parte 3

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 alle 7 in punto un suono stridulo si fece largo nel campanello di Anna, una sensazione di eccitamento misto ad ansia si crerò nel suo corpo. le mani iniziarono a sudare e sperò che il trucco che si era messa in faccia non colasse, non si era truccata esageratam/ente, giusto un po' di correttore e per risaltare gli occhi una matita nera leggere sotto gli occhi con un filo di mascara. aveva trascorso buona parte delle precedenti due ore a pensare a come vestirti, elegante o casual? semplice o elaborato? nero o bianco? tacchi o non tacchi? non si era mai fatta questo genere di problemi ma quel giorno voleva essere bella, anche se non sapeva il perché, voleva essere bella, e lo era, quando scese dalle scale del suo appartamento a lui si illuminarono gli occhi, la bocca gli si aprì leggermente in modo volontario nel vederla, un semplice jeans abbinato ad una camicetta beige, tronchetti neri ai piedi e un lungo cappotto dello stesso colore della camicia, era semplice ma per lui era bellissima, tutto, tutto risaltava i suoi splendidi occhi e non poté fare a meno che guardarla, rimanere incanto, e essere scosso dalla sua voce che lo richiamava dalla trans in cui era finito.

"ciao"
"sei, sei davvero bella" incitò lui
"oh, grazie"
dopo una piccola passeggiata si ritrovarono in questo posto, un ristorante, non troppo elegante ma nemmeno dal kebabbaro di turno, esattamente quello lei avrebbe preferito, odiava stare al centro dell'attenzione e sicuramente un ristorante lussuoso non avrebbe aiutato questo particolare, e dentro di se si chiese come lui avesse scelto un posto tanto adatto.

" è qui che ho prenotato, spero di piaccia ma, ecco, odio stare in mezzo a troppa gente e le cose troppo eleganti non mi piacciono, non sto dicendo che tu non sei elegante, e non sto dicendo nemmeno che tu non sia bellissima perché lo sei.. o mio dio sto straparlando vero?"
una piccola e tenua risata scappò dalle labbra di lei
" già, stai decisamente stra parlando"

i due entrano e un cameriere chiese a Louis a quale nome avesse prenotato 

"Tomlinson" ad anna il cuore fece una capovolga perché il modo in cui pronunciava quel nome gli suonava eccitante e o mio dio anna tu non pensi queste cose si ripetè nella testa.

si sedettero ad un tavolo in un angolino, con una luce soffusa e una piccola candelina che illuminava i loro volti.
presero entrambi i menu e iniziarono a sfogliare le pagine, "s p a g h e t t i" disse louis, lei lo guardò in un modo un po' ambiguo e per sua risposta si mise a ridere, "cosa hai contro gli s p a g h e t t i come dici tu?"
"nulla ma il loro nome, è alquanto ambiguo, hai mai sentito qualcosa chiamarsi spaghetti?" decretò louis ma fece solo più ridere anna
"tu hai mai sentito due cose completamente diverse chiamarsi con lo stesso nome? no, per questo solo gli spaghetti si chiamano spaghetti" rispose lei cercando di reprimere la risata
"beh ok ma che mi dici di pesca? c'è la pesca frutto e c'è la pesca dei pesci, sono due cose opposte ma hanno lo stesso nome"
pensó che quasi quasi la stava convincendo ma non si arrese
"ok ma sono pochissime le cose che hanno lo stesso nome no?"
"d'accordo d'accordo mi arrendo, solo che il nome spaghetti mi fa strano, non mi da il senso di un qualcosa di lungo e stretto che viene succhiato in bocca"
la faccia di lui si fece bordeaux non appena si rese conto di quello che aveva appena detto, gli si lèsse negli occhi la vergogna e la paura di aver decisamente esagerato anche se non aveva fatto apposta, ma lei sembrava esattamente sulla su stessa linea d'onda, per questo scoppiò in una grassa e fragorosa risata
"omiodio non mi sono nemmeno reso conto" è quello che riuscì a dire lui tra un riso e un altro
il cameriere nel frattempo arrivo e chiese ai due le ordinazione, "spaghetti con il pomodoro"
lei ci provò ma la su mente la riportò a pochi minuti prima.. si mise a ridere talmente forte che il cameriere si spaventò, Louis inizialmente la guardò scioccato e poi rise anche lui
"o-oh scusi haha, scusi per me un piatto di trofie al pesto"
il cameriere prese gli ordini e si allontanò con uno sguardo dubbioso sul quello che fosse appena successo.
"devo dire che, solitamente sono io il re delle figure di merda ma diciamo che tu potresti essere la mia regina"
probabilmente lui non si rese nemmeno conto di quello che aveva appena detto ma lo stomaco di lei sembrava bussare alla sua pancia come se volesse uscire e ballare la macarena..
venne riscossa dal cameriere che portava ai due le bevande che avevano ordinato, lui una birra, e lei un bicchiere di vino bianco.
"certo che, spaghetti al pomodoro, e già qui, e birra non sono un abbinamento, consono, no?" si riprese lei
una faccia sconvolta comparve sul volto di lui "innanzitutto che hai contro gli spaghetti al pomodoro, sono buonissimi, e poi io non sono consono, odio le cose normali"
si senti male perché anche lei odiava le cose normali, lei era lei e non c'era nulla così.
"gli spaghetti al pomodoro li mangiano i bambini di 5 anni, Louis"
a lui sembrò svenire, si fissò mentalmente quel sono, quello del suo nome pronunciato in un modo talmente dolce e allo stesso tempo sensuale che non aveva mai sentito
"e poi non sono niente di tanto speciale, cioè sono buoni ma non così tanto di ordinarli al ristorante" disse ancora lei

Gli amanti- magritteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora