29| Dire addio non vuol dire la fine

1.3K 59 15
                                    

17 Novembre, giorno 259
⏯ Inuyasha, Mahmood

È mattina presto quando il telefono di Charles squilla. La sveglia non è ancora suonata e l'alba brasiliana si sta appena innalzando nel cielo. Il monegasco fa finta di ignorare la suoneria assordante ed Eva è costretta a scavalcarlo per prendere il cellulare sul comodino opposto. Solo allora nota che sono le sei meno un quarto e il fatto che sullo schermo compaia il nome di Silvia, la PR della scuderia, spinge la ragazza a far svegliare il pilota Ferrari in tutti i modi, anche quelli meno delicati.

«Charles! Charles svegliati! È Silvia» esclama, cercando di soffocare il tono di voce, che vorrebbe essere più alto di come le esce.

Persino il monegasco non può non svegliarsi all'istante quando capisce la situazione. Afferra il telefono e si affretta a rispondere, prima che la chiamata venga interrotta. Ha un'aria assonnata, ma dopo pochi secondi dall'inizio del dialogo con la PR, i suoi occhi sono aperti e vigili e la sua espressione non è un buon segno.

«Cosa? Come è potuto accadere? Sono passati mesi!» esordisce Charles con tono agitato.

Eva non può che fare da spettatrice, nell'attesa che lui le spieghi cosa possa essere successo di così grave. Il fatto che la chiamata si prolunghi e che il monegasco si sposti improvvisamente in balcone, la fa insospettire maggiormente. In quel momento le viene il dubbio che possa trattarsi di qualcosa che riguarda lei e la sua mente comincia a ripercorrere le azioni degli ultimi mesi. Ma mentre è assorta nei suoi pensieri anche il suo cellulare squilla e sullo schermo compare il nome di suo fratello.

«Leo che succede?» chiede istintivamente.

«Mi hanno sospeso dalla squadra a tempo indeterminato, è uscita fuori la notizia dell'incidente che abbiamo fatto a Maggio e di come è avvenuto. C'è pure il nome di Charles» risponde lui tra le lacrime.

È difficile che suo fratello pianga, ma la situazione è disastrosa ed Eva deve sforzarsi immensamente per non farlo anche lei. Vorrebbe tirare pugni al muro, ma la questione non si risolverebbe così.

«Ma come è potuto uscire? Lo sapevamo solo noi!» esclama, tentando di non urlare.

«Non ne ho idea, questo è un casino per tutti» replica lui.

«Perché ti hanno sospeso? La colpa non è tua, mi costituisco, mi prenderò tutte le responsabilità, tu e Charles non meritate tutto questo» Eva comincia a sputare frasi in preda al panico.

Dentro di sé sta urlando. Niente è mai stato idilliaco nella sua vita, ma sperava che questa serenità ritrovata durasse molto più a lungo. É come se qualcuno le impedisse di respirare ogni volta che sente di poterlo fare. Ha tentato di tutto per rimediare ad ogni suo sbaglio, ma non può più fare niente se la vita le rema contro, continuando a far riemergere gli scheletri del suo passato. Non vuole essere la causa della rovina di Charles, né di suo fratello.

«Mi dispiace Leo, è tutta colpa mia» ammette dopo un lungo silenzio. Lui sospira, vorrebbe dirle che non è così, ma non sa con chi prendersela.

«Mi hanno sospeso perché ho mentito sull'incidente e perché dicono che ho messo a repentaglio la mia carriera» risponde il ragazzo, cercando di darsi una calmata.

«Cercherò di risolvere la situazione, te lo prometto» Eva prende un lungo respiro e prova a ragionare lucidamente. Perdere la calma o gettarsi nel dramma non servirebbe a niente questa volta, peggiorerebbe solo la situazione.

«Che cos'hai intenzione di fare?» le chiede suo fratello, spaventato per le possibili conseguenze.

«Non lo so ancora, tu stai tranquillo, vai a casa e riposati, vedrai che si sistemerà tutto» risponde, chiudendo la chiamata.

In mezzo alla polvere // Charles LeclercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora