Capitolo 43

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E poi sono sempre le cose più semplici a farti stare male.Ormai è una settimana che non vedo e non sento i miei genitori,non so se mi mancano,forse si forse no,forse sarei corsa da loro senza pensare a quello successo prima,senza pensare al mio essere maledettamente sbagliata senza pensare a nulla;forse però sono troppo orgogliosa e testarda per andare dai miei genitori,per cercare di ragionare,come potrei ragionere con le persone che non accettano l'unica persona che mi ama davvero per come sono?Impossibile ferglielo capire,forse alla fine non mi accettano nemmeno loro per come sono davvero ma posso giustificarli.

Me ne stavo sola,lì,seduta sul mio letto a pensare alla mia vita,cosa avevo fatto di buono nella mia vita?Chi mi ha amato davvero?Forse mi pongo troppe domande a cui poi non so dare risposta.Sarei dovuta cambiare,sarei dovuta cambiare per essere accettata,perchè le persone vogliono cge tu sia come vogliono loro,non ti amano per come sei davvero,e in fin dei conti è proprio questo quello di per cui io non ho voluto mai cambiare,semplicemente avrei dato soddisfazioni agli altri e a me no.

Io sono complicata,si è vero,sono la ragazza più complicata della terra,più problemati,con mille pensieri,mille fantasie,mille cicatrici nel cuore e mille sogni infranti.Quella ragazza che è felice con poco,quella ragazza permalosa,gelosa,timida,semplicemente solo da conoscere.Sono quella ragazza che vuole essere accettata  per com'è non per come deve essere.

Il silenzio viene interrotto dall'entratadi Gabriel nella stanza.Io continuo a gurdare fuori dalla finestra,mi rispecchio in quei fiocchi bianchi di neve,freddi,soli,indifferenti ad uno ad uno,proprio come me.

Gbriel si siede affianco a me sul letto.

-Come stai?-mi chiede.

-Non lo so-

Tace ed innizia a guardare fuori dalla finestra i fiocchi di neve che scendono piano e si posano con leggerezza su qualunque cosa facendolo diventare di colore bianco.

-Stai male per i tuoi vero?-mi domanda.

-Gabriel voglio restare sola-

Lui non se ne va.

Mi sento avvolgere da un senso di calore.Gabriel stava al mio fianco,ad abbracciarmi,aveva capito,il mio "voglio restare sola" significava semplicemente abbracciami,abbracciami più forte che puoi senza lasciarmi mai,come fosse l'ultimo abbraccio della nostra vita.Smettetela di andare via appena sentite la frase "voglio restare sola" l'unica cosa che serve fare in quei casi non è andare via,no,si deve abbracciare per far sentire che non sarà mai sola quella persona perchè voi sarete sempre al suo fianco senza andare mai via.

-Giurami che non andrai mai via-gli chiedo come una bambina innocente.

-Lo giuro-

-E tu giurami che ti accetterai per come sei- a quelle parole lo guordo.

-No,è impossibile-

-Smettila di illuderti,smettila di mentirti,smettila di provare a non amere nessuno-

Ha ragione devo smetterla di non accettarmi per come sono.

-Lo farò,con il tuo aiuto-

-Ti aiuterò allora-sorride.

voglio solo lui in questo mondo.

Wuw già al quarantatresimo capitolo!Grazie per tutto il sostegno che mi state dando,votando e commentando.Dopo tutto l'impegno vengo ripagata da voi con i vostri bellissimi commenti che mi fanno sentire importante.Questa storia la dedico a tutti quelli che almeno una volta nella loro vita si sono sentiti\e sbagliati\e e hanno un po' come me il carattere di Azzurra.Vi adoroooo.Vi  voglio benissimo.Spero che questo capitolo vi piaccia,vi raccomando commentate per il continuo.

Anna

E se poi mi innamoro...? PAZIENZA!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora