Capitolo 13

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-Allora, non devi far altro che controllarla e se si agita iniettale i calmanti più efficaci- Una voce estranea alla mia e a quelle che potevo riconoscere invase la mia mente, tenni gli occhi chiusi. Non volevo interrompere il loro discorso.

-Cosa le è successo?- un'altra voce. Forse ero ancora al vecchio ospedale e mi ero sognata tutto. Magari mia madre era fuori dalla mia stanza a preoccuparsi della mia salute. Fred e Niall sono un bellissimo sogno fatto a causa dei farmaci. Potevo sentire la malinconia nella mancanza di Niall al mio fianco. Della risata di Fred e di quella villa in cui avevo passato soli pochi istante della mia vita.

-Lei non parla più Harry- l'altra persona era una donna, dal suo timbro di voce non sembrava tanto giovane.

-Ma è impossibile- Rispose Harry.

Stavo sognando, per forza.

-è sotto shock, e finché non parlerà di nuovo starà qui-Rispose con cattiveria e prepotenza la donna, il giovane borbottò qualcosa, uno dei due mi accarezzò il volto con mano tremante e leggera. Il suo profumo era come un disinfettante buono.

La porta della mia stanza si chiuse e io riaprii gli occhi scoprendo un volto con poche imperfezioni e una massa di capelli ricci starmi davanti. La mano del giovane Harry mi sfiorava con cura come se fossi un gioiello. Non stavo sognando, ero ancora nella C.O.S e Niall non era più con me, nel mio letto. Il ragazzo sobbalzò appena notandomi sveglia, a scrutarlo con attenzione. Non riuscivo a parlare, era vero, ma io non avevo più paura. Potevo, forse, considerarmi apatica. L'unica cosa che volevo evitare mi si era schiantata addosso.

Spostai lo sguardo da lui e vidi mia madre, seduta sul bordo della finestra con gli occhi puntati su di noi, sorrideva come quando guardava mio padre.

-Buongiorno Shirly- Disse Harry, la sua voce era bassa e roca.

"Ciao" pensai, come se lui potesse leggermi nella testa.

-Mi chiamo Harry- Continuò, sorrisi appena.

"Lo so, ero sveglia anche prima" Continuai imperterrita, lui non poteva sentirmi. Ovviamente. NOn potevo farci nulla, quel metodo era suntato dal nulla e forse mi lasciava un senso di normalitò nel petto.

-La capo sala è molto arrabbiata oggi, credo che suo figlio abbia combinato un guaio. Sai, lui ha solo 10 anni, ma è una peste peggiore di un 17enne.- Rise mostrando dei denti perfettamente bianchi.

"Tutti i bambini sono pesti"

-Parlo io, che ho solo 20 anni- Continuò sedendosi accanto a me, lasciai il mio sguardo percorrere tutto il suo corpo. Era alto e snello, indossava una divisa da infermiere verde. Così giovane, e già al lavoro.

-Devi stare tranquilla, non voglio iniettarti quella merda- Sorrisi ancora.

"Sarò come un morto"

"ti meriti di essere morta, hai rovinato la mia vita. Odiosa mocciosa" Il fiato si spezzò nella mia gola, la voce di mia madre era acuta. Quasi un urlo contro di me. Sbarrai gli occhi muovendo una mano verso di lei. Harry doveva vederla. Lui si girò incuriosito alzando un sopracciglio.

-Io, cosa devo vedere?- Disse rigirandosi verso di me, socchiusi gli occhi mentre lei cominciava ad urlare. le lacrime presero ad uscire dai miei occhi a flotte. Mi tappai le orecchie, portandomi le ginocchia al petto.

-Tranquilla- Riuscii a sentire Harry. Si sporse verso di me e mi tirò al suo petto. Lo respinsi con le mani.

Niall.

Io volevo Niall.

Vidi Harry alzarsi sconsolato. Mi dispiaceva per lui. ma Niall, era come lagato a me, alla mia vita. Non potevo desiderare altro che lui.

The White Wall |n.h.|#wattys2015Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora