«Più giù su quelle braccia! Che sono? Stecchini?»
Spiegare a Sina e, una volta arrivate a palazzo anche a Historia, perché ho tre ragazzine mingherline è stata la recita migliore che potessi mettere in scena.
Raccontai che, quando scesi dalla carrozza per controllare, le ritrovai infreddolite che cercavano di scappare da un lupo. Mi raccontarono che la loro casa era andata a fuoco, uccidendo i loro genitori e lasciandole sole ad affrontare la natura.
Mentire alla Regina, anche se è mia amica, non porterà belle conseguenze. Magari un giorno, quando saremo sole senza nessuno ad ascoltare, le racconterò tutto. Potrebbe anche aiutarci.
Sina invece, nonostante in un primo momento mi credette, ha iniziato a guardarmi con sospetto e ogni volta dovevo trovare un modo per distogliere la sua attenzione dalle circostanze che vedevano le tre combinare qualche guaio, come se non fossero abituate a vivere nella società.
«Avanti! Mia nonna ha più vitalità, riposi in pace povera donna» le sprono. Ho imparato da Shadis a usare questa tecnica: annullare chi si è stati fino ad allora per ricominciare da capo. Anche se loro non hanno avuto molto nella loro vita bisogna togliere anche quel poco. Diventeranno forti, lo sento.
«Kim, ti senti bene?» chiedo abbassandomi vicino alla ragazza più minuta. Non hanno mai avuto un nome così io e Hana, che è tornata alla sua vita di tutti i giorni a palazzo, gliene abbiamo dato uno.
«Sì capitano. Tutto bene, posso continuare»
La guardo, un po' sorpresa del titolo che ha usato per rivolgersi a me, ma non convinta delle sue condizioni indago maggiormente.
«Fammi vedere le mani, forza»
La piccola, lei ha dodici anni mentre le altre due sono più grandi di un anno, titubante allunga le mani verso di me e posso notare quello che già avevo ipotizzato: ha un gran numero di tagli e sangue che le copre tutta la pelle.
«Può bastare per oggi, andate pure a fare un bagno. Kim noi due andiamo a pulire qua, ok?»
Le ragazze più grandi mi salutano e corrono verso l'edificio, felici di aver finito gli allenamenti prima del previsto. Sorrido vedendo quello spiraglio di serenità nelle loro anime. Ne hanno passate troppe.
«Su andiamo» Dò una leggera pacca sulla spalla alla ferita e la aiuto ad alzarsi.
«Perché è così gentile con noi?» chiede osservando a terra i suoi piedi seguirsi uno dietro l'altro.
«Ti faccio un'altra domanda: perché dovrei trattarvi male?» Incrocio le mani dietro la schiena e giro su me stessa continuando a camminare all'indietro e riuscire a guardare bene la mia interlocutrice. La biondina si ferma e non distogliendo gli occhi dalle punte dei piedi inizia a tormentarsi le mani già ferite in segno di disagio. Mi avvicino a lei, prendendo le sue mani tra le mie, e le alzo il viso per poter vedere i suoi occhi. È molto spaventata, è chiaro, ma qui non deve temere nessuno, è al sicuro.
«Kim, non mi azzarderei mai a farvi del male, puoi starne certa. Posso solo lontanamente immaginare cosa vi sia successo veramente, di sicuro non ho mai sentito parlare nello specifico di quello che fanno le guardie della "merce" di quello schifoso di mio padre, ma ho sentito solo di sfuggita qualche frase del tipo "Ho controllato nei minimi dettagli quelle più belle e sono sicuro che apprezzeranno il prodotto". Penso che quando se ne uscivano con cose del genere e qualche ghigno divertito e soddisfatto solo una potesse essere la conclusione da trarre: si approfittavano di voi, fin da quando venivate "raccolte", come dicevano loro per indicare quelle appena arrivate» Vedo che stringe le spalle e torna a guardare a terra, corrugando la fronte e aumentando il respiro. Devo aver portato alla mente dei brutti ricordi, maledizione! Sono un'idiota!
«Ascolta» prendo un bel sospiro «farò di tutto per aiutare ma nelle mie attuali condizioni non posso combattere molto. Vi posso addestrare e se, per grazie divina, tornerà una mia amica potrei chiederle di assistermi. Con lei imparerete molto più velocemente. Ora vediamo di guarire queste ferite e raggiungere le altre»
Torniamo a camminare, silenziosamente, fino a raggiungere la piccola stanza medica. Con sorpresa al suo interno trovo mia sorella, seduta a gambe conserte su uno dei pochi lettini che mi rivolge uno sguardo truce.
«Ciao Sina» la saluto tranquillamente, poi mi rivolgo con tono calmo alla ragazza alle mie spalle «Siedi pure su quello a destra»
Mi avvicino a uno degli armadietti iniziando a cercare il necessario nel mentre che la mora si schiarisce la gola rumorosamente. Al che alzo gli occhi al cielo.
«Che c'è?» chiedo annoiata.
«No no tranquilla. Non è niente. Non sto solo aspettando che mia sorella mi dica perché queste ragazze all'improvviso siano state fatte salire sulla carrozza in cui stavo dormendo fino a qualche minuto prima e perché ora vivano a palazzo. No no, mi basta la balla che è stata raccontata a tutti gli altri, non sono mica così sveglia da accorgermene. Historia sarà anche talmente dolce da crederci ma a me non la fai sotto il naso»
E infatti le mie preoccupazioni di poco fa erano esatte. Ma avevo già pensato anche a questo.
«Lo so, non sei scema, non è nel tuo stile. Infatti ti ringrazio per non aver detto nulla, e ti ringrazierei se continuassi a farlo. Ti racconterò tutto ma ho bisogno che tu mi dia la tua parola prima»
«Certo, ce l'hai. Ora sputa il rospo»
Mentre medico Kim le racconto tutto, facendo intervenire ogni tanto anche la ragazzina timida per iniziare a sbloccarle questo problema, d'intralcio se poi deve diventare una spia o un sicario. Almeno... questi dovrebbero essere i piani.Scusate il ritardo! Di nuovo...
Capitolo corto, lo so. Ma festeggiamo tutti insieme l'uscita del nuovo episodio, sì! Della durata, udite udite, di un'ora! Il nostro Jean è uno spettacolo, come sempre <3
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𝕄𝕌ℝ𝔸 {Jean x reader}
FanfictionLa cura di una persona cara è un atto di puro amore. Così dovrebbe essere per chiunque, soprattutto per i genitori con i loro piccoli angeli. [T/n] è cresciuta per essere perfetta, con l'unico destino di amare incondizionatamente chiunque avesse s...