Capitolo 91

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Dopo un po' io e Samuel ci calmiamo, non perché il dolore sia passato ma perché non abbiamo più lacrime. Bussano alla porta e Samuel va ad aprire. <<Signorina Ella ho una noti-...>> La giovane dottoressa entra nella camera tutta euforica sventolando in aria dei fogli. Non appena vede come siamo ridotti io e il mio ragazzo fa svanire il suo sorriso. La dottoressa è una ragazza di alcuni anni più grande di me, ma non troppi; di statura è bassa, ha gli occhi marroni e i capelli a caschetto del medesimo colore; Il suo fisico può definirsi curvy al punto giusto: le curve le donano molto. <<Perché quelle facce?>> Domanda ed io abbasso la testa non sapendo cosa dire. La dottoressa fortunatamente parla l'italiano, avendo studiato in un'università in Italia a Milano, almeno così ha detto. Samuel ritorna al suo posto. <<Forse vi tiro io su di morale!>> Dice, ritornando di nuovo euforica, se non più di prima. Si posiziona di fronte al mio letto con ancora quei fogli in mano. <<Scusate per l'informalità.>> Dice in imbarazzo, notando che io stavo guardando cosa stesse stringendo tra le dita. <<Avrei dovuto metterli in una cartellina, ma non appena ho saputo i risultati sono dovuta correre.>> Dice, finendo con un sorriso che illumina la stanza. Samuel, vedendo la sua reazione si mette immediatamente composto, pronto ad ascoltare ciò che la ragazza ha da dire, sperando che sia qualcosa di positivo. <<Il vostro bambino sta benissimo...>> Dice quasi subito dopo con sempre lo stesso sorriso e tenendo stretti tra le mani i fogli, entusiasta della notizia appena data. Sta per continuare a parlare, ma io e Samuel scoppiamo in un pianto di gioia e ci abbracciamo forte per celebrare  la nostra felicità. <<Abbiamo potuto agire in fretta. Fortunatamente i vostri amici sono arrivati in tempo. L'emorragia sembrava molto grave,  ma fortunatamente non tanto per provocare un completo aborto. Devo dire la verità...>> Dice la dottoressa, mentre noi ci stacchiamo per stare attenti a quello che ha da dire. <<per un attimo il battito del bambino non si sentiva più, ma fortunatamente è arrivato il dottor. Ernesto Felice che ha salvato la situazione.>> Dice, facendo scomparire per un attimo il suo sorriso, ritornando poco dopo. <<Va bene dottoressa, l'importanza è che il bambino stia bene.>> Dico io sorridendole e Samuel annuisce per appoggiare ciò che ho detto. <<Riguardo a questo...Signorina Ella, deve stare attenta. A quanto pare questa gravidanza sarà molto difficile. Non importa in questo caso l'età o problemi fisici di qualsiasi tipo, ma proprio che il feto è abbastanza debole e lei è l'unica fonte di forza che ha. Normalmente il feto usufruisce sempre della forza della madre, ma il suo in particolare ne ha bisogno di davvero tanta. Per questo la obbligo a rimanere a riposo e mangiare quattro volte al giorno cose salutari: frutta, verdure, carne una o due volte a settimana, pollo...>> Dice ancora, elencando ciò che devo fare per far sì che il mio bambino riesca a crescere bene e forte. <<Si ricordi...>> Aggiunge poi. <<che qualche volta fa bene anche un leggero esercizio fisico, anche solo camminare un po' ma per massimo cinque o dieci  minuti, non di più. Pesi, zero: non deve neanche prendere le buste della spesa, per intenderci.>> Puntualizza con sguardo abbastanza severo per assicurarsi che io segua le sue direttive. Annuisco convinta, girandomi verso Samuel per un secondo e poi di nuovo verso la dottoressa. Samuel guarda la dottoressa mentre mi da alcuni consigli per non affaticarmi molto e annota tutto nella mente. Dopo poco la ragazza esce e rimaniamo in camera solo io e il mio fidanzato, che deve darmi parecchie spiegazioni. <<Come ti senti?>> Mi chiede, ancora un po' preoccupato. <<Meglio ora che ho saputo che il bambino sta bene.>> Rispondo, poggiando le mani sul mio grembo, quasi per abbracciarlo. <<Senti Samuel, co-...>> Sto per dire qualcosa ma vengo fermata da lui. <<Sei arrabbiata con me?>> Mi domanda, notando subito come io l'abbia chiamato. <<No, no, stai tranquillo. Sono solo un po'...confusa.>> Ammetto, appoggiando una mano sulla sua nell'intento di farlo calmare. <<Volevo solo chiederti cosa sia successo. Perché sei qui? Non che mi dispiaccia, anzi non c'è cosa più bella che tu sia qui ma...come?>> Chiedo, andando anche di fretta nel parlare, cercando di non fargli intendere qualcosa per un'altra. <<Domenico. Lui è stato quello che mi ha salvato.>> Mi risponde, mettendo l'altra mano sulla mia, creando una specie di "torre" con le nostre mani. Mi fa un leggero sorriso che io ricambio con un piccolo sorrisetto. 

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