28. Il silenzio ti opprime

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Il ghiaccio che ha Niall sul labbro non gli basta per fargli smettere di avvampare di rabbia, mentre osserva Liam chiacchierare allegramente con due sciatori incontrati per caso.

È tutta colpa sua. È l'unica cosa che riesce a pensare in questo momento.

Tutto era partito nel migliore dei modi: si erano svegliati allegri e pimpanti con l'idea di affittare due slittini e di fare delle gare a chi arriva più veloce giù. L'hanno anche fatto, il problema è stato che Niall, mentre cercava di vincere contro Harry, è andato a sbattere contro un albero. L'ha preso in pieno. Per fortuna gli si è solo gonfiato il labbro e nulla più o sarebbe stato peggio, ma ciò che lo sta facendo ribollire è che a correre in loro soccorso sono stati due giovani e aitanti sciatori, che adesso stanno parlando con il ragazzo che piace a lui, a lui.

Sposta il fazzoletto con dentro i pezzettini di ghiaccio e lo poggia piano sul labbro superiore, mentre reprime la voglia di andare da quei due e strappare Liam dalle loro grinfie. Liam ride a ogni battuta che quei due energumeni fanno e non fa altro che passarsi le mani nei capelli castani e pizzicarsi il filo di barba che ha.

Più li osserva, più prova pena per il suo corpo. Loro sono belli, alti, muscolosi e soprattutto non andrebbero a sbattere contro un albero, se si mettessero a giocare con lo slittino.

Sbuffa e sposta lo sguardo su Harry, che sta ridendo anche lui con Louis al suo fianco; anche loro stanno partecipando alla conversazione, solo lui è rimasto in disparte con la scusa di non sentirsi tanto bene per la botta presa.

Traditore, gli viene da pensare, riferendosi a quello che dovrebbe essere suo amico.

«Ehi, ragazzo, come ti senti?» Uno dei due sciatori, quello biondo con gli occhi chiari e un sorriso che mostra una dentatura perfetta, gli si rivolge. «Tutto bene?»

Niall è troppo annebbiato dalla rabbia e si limita a grugnire e a maledirsi da solo per aver premuto più forte il fazzoletto sulle labbra. Il suo comportamento, però, ha dell'inusuale e se ne accorgono tutti i suoi amici.

Liam ridacchia, imbarazzato. «Di solito parla tantissimo» dice, come per scusarsi, «adesso è ancora un po' scosso, ma grazie al vostro aiuto sta molto meglio. Vero, Niall?»

L'occhiata speranzosa che gli rivolge Liam gli fa salire ancora di più il sangue al cervello. Perché gli interessa tanto? Perché quei due idioti non se ne vanno a quel paese o ritornano a sciare per i fatti loro?

«Già. Parlo troppo» bofonchia. «Forse dovrei fare come te, Harry, smettere di parlare.» Poi si alza in piedi, getta nel cestino dell'immondizia il fazzoletto e si allontana.

Louis è a bocca aperta per quella reazione di Niall, così come Harry; Liam, invece, non ci sta a fargliela passare liscia e allora lo segue per dirgliene quattro.

«Che cavolo ti salta in mente?» gli urla contro, quando lo raggiunge. Niall è andato a rifugiarsi lontano dal casino di sciatori, snowbordisti e bambini urlanti. È seduto su un cumulo di neve e guarda davanti a sé, con lo sguardo rivolto verso il bosco.

«Lasciami stare, Liam» gli risponde, senza girarsi nemmeno per guardarlo negli occhi.

Liam, però, gli si pone di fronte e lo costringe a farlo.

«No, non ti lascio stare. Ti sembra questo il modo di comportarsi? Ti rendi conto di ciò che hai detto a Harry?»

«Non volevo offendere lui» ribatte Niall, gli occhi bassi e il broncio sempre più evidente.

«Ah, no? Ma l'hai fatto! E anche se non fosse così, si può sapere che motivo avresti per avercela con Bill e John? Ti hanno praticamente soccorso! Dovresti ringraziarli e scusarti per ciò che hai fatto.»

Attraverso i tuoi occhi - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora