«Hey ma che sta succedendo?!» urlo correndo nella direzione di Armin «Era morto, divorato! Ero lì con te» Non sto capendo niente. Come diamine è possibile.
«Penso che lei possa sapere. D'altronde era presente» gli dice Reka. Lui annuisce.
«Ecco vedi, non so come sia possibile ma è uscito da un gigante. Quello che abbiamo seguito fino alla base di approvvigionamento era lui»
EH?!
Guardo Mikasa, la quale è parecchio felice di riaverlo tra le sue braccia. Ma aspetta..QUEL BRACCIO NON ERA STATO TRANCIATO VIA?! PURE LA GAMBA!
Sono parecchio confusa, non è umanamente possibile che rispuntino gli arti.
«[T/n] loro devono andare al comando, quindi se hai qualche domanda ti rispondo io, come sempre. Anche se questa volta è un po' diverso» mi richiama all'attenti Jean. Annuisco e ci andiamo ad accomodare a un ristoro.
«Ho così tante domande che non so da dove iniziare. Cioè..COME? Così dal nulla?»
«In forma titana è svenuto e poi è uscito dal suo collo. È tutto quel che so al momento. Tu invece? Come te la sei cavata qui?» mi chiede per cambiare discorso.
Dato che non sa molto altro è inutile chiedere ancora di Eren, quindi gli rispondo raccontandogli della piccola Eloise e che ora si trova con Joanne, più viva e chiassosa del solito.
«Sono felice stia bene. Ma trovare la madre della piccola sarà un'impresa, lo sai bene. E se fosse stata divorata?»
«Non pensare pessimisticamente! Sarebbe un problema se rimanesse sola..» dico con voce malinconica. So del passato dei tre amici di Shiganshina e rimanere sola sarebbe un colpo troppo forte per una bambina tanto buona.
«[T/n]! [T/n]! Sono tornata a trovarti, visto?» ci interrompe una vicina tanto carina.
«Eloise! Che bello rivederti! Stavo appunto parlando di te! Pensavo rimanessi un po' con Joanne» dico quest'ultima frase alzando lo sguardo sulla nobile.
«Voleva vederti a tutti i costi e non sono riuscita a trattenerla. E poi penso sia sfuggito di mano il discorso di prima..» risponde grattandosi la nuca in imbarazzo.
«I tuoi bambini come si chiamano? Sono grandi come me? O più piccoli? È lui il papà?» Scorre la lista di domande come se non le importasse un gran che della risposta ma si concentra particolarmente sul ragazzo vicino a me.
«Sei tu? Sei un bravo papà?» sale sulle sue ginocchia curiosa.
Jean è abbastanza a disagio, probabilmente non abituato ad avere a che fare con dei bambini e cerca in qualche modo di spiccicare parola ma viene interrotto ogni volta dalla piccola peste. Decido allora di salvarlo, ma dopo essermi fatta una bella risata silenziosa.
«Eloise sono ancora giovane, non posso avere già dei figli, soprattutto non della tua età. E di conseguenza lui non è papà di nessuno. Quando crescerai un po' di più e avrai la nostra età capirai meglio perché non ne ho» La piccola mi guarda un po' delusa, chissà che le prende ora «Tutto bene Eloise?» le chiedo allora.
«Volevo conoscere i tuoi bambini! Uffa..» sbuffa lei.
Non riesco a non sorridere a quella scena tanto carina. È proprio un bello scricciolo. E ha anche un bel caratterino.
«Hey piccola, ora che l'hai vista andiamo a fare un po' di merenda? Ti compro qualcosa di buono se dici» chiede Joanne porgendole una mano e invitandola a lasciarci in pace. Quando la biondina mi guarda per chiedere il permesso, io le faccio cenno di andare tranquilla.
«Tanto poi ci rivedremo. Devo aiutarti a trovare la mamma, giusto?»
«Sempre che sia an-»
«Andata ad aiutare i feriti! Intendevi questo, vero Jean? Ovviamente se è da loro sarà molto impegnata e non sarà facile trovarla tra tutte quelle persone. Quindi appena la situazione si sarà stabilizzata la cercheremo come promesso» Dio se non chiude la bocca lo strangolo! Per fortuna Eloise pare crederci e saltella via con la mia amica.
«Ti uccido.»
«Che ho fatto ora?» chiede esasperato l'altro.
«Ti pare una buona idea dirle che probabilmente sua madre è all'altro mondo?!» gli faccio notare spalmandomi sul tavolo a cui sedevamo.
«A proposito! Pensi che tua madre sia riuscita a mettersi in salvo?» gli chiedo un po' titubante.
Il ragazzo castano chiaro sospira per poi guardarmi con i suoi occhi ambra tanto calmi «Lo spero»Il comandante Pixis decide di informarci sul da farsi con la brillante idea di urlare da ben 50m d'altezza.
«Tu hai capito qualcosa?» mi chiede una Sina al quanto incerta.
«Assolutamente no» le rispondo. Sta andando avanti così a scaletta da Sasha, che l'ha chiesto a Connie, poi Marco, Sina e infine me che rigiro la domanda a Reiner. Ti prego almeno tu sappici dare una risposta!
«Da quello che ho sentito dobbiamo attirare i giganti verso le mura mentre Eren trasformato chiude la breccia con un enorme masso che è volato da quelle parti»
Date un premio per il miglior udito a quest'uomo. Un cacciatore perfetto. Lo ringrazio e ripeto lo stesso a Sina e così fino alla prima da cui è partito il tutto.
«Beh una missione con pochi rischi vedo» afferma sarcastica lei. Non posso che approvare con la mora: se Eren non ci riuscisse? Se iniziasse a mangiare tutti? Problema non da poco dato che la vita di ognuno di noi pesa sulle sue spalle.
«Perché proprio noi reclute dobbiamo spargerci sui tetti? Siamo le pedine sacrificabili?» insinua Connie un po' offeso. Beh ha anche ragione, ma probabilmente pensano che sia meglio che si salvino i più esperti.
«Su non pensarci. Diamoci da fare invece. Se ci noteranno magari potremmo avere già una promozione, non trovi?» lo fa riflettere il lentigginoso con la sua solita calma.
«Chi se ne frega delle promozioni. Io voglio vivere più che posso per sorreggere la mia Christa in ogni problema della sua vita!» urla in risposta la sua finta gemella abbracciando la citata ragazza, la quale si divincola ma, come sempre, inutilmente.
«Ognuno combatte per qualcosa no?» li interrompo.
Silenzio da parte di tutti, probabilmente ho portato alla luce qualche ricordo in ciascuno di loro, o almeno finché Sasha non se ne esce con «Io lo faccio per il cibo! Mangi di più se sei un soldato!» e come ogni volta provoca una risata generale per la sua spontaneità anche nei momenti peggiori.
«Classe 10m dietro di voi» urla Armin rivolto al mio gruppo, interrompendo il piacevole momento. Aziono il dispositivo di manovra tridimensionale e lo incastro nei suoi occhi. Accecamento riuscito, ora le mani. Rimanendo aggrappata ai suoi occhi gli recido le mani e creo uno spiraglio per Annie che gli taglia il collo.
«Ottimo lavoro» mi complimento.
«Emm..sì. Anche tu» ricambia un po' impacciata e non riuscendo quasi a capire cosa dire. Timida?
«Grazie Armin!» urlo rivolta al mio amico sull'altro tetto. Poi mi si accende una lampadina.
«Ecco ragazzi, ho un'idea. Lavorando in gruppo dovremmo riuscire a salvarci il didietro e, non vi offendete non è mia intenzione, Armin potrebbe occuparsi dell'avvistamento insieme a Reka e Christa. Così non dovremmo essere presi alla sprovvista» espongo il mio piano. Non sarà un gran che di intelligente e ricercato, ma per continuare a vivere penso che possa bastare. Tutti approvano e ci concentriamo su quello che dobbiamo fare.
In questo modo riusciamo ad abbatterne un bel numero ma a un certo punto un fumogeno ci avvisa che la missione va interrotta.
«Che sarà successo? Il fulmine della trasformazione si è visto» chiede Reka.
«Penso abbia perso il controllo. Sapevo che non poteva imparare da un giorno all'altro a controllarlo. Voi tornate alle mura. Io vado a vedere» ci ordina capelli a scodella. Annuiamo e facciamo come dice.Appena mettiamo piede sulle mura Connie si gira indietro a controllare. Effettivamente manca qualcuno.
«Hey ma che sta facendo Jean?! Perché non usa il 3DM?» urla.
«Perché vuole fare una corsetta per smaltire la colazione. Che domande sono Connie! Non funziona, mi pare ovvio» rispondo io seccata. Che diamine sarà mai successo a una persona attrezzata che corre via da un gigante? Certe volte è proprio stupido, ma gli si vuole bene lo stesso.
Qualcuno mi ferma prima che mi rilanci in suo aiuto.
«Pensi che sia facile portare qualcuno in giro con un solo 3DM? Non ci riusciresti mai. Più che altro la tua corporatura non te lo permette. Hai bisogno di una mano» si offre di aiutarmi Marco.
«Ok allora. Fammi strada Signore» lo invito a precedermi. Sono ancora un po' innervosita. Perché non posso fare mai niente da sola?«Ma dov'è finito?» chiede Connie che ci aveva seguito.
Mi guardo un po' attorno e non lo vedo da nessuna parte nemmeno io. Volo fino a un tetto per usare una visuale migliore e lo vedo, qualche via più avanti, che cerca di procurarsi un'attrezzatura da un uomo schiacciato da un masso. Disgustoso? Sì, e molto.
«Per di qua» faccio cenno ai miei compagni. Loro mi raggiungono e ci muoviamo in simbiosi.
«Ragazzi, vi raggiungo dopo. Vado a dare supporto da quella parte» ci avvisa Marco dirigendosi verso destra. È sempre pronto ad aiutare tutti, che caro.
«Hey ma quelli..»
«Sì. Diamoci una mossa e aiutiamolo»
Io punto al gigante di 10m e Connie mi copre le spalle con il 7m. Abbattimento: successo.
«Hey Sir, pensate che questo funzioni?» chiedo raggiungendo lo sfortunato.
«Si spera. Torniamo alle mura ora»
Clicca il grilletto ma a quanto pare è parecchio duro e fino alla nostra base sicura si schianta sì e no una decina di volte.
«Poteva andare peggio. Ammetto che sei bravo ad attutire i colpi. Se non neri gli ematomi saranno solo violacei» scherza Sina raggiungendoci.
«Ci sarebbe comunque [T/n] a sistemare tutto, non trovi? È un'ottima infermiera» si intromette Ymir divertita e con il suo solito ghigno stampato in viso.
«Concordo. Ammetto che può tornare molto utile» continua la prima.
«Avete finito» le ammutolisco stanca dei loro discorsi da telecronisti. Come se non fossimo qua, davvero, fate con comodo.
«Mai ovvio!» rispondono in coro. Dio se le strozzo prima o poi...Ok oggi sono in vena di strozzare. Forza [T/n], esistono anche altri modi per far fuori qualcuno, usa la testolina.
«Comunque che fine ha fatto Marco?» chiede la sua fidanzata. Effettivamente ha detto che sarebbe tornato subito. Spero niente di grave.
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𝕄𝕌ℝ𝔸 {Jean x reader}
FanficLa cura di una persona cara è un atto di puro amore. Così dovrebbe essere per chiunque, soprattutto per i genitori con i loro piccoli angeli. [T/n] è cresciuta per essere perfetta, con l'unico destino di amare incondizionatamente chiunque avesse s...