Capitolo 25

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Con la testa murata sul cuscino, schiuse le labbra secche e ci passò la lingua sopra. 

Fastidioso.

Continuare a trattenere il respiro non avrebbe lasciato l'ansia al suo posto, non importava quanta aria si sforzasse di fare entrare nei polmoni. L'apnea era piuttosto un attimo di pausa, l'orlo del baratro su cui si affacciavano tante delle fastidiosissime consapevolezze che avrebbe ignorato volentieri.

Appena aprì gli occhi credette di aver trattenuto il respiro anche nel sonno. 

La camera non troppo familiare in cui si trovava sembrava più grande, nel silenzio. La luce e i suoni del tardo pomeriggio di Seoul ruppero vagamente quell'impressione e lo aiutarono a riprendere conoscenza. 

Le vertigini arrivarono appena si accorse del peso reale che aveva sullo stomaco, il braccio di Yoongi che quasi scottava anche attraverso i vestiti. Fu la stessa sensazione di uno scalino in meno mentre si cammina.

Di colpo sentì il bisogno di rimangiarsi tutta l'aria che aveva lasciato andare, soffocando un sussulto e sentendo un nodo in gola che bloccò di nuovo tutto nei polmoni. Ancora in apnea senza poter muovere un muscolo. Respirava a vuoto, sforzandosi di farlo lentamente per non perdere il controllo, nonostante la mancanza di ossigeno facesse male.  

Quella volta non fu difficile ripescare i ricordi e neanche ce ne fu bisogno. D'altronde ogni tocco bruciava ancora sulla pelle, nonostante solo la felpa di Yoongi fosse stata abbandonata nel corridoio e gli altri vestiti fossero rimasti al loro posto, anche se un po' stropicciati. 

I suoi occhi caddero sulla spalla magra e seguirono i contorni dei muscoli fino alla punta delle dita, percependo il peso di ogni tatuaggio come l'ennesimo elemento di paranoia. 

C'era mancato poco che finissero a letto insieme, eppure Jimin vedeva quell'eventualità dall'esterno, freddo spettatore dei propri piani che andavano a rotoli.  

Si era addormentato sul copriletto senza aver mai pensato al proprio piacere, neanche per un attimo. Aveva ceduto, riuscendo almeno a controllare una voglia che lo avrebbe spinto davvero troppo lontano.  Era crollato, assecondando la richiesta di Yoongi di sdraiarsi in un punto più comodo senza mai ascoltarlo davvero. 

Era collassato e aveva chiuso gli occhi subito, con ancora il sapore del proprio sporco errore sulle labbra.

Non seppe perché, ma volle tornare a guardarlo. Permise allo sguardo di salire di più, tanto per testare fino a che punto si sarebbe auto-inflitto tutta l'ansia in cui affogava. Il respiro di Yoongi, al contrario del suo, era fatto di delicati sbuffi regolari, le labbra schiuse e la mano destra sotto la guancia. Oltre all'aria, gli si bloccò in gola anche un lamento. 

Si pentì di essere stato curioso. Si pentì, soprattutto, del brivido che gli attraversò la nuca nel notare i ciuffi sbiaditi ricadere sulla fronte e le ciglia che davano un taglio così bello agli occhi chiusi. Se solo non si fosse pentito, forse, avrebbe continuato a guardarlo per ore. 

Fu improvviso. 

Il peso che lo schiacciò ancor più verso il basso gli accese un formicolio nel petto.

Il fatto di non riuscire a muoversi lo fece uscire pazzo di colpo. Non seppe con che forza o con che coraggio riuscì a farsi da parte, sfuggendo al calore del corpo accanto al suo e rintanandosi sul lato opposto del letto. Si tirò a sedere forse troppo in fretta, sbilanciandosi fin quasi a cadere per terra. Recuperò con le mai tremanti il cellulare da terra, ma si dimenticò di recuperare un'espressione che non fosse piegata dall'angoscia. 

E se ne accorse solo quando si ritrovò davanti Jungkook, appena fuori dalla stanza. Il coinquilino non disse nulla. Lo guardò e fece un cenno di saluto con la testa, sorridendo. 

Cocomero || YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora