Capitolo 4

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<<Ma esattamente, com'è che mi devo vestire?>> chiese Jungkook, continuando a confrontare con una smorfia dubbiosa due magliette tinta unita praticamente identiche di fronte allo specchio del bagno.

<<Ma che ne so, quando gliel'ho chiesto ha detto che non mi dovevo preoccupare di nulla, che avrebbe pensato lui a tutto.>> Yoongi era segretamente preoccupato per lo stesso motivo, soprattutto per via della brevissima conversazione avuta con Jimin a riguardo.

<<Spero tu gli abbia detto che non sappiamo fare un cazzo a parte centrare il cestino con le palline di carta.>>

<<Guarda che riesco a fare canestro da dieci metri!>> si esaltò Yoongi, per poi ammettere a sé stesso di sapere cosa Jungkook davvero intendesse. <<Non ho idea del perché ci abbia chiesto di comparire in un video musicale, ma sembrava proprio convinto. Cazzo, adesso che mi ci fai pensare è davvero una stronzata, non avrei dovuto dirgli di sì.>> esclamò Yoongi portandosi una mano sulla nuca, conscio che fossero state tutte quelle torte colorate a confonderlo e costringerlo a fidarsi con gli occhi bendati, senza sapere nulla né riguardo al lavoro né riguardo Jimin.

<<Te lo dico io perché hai accettato. Ci ha promesso mezzo milione* a testa, per me è più che convincente>> Jungkook sembrò soddisfatto sia per la risposta data che per la maglia scelta quando il campanello gracchiò sguaiato per la seconda volta in quella settimana.

<<Okay, sappiamo cosa aggiusterai domani>> disse Yoongi con le mani sulle orecchie. Il lato da uomo di casa era forse l'unico aspetto che palesava quel briciolo ci cromosoma Y che Jungkook era convinto di avere. I suoi interventi di manutenzione in quella catapecchia si rivelavano spesso dei buchi nell'acqua, ma la forza di volontà era sempre alle stelle.

Forse impazienti di poter guadagnare soldi facili e forse davvero esaltati per via di quel lavoro, scesero entrambi a rotta di collo giù per le scale, trovando Jimin e quello che presumibilmente era il suo autista sotto casa. Alle loro spalle infatti non c'era più un taxi, ma un suv nero con vetri oscurati e carrozzeria immacolata, come quelli che, nelle pubblicità, percorrono chilometri e chilometri nella steppa con una musica eroica in sottofondo.

Yoongi seppe reprimere per poco l'entità che sembrava gli ordinasse di mettersi costantemente in ridicolo dicendo cose a sproposito, tenendo per sé ogni commento riguardante le ciabatte di gomma ai piedi di Jimin.

Yoongi stesso si era sentito addosso uno sguardo inquisitore quando si era presentato con le scarpe spaiate, per poi scoprire che fosse socialmente accettabile andare in giro con quelle addosso. Ancora una volta, roba da ricchi.

L'impeccabile Jimin - impeccabile almeno dalle caviglie in su- non sembrò troppo sorpreso di vederli spuntare in quel modo e, al contrario, si dimostrò già perfettamente a suo agio nel quartiere, forse anche grazie alla presenza di una potenziale guardia del corpo dalla sua parte. I suoi abiti erano leggermente meno appariscenti del solito, ma non per questo meno costosi. Quelle ciabatte erano l'unico aspetto che dava nell'occhio, una macchia di colore in un outfit nero e aderente, in tono con occhi e capelli.

Appena fece loro cenno di salire in macchina, Yoongi cercò di dare un senso a tutta quella situazione assurda, spremendo le meningi per dire qualcosa di intelligente. <<Serve che portiamo qualcosa da casa?>> gli venne da chiedere, giudicando lui stesso che fosse una domanda proprio anziana. In realtà neanche sapeva cosa avesse chiesto di preciso -poteva benissimo alludere al cibo- , era semplicemente confuso e, dato che Jungkook non sembrava collaborare, pregò di sembrare solo disinvolto mentre vedeva la sua faccia distorta dal riflesso della portiera. "Sembro proprio mia madre".

<<Appena arriveremo ci sarà chi vi dirà cosa fare, voi non vi dovete preoccupare di niente>> lo rassicurò Jimin con un sorriso, aspettando che entrambi si accomodassero sui sedili posteriori prima di sedersi al posto del passeggero. Bastò un cenno e l'autista mise in moto, allontanandosi veloce da quella viuzza claustrofobica e imboccando un raccordo trafficato. Dopo poco Jimin si sporse per accendere la radio e sprofondò leggermente sul sedile, non prima di buttare un'occhiata dallo specchietto retrovisore, occhiata che a Yoongi non sfuggì.

Cocomero || YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora