In mezzo alla polvere // Charles Leclerc

31| Dipendenza

31 dicembre, giorno 303
⏯ Falling, Harry Styles

Fa male pensare che un amore possa finire per motivi futili. Eva ha visto fallire relazioni per colpa di tradimenti, poco sentimento, scarsa comprensione, ma mai ha sentito qualcuno lasciarsi senza un motivo. Mai ha visto due persone amarsi fino alla follia, toccare il cielo con un dito e dirsi addio in una macchina, sotto un temporale, senza un reale problema, per delle stupide paranoie, le sue.

Le sembra tutto uno schifo, si sente fuori dal mondo. L'unica cosa in cui si rispecchia è il temporale che imperversa fuori da giorni, che ha accompagnato tutto il suo Natale e sembra che non la abbandonerà neanche a capodanno. È lo stesso che porta sempre dentro, una tempesta emotiva che la schiaccia e le impedisce di respirare. Ma non deve crollare, anche se le sembra di poter cadere da un momento all'altro. È una promessa che ha fatto a Charles, l'unica che forse potrà mantenere.

Quel monegasco le ha creato dipendenza più di qualsiasi sostanza abbia assunto in vita sua. Piu cerca di respingerlo e più ne ha bisogno, ma lui sembra aver chiuso sul serio. Non le risponde, Eva ha provato a richiamarlo per giorni, ha pure azzardato, mandandogli gli auguri di Natale, ma il pilota Ferrari ha deciso di non farsi sentire. E ha tutte le ragioni per farlo, eppure lei non lo accetta, non accetta di aver sbagliato di nuovo, pur avendoci pensato per giorni interi. É incredibile la sua inclinazione alla scelta sbagliata e all'autodistruzione, è fortemente convinta che nessuno sulla faccia della terra sia bravo quanto lei.

Ma la cosa che la fa stare più male è sapere di averlo ferito. Charles non meritava questo trattamento, dopo averla aiutata ad aggiustare il suo cuore. Meritava più amore, più sicurezza, più stabilità, più anima.
Ad Eva crolla il mondo addosso quando si rende conto che in realtà la scelta che ha preso non è stata per salvare la carriera e la vita del monegasco, come si è spesso ripetuta quella giornata a Nizza, ma è stata l'ennesima decisione egoista, per salvare se stessa, per non addentrarsi in una vita che avrebbe richiesto qualche sforzo in più.

Lancia il cellulare sul letto, raccogliendo le gambe al petto e facendoci cadere la testa sopra. Si sente come svuotata, priva di qualsiasi emozione. E in più è l'ultimo giorno dell'anno. Per lei è sempre un giorno triste, malinconico, un giorno in cui la sua mente decide di farle crollare addosso tutti i suoi fallimenti e le sue scelte sbagliate, per ricordarle che non riuscirà mai ad avere un'esistenza felice. Quest'anno lo è un po' di più. Esattamente trecentotré giorni prima la sua vita ha ripreso a girare, con Zak che le intimava che entro quel tempo avrebbe dovuto affrontare la sua rinascita. Adesso è un'altra persona, ben lontana da quella Eva che si è presentata all'MTC quel tre marzo, ma ancora lontanissima dalla donna che vorrebbe essere. E soprattutto ancora troppo incline alla decisione sbagliata, che manda tutto in frantumi.   

«Ehi, mancano poche ore all'inizio della serata» le annuncia sua madre, affacciandosi alla porta della camera. Eva non la guarda, si limita ad annuire quasi impercettibilmente e Caterina decide di sedersi di fronte a lei, per provare a tirarle su il morale.

«Ti manca tanto, vero?» le chiede, riferendosi al monegasco.

Lei alza il capo, poggiando il mento sulle ginocchia, stringe forte le palpebre, per evitare di piangere, ma le lacrime fuoriescono comunque, provocandole un fastidioso bruciore agli occhi, mentre le sue guance si tingono di rosso. Le due rimangono in silenzio, nell'attesa che sia Eva a dire qualcosa, ma l'unico suono che fuoriesce dalla sua bocca è un singhiozzo che le squarcia il petto.

«Sono solo una stupida!» esclama, mentre sua madre la tira a se, stingendola al petto. «Charles non lo meritavo.»

«Vedrai che il tempo sanerà le ferite. Non buttarti giù adesso. Ho sbagliato tanto anche io alla tua età» cerca di rincuorarla Caterina.