Capitolo 27

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Mamma mia che parto questo capitolo, enjoy



Svegliarsi il mattino dopo con il braccio di Yoongi sullo stomaco gli fece molto meno effetto della volta precedente.

Preferì addirittura trattenere il fiato per non disturbarlo, rimanendo fermo nonostante sentisse il collo letteralmente spezzato a metà. Di norma avrebbe iniziato ad elencare mentalmente una decina di esercizi di stretching per la cervicale, pregando di non venir lacerato dai dolori durante le prove nel pomeriggio, ma in quel momento riusciva solo a pensare agli sbuffi leggeri che le labbra di Yoongi lasciavano andare.

E a quanto fossero piacevoli.

E a quanto fosse comodo stare lì sdraiato, anche se avevano ancora i vestiti del giorno prima addosso.

Ah, fanculo il torcicollo.

Gli venne una voglia che non seppe spiegare. Si accorse di quello che stava facendo solo quando le sue dita erano ormai andate casualmente a sfiorare il crisantemo rosso che sbocciava sull'avambraccio di Yoongi. Toccò la pelle appena, percependo in rilievo le linee più esterne e marcate del tatuaggio.

Non era un esperto, ma sembrava bello. 

<<Ti diverti?>>

Ritrasse la mano in un sussulto e se la portò a petto, con la faccia di un ladro beccato con un piede di porco in salotto. Yoongi non aveva propriamente aperto gli occhi, ma lo fissava da sotto le ciglia divertito, accennando un sorrisetto assonnato.

<<Non volevo svegliarti>> rispose alla velocità della luce. Dio, che figura di merda.

<<Tranquillo, sono strano io, che mi sveglio se mi toccano il braccio>> scherzò Yoongi, prendendo abbastanza coraggio per accoccolarsi più vicino al fianco di Jimin, lasciando il proprio braccio lì dov'era e osservandolo.  <<Ti piace?>> chiese, riferendosi al crisantemo. Sembrava recente, il colore era particolarmente brillante.

Jimin non era un grande fan dei tatuaggi. E con "non era un grande fan" intendeva che in realtà li odiava. Eppure quei tatuaggi, come un po' tutto ciò che riguardava Yoongi, sembravano non dargli poi così tanto fastidio. Non faceva che fissarli, alla ricerca di una parola per descrivere cosa ne pensasse.

Non lo sapeva neanche lui.

Sviò volutamente la domanda. <<Te l'ha fatto Jungkook?>>

<<E' diventato bravo, vero?>> sorrise l'altro <<mi piace tanto come ha sfumato al centro, vedi? Anche se lì in alto a sinistra c'è una punta di rosso fuori dal contorno. Ma è colpa mia, ho starnutito>>. Yoongi osservava il tatuaggio con affetto, ruotando il braccio per seguire con lo sguardo i petali che lo avvolgevano.

E Jimin, di colpo, vide sbocciare i crisantemi. O meglio, li sentì. Che fossero crisantemi, peonie o altri fiori con nomi latini impronunciabili, sentì un qualcosa abbarbicarsi nel petto, a metà tra un bruciore e un fremito. Ma decise di concentrarsi solo sul fiore che aveva davanti, per non dare spago a quella sensazione di prato fiorito, simile a quelle nei film.

Si accorse che voleva sfiorarlo di nuovo.

Non sapeva bene se fosse il tatuaggio o la pelle bianca, a fargli quell'effetto.

Mancò il tempo per formulare quel pensiero fino in fondo perché il campanello iniziò a suonare insistentemente, spaventando tutti e due. Jimin alzò controvoglia la coperta borbottando, chiedendosi chi avesse la voglia di presentarsi a casa sua di sabato mattina. D'altra parte, solo chi aveva il codice poteva suonare.

Cocomero || YoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora