36. Non andrà via

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"C'è qualcosa che preme dentro di me, sotto la superficie."

Crawling, Linkin Park


Abbiamo sempre paura di ciò che non conosciamo, è nell'indole umana. L'ignoto ci spaventa, ci costringe a fare pensieri che normalmente non faremmo, che non sono nel nostro essere.

È così per Desmond, è così per Harry. Entrambi, uno dentro la stanza e uno fuori di essa, non sanno cosa aspettarsi da una persona come Louis; non sanno come sarebbe meglio comportarsi.

Desmond ha un dolore che gli preme il cervello, lo avverte forte e chiaro in mezzo alle sopracciglia, più sopra dell'incavo del naso. Ce l'ha da quando Mark l'ha chiamato dalla fabbrica, quando per lasciare la produzione di scarpe stava per tranciarsi un dito sotto la macchina che taglia il tessuto. Appena ha risposto al telefono, quella sorda fitta gli si è conficcata in fronte e lì è rimasta.

E adesso, mentre origlia suo figlio parlare con Louis, quella sofferenza si fa sempre più forte.

Mark, come promesso, l'ha portato al piano di sopra per andare a riprendere suo figlio; ma, arrivati fuori la stanza, ad accoglierli è stato lo psicologo Durant, sistemato lì, ritto e indefesso come una guardia inglese.

Desmond ha lanciato uno sguardo d'intesa a Mark e si è reso conto che l'uomo ha avuto la sua stessa reazione: non appena ha visto Timothy lì in piedi, ha sussultato e si è passato una mano nei capelli, in un evidente segno di imbarazzo. Lo psicologo, poi, ha detto loro che era meglio lasciare ancora qualche minuto ai ragazzi e nessuno dei due ha replicato.

Desmond sa com'è avere a che fare con uno psichiatra: sono più le volte che discute con la dottoressa Murphy che quelle in cui ci va d'accordo. E adesso sono tutti e tre sistemati in silenzio, a qualche metro dalla porta.

Nessuno di loro, però, ha avuto il coraggio di sbirciare dentro, un po' per timore di essere scoperti; anche se c'è la curiosità di sapere cosa sta succedendo. Eppure, dalla stanza di Louis non si avvertono molte parole, solo qualcosa biascicato e di rado. Non è chiaro di cosa stiano parlando i due ragazzi.

Tuttavia, a un tratto le loro orecchie si fanno più acute.

«È come qualcosa che ti corre sotto la pelle» mormora Louis. «La sento, ne percepisco i contorni e fa male, molto male. Ma non riesco...» Si arresta e subito Desmond va a cercare Mark: l'uomo si è portato una mano davanti alla bocca per trattenersi dal respirare, di farsi sentire, e ha gli occhi stretti in uno sguardo di sofferenza. «Non...» continua Louis, «non andrà mai via.»

Desmond sente acuire il dolore, ma quando alza gli occhi su Mark non gli importa più di tanto di quello che prova il suo fisico in questo momento. Tenta di avvicinarsi a quell'uomo che non è suo amico, ma a cui ora si sente più vicino; per cui compie un passo. Si ferma, però, quando la figura di suo figlio entra nel suo campo visivo. Volta il viso e lo vede: in ginocchio, con il capo abbassato e le mani strette in quelle di Louis.


☹☹☹


Zayn osserva Harry scendere le scale con suo padre e Mark a seguirlo. Ha la testa bassa e cammina guardandosi i piedi, nemmeno davanti a sé. Per un attimo si chiede se sta bene e se suo padre gli ha fatto o gli farà qualche ramanzina e al solo pensiero un lungo brivido gli solca la colonna vertebrale. La gola gli si secca e ha bisogno di tossire per trovare sollievo.

Come se tutti si fossero dimenticati della sua presenza, al suono del suo tossire si ritrova quattro paia di occhi puntati addosso. Sussulta, ma al tempo stesso si sente a casa, con una sensazione addosso che è difficile lavare via, la sensazione di non essere nessuno, di essere dimenticati perfino fuori la scuola in seconda elementare e di non poter avere il lusso di arrabbiarsi troppo o di offendersi.

Attraverso i tuoi occhi - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora