggiarla per il dolore, lascia da parte l'uomo e si accascia vicino a me.
«E così questo è il ragazzo che ha catturato l'interesse di mia figlia... Ho sentito parlare alcuni uomini di un giovane che è riuscito a far ridere la difficile e irraggiungibile Lady [T/c] che non permette nemmeno mai un ballo a nessuno alle grandi feste. Non mi aspettavo di certo un sempliciotto campagnolo come lui. Ma te l'ho detto: non intrometterti nei miei affari e io non mi intrometto nei tuoi. Vuoi rovinarti la vita vivendo in una casetta da quattro soldi con marmocchi che non riuscirai a sfamare? Fai pure, non ti dico niente. Ma se osi solo portare a galla la verità sulla mia attività sai cosa accadrà» e detto questo se ne va. Confortante sapere che è venuto solo per rovinare la festa e minacciarmi. Ora sto proprio meglio.
«Hey, aspetta» lo chiamo. Mio "padre" si volta nella mia direzione per degnarmi almeno di un piccolo briciolo di rispetto, se così si può chiamare.
«Per tutto quello che hai detto» e gli mostro il dito medio.
Penso di non averlo mai visto sorridere nel modo in cui sta sorridendo ora. Non è un sorriso di quelli che ti prendono in giro come quelli che usa sempre, ma uno di quelli che ti viene quando un bambino ha fatto qualcosa di maturo per la sua età, come di orgoglio. Mio padre non me ne aveva mai rivolto uno prima.
«Tsk, ora sei proprio diventa una rozza. Ma è risaputo: ad andare con gli zoppi si impara a zoppicare» e si volta subito dopo aver ritirato fuori il suo sorriso strafottente.
«Non penso di aver fatto una buona prima impressione su tuo padre» ironizza la faccenda Jean.
Mi scappa una risata «Idiota» ma me ne pento subito perché un attacco di tosse mi punisce. Caspita se era forte la sua presa.
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𝕄𝕌ℝ𝔸 {Jean x reader}
FanficLa cura di una persona cara è un atto di puro amore. Così dovrebbe essere per chiunque, soprattutto per i genitori con i loro piccoli angeli. [T/n] è cresciuta per essere perfetta, con l'unico destino di amare incondizionatamente chiunque avesse s...