Capitolo 13

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Fare colazione a casa suonava quasi quasi come un'anticipazione delle ore di sofferenza che avrebbe passato a lavoro. Prepararsi un caffè poco prima di prepararne altri mille avrebbe fatto passare fame e voglia di vivere anche alla Pimpa. 

Nella vita di Yoongi andava tutto bene per la prima volta, con un potenziale vero lavoro e una casa che non rischiava di crollargli in testa, grandi conquiste per chi, come lui, vedeva la felicità nelle repliche di Produce il venerdì pomeriggio.  

Tutto perfetto se non si contava il fattore Jimin, che lo teneva sveglio di notte peggio delle zanzare nelle orecchie. Avrebbe pagato oro, in effetti, per sentire il ronzio di mille insetti al posto dei sussurri languidi di quel ragazzo, ormai protagonisti indiscussi del suo dormiveglia. 

Sapeva che Jimin amasse giocare al gatto e al topo ma quello che era accaduto nel bagno del bar non assomigliava per niente a nessuno dei loro incontri precedenti. Neanche Jungkook, al quale aveva promesso di dire tutto, era al corrente di quello che era successo. Non che ce ne fosse bisogno, dato che nella testa dell'aspirante tatuatore erano probabilmente già sposati, con due gatti tigrati e un figlio adottivo. 

E forse questa era la cosa più terrificante. 

Yoongi si corresse mentalmente poco dopo averlo pensato, appena alzò gli occhi sull'orario. Il ritardo a lavoro era cento volte più terrificante, specialmente contando che tecnicamente non era ancora stato assunto. 

La corsa gli schiarì le idee ma fece affiorare un principio di asma, in compenso. Raggiunse a velocità olimpionica le porte del bar, per poi intrufolarsi all'interno e pregare di non essere notato mentre si cambiava sul retro in fretta a furia.

Affiancò alcuni colleghi al bancone mentre ancora sistemava il fiocco del grembiule e riconobbe, tra i clienti in fila, una faccia familiare. 

<<Beh, immagino che non si possa sopravvivere facendo solo la comparsa, sbaglio?>> Era stato il ragazzo in questione a parlare, notando che Yoongi lo stava fissando senza dire nulla. 

<<Tu... ti ricordi di me?>> Domanda più lecita non poteva esserci. Con uno sforzo di memoria non indifferente, Yoongi aveva riconosciuto il ragazzo che li aveva accolti sul set del video musicale di Jimin. 

"E che cazzo, Jimin sempre in mezzo."

<<Certo che sì! Sei tipo la prima persona che Jimin abbia mai raccomandato, insieme a quel tuo amico coi capelli bigusto>> sembrava cordiale, proprio come al primo incontro, ancora di più se si pensava che nessuno lo costringeva a mostrarsi gentile, fuori da lavoro. <<Dovete essere parecchio legati, tu e Jimin. Voglio dire, vi conoscete da tanto, immagino>>

Niente accenni allo scandalo. Punto in più di gentilezza. 

Yoongi, che ancora aveva problemi a nominare Jimin nelle conversazioni, abbassò lo sguardo e si fece distrarre da un ordine appena arrivato, iniziando a preparare una spremuta mentre parlava. <<In realtà non->> si morse la lingua per prevenire un'uscita idiota o imbarazzante. <<Insomma, ci conosciamo da poco ma abbiamo già legato molto>>.

Gli sembrava di star improvvisando un'interrogazione per cui non aveva studiato. Chissà quante cavolate sarebbe riuscito a sparare prima di rendersi troppo palese. Nel peggiore dei casi avrebbe ricevuto un'occhiataccia, ma almeno niente brutti voti. 

<<Ha senso, beati voi. In ogni caso, io sono Hoseok. Passo spesso qui a fare colazione, ci vedremo ancora immagino.>> tutta quella gentilezza era una boccata d'aria fresca. 

Il barista non era mai stato bravo con le parole, tantomeno con le persone. Scelse di annuire senza dire nulla, in attesa che Hoseok finisse di bere l'americano che aveva ordinato. 

Cocomero || YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora