..Dopo esserci ritrovati nuovamente, oltre alla mia contentezza, avevo anche delle scuse da fare. Mi sentivo un peso dentro che volevo liberare, non sopportavo, volevo che sapessero determinate cose, il perchè dei miei comportamenti stupidi, della mia paura, e dei miei colpi di testa improvvisi. Mi sentivo in colpa per averle ferite e deluse, ci stavo davvero molto male, ogni giorno che passava, ogni notte ci pensavo, mi giravo e rigiravo nel letto pensando ai rimorsi di averle ferite più e più volte, non era giusto, dovevo parlargli al più presto. Dovevo, non c'era altra soluzione, altrimenti impazzivo. Rimasi tutta la notte sveglio, scrivevo su quel quaderno, e poi, scrivevo un sms, ma non lo inviai mai. Ci provai ma non ci riuscivo, ma alla fine gli scrissi che dovevo parlargli, e che dovevo farlo molto presto. Ci eravamo dati appuntamento al solito posto, e al solito orario. Chiesi la cortesia di essere solo noi tre, e cosi fu. Ci sedemmo sui grandi scalini della piazza, e cominciai a parlare. Parlai prima con Martina, e le chiesi scusa per il mio comportamento, gli dissi che certe cose lei non doveva saperle, che sarebbe stato un pensiero in più da sopportare, che l'avevo fatto per lei, per non farla star male. Non me lo sarei mai perdonato. Martina ascoltò attentamente, e mi disse anche lei il suo pensiero, fu rimasta comunque delusa, ma col tempo disse, tutto si sarebbe sistemato davvero e per il meglio. Capii, per fortuna capii. Poi mi rivolsi a Laura, la guardai per qualche istante negli occhi, ma abbassai subito lo sguardo preso dall'imbarazzo e sopratutto dalla vergogna. Chiesi scusa anche a lei, e gli spiegai che quello che avevo fatto, era perchè dovevo dimenticarmi di lei, che non era ancora successo come gli avevo fatto credere. Gli dissi che in quel periodo ne stavo uscendo matto, e che Sabrina mi aveva permesso di dimenticarla, e che mi aveva dato la serenità che cercavo. Lei capii, ma fu anche orgogliosa. Si alzo, e andò a piangere. Martina si alzò quasi infastidita: ''no Marty! lascia che ci vada io'' gli dissi. Mi avvicinai a Laura e la vidi in lacrime. Mi sentivo uno schifo, ma sapevo che era solo motivo di sfogo, dopo l'abbracciai e le chiesi nuovamente scusa. Smise di piangere, e in quel momento sentii una serenità nell'aria che non sentivo da tantissimo tempo. Quel pomeriggio dopo aver parlato, e dopo esserci sfogati, andammo in giro per le vie del paese, e pensavamo al'estate, all'andare al mare insieme, a uscire la notte, e riprendere a comportarci da amici veri. Martina quella sera, si sfogò con me, ed era una cosa che non faceva da tantissimo tempo. Mi parlò di un ragazzo, dell'interesse che aveva verso quest'ultimo e mi chiese un parere. Io fui orgoglioso e fiero di doverglielo dare, gli amici sono anche in queste occasioni e cosi gli e lo diedi. Da quella volta, ogni volta, mi chiedeva. Voleva anche un mio parere per l'aspetto, e cose del genere. Laura fece la stessa cosa, e l'ha continuato a fare sempre da quella volta. Ci si chiamava quasi sempre quando non ci si vedeva, e, trascorremmo delle ore al telefono, a ridere e scherzare, insomma, a tenerci compagnia. Ogni volta furono delle telefonate lunghissime piene piene di allegria e serenità. Si facevano anche delle parodie molto simpatiche verso nostri conoscenti o persone che uscivano di tanto intanto con noi. Insomma, l'amicizia regnava sovrana. non dissi mai ti voglio bene a nessuna di loro, ma quella volta accadde, e fu improvviso. ne rimasero commosse, anche loro come me, non se lo erano mai sentite dire da nessuno..
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Best Friends (Migliori Amici)
General Fictionquesta è la storia di tre amici, un racconto reale di amicizia che qualche anno fa appariva indistruttibile. Un racconto che riporta le varie vicende accadute in quegli anni fantastici, dove il numero tre, era il numero perfetto come l'amicizia che...