Parte 7

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"anna non so come vestirmi come ci si deve vestire per un occasione del genere?"

"louis, devi conoscere mia madre non il presidente degli stati uniti"

"proprio per questo ci tengo a fare bella figura"

"lou dio saresti bello anche con un sacco della spazzatura addosso"

in quei pochi mesi anna e louis avevano imparato a conoscersi, avevano scoperto cose in comune che nemmeno se si fossero messi d'accordo avrebbero potuto unirli.

ad entrambi piaceva il gelato al puffo e ad entrambi faceva schifo il gelato alla liquirizia, odiavano stare in mezzo a troppa gente e amavano fumare una canna sdraiati in un parco con una coperta e una birra in mano. erano tanto uguali quanto diversi e il temperamento egocentrico di louis era in netto contrasto con il temperamento calmo e poco espansivo di anna.

la verità è che quando erano solo loro due erano persone diverse, ma non che non erano loro, erano esattamente loro stessi perche quando erano da soli i filtri che cerano con le altre persone scomparivano e ogni muro veniva buttato giù in un secondo, come si i loro occhi fossero un arma in grado di abbattere qualsiasi cosa.

"ma tu che ti metti" chiese lou con un tono tanto preoccupato

quella sera sarebbero andati a casa della mamma di anna, per finalmente accontentare monica che era così curiosa di scorpire chi fosse il ragazzo che aveva riacceso gli occhi di sua figlia, così aveva detto, e quando anna aveva comunicato parola per parola a lou, quasi saltò in braccio ad anna e la strinse forte, dandole tanti baci. anna non lo sapeva ma a louis in quel momento stava sfuggendo dalle labbra quella parola, ma riuscì a fermarsi perchè forse non era ancora pronto per dirla, forse credeva che anna ancora non lo fosse.

"un vestito normale lou, ti prego smettila di essere così agitato, fai venire ansia anche a me"

erano le 7:05 e da lì a poco sarebbero saliti in macchina

"anna ci sei? se facciamo tardi per colpa tua sappi che io non mi prendero nemmeno una briciola di colpa per te"

lei dal bagno fece una piccola risata perchè amava il modo in cui lou era preoccupato per la paura di non piacere a sua mamma, ma lei sapeva che l'avrebbe amato, semplicemente perchè rendeva felice sua figlia e questo le bastava

un filo di mascara, un paio di stivaletti neri con un po' di tacco e un vestito a tubino nero semplice, gli occhi di louis si sbarrarono e dalla sua bocca non usciva nemmeno una parola ma non serviva perche anna aveva imparato a leggere i suoi occhi. ma anche a lei il respiro si bloccò per un attimo quando un paio di jeans neri e una camicia bianca abbinata ad una giacca nera, percorrevano in un modo tanto dolce e sensuale il corpo del ragazzo.

si fissò mentalmente quell'immagine e si ripromise che dopo glielo avrebbe tolto.

dopo pochi minuti di auto arrivarono ai piedi di una casa con un piccolo giardino esterno, con un'altalena e una piccolo aiuola con dei fiori.

suonarono il campanello e lou era talmente agitato che prese la mano di anna e intrecciò le sue dita con quelle di lei per calmarsi.

una signora sulla cinquantina aprì la porta con un sorriso a 32 denti stampato sulla faccia, gli occhi esattamente come quelli di anna, solo un po' più scuri.

"benvenuti, entrate entrate!, tu devi essere louis, io sono monica!"

"piacere, si sono louis, grazie mille per l'invito"

"oh ma di cosa ci mancherebbe, datemi le giacche e andiamo a mangiare"

si diressero tutti tre in cucina e anna fece cenno a lou di sedersi vicino a lei e di fronte a sua mamma, dopo i primi minuti di imbarazzo monica fece l'interrogatorio al ragazzo, chiedendo esattamente di tutto.

"mamma basta quante domande!"

"amore tranquilla non ce nessun problema"

amore, l'aveva davvero chiamata amore davanti a sua madre o la sua mente si era inventata tutto, si mise una mano al petto per capire se il suo cuore batteva ancora o se al udire quelle lettere si era fermato per sempre, "tum-tum-tum" batteva ancora, quindi il ragazzo l'aveva davvero chiamata amore. sul suo volto spuntò un sorriso che sua mamma vide e ne capì subito il motivo, dio la conosceva così bene.

la cena proseguì e quando sua mamma aveva ormai bevuto un bicchiere di troppo, per l'euforia, la figlia disse che si era fatto tardi e che ormai era ora di andarsene, in realtà non era colpa di sua mamma, voleva farsi togliere quel vestito dal ragazzo seduto accanto a lui, ed era un pensiero che la tormentava da tutta la cena e non poteva aspettare nemmeno un minuto di piu.

presero le loro giacche e si diressero verso la porta

"è stato un vero piacere conoscerla" disse louis riferendosi a monica

"oh avanti dammi del tu ti prego, mi fai sentire cosi vecchia! e poi niente stretta di mano vieni qui e dammi un abbraccio"

e i due si abbracciarono, e a louis sembrò di essere a casa.

i due si diressero a casa e il viaggio fu estremamente silenzioso, non una parola, non un suono, ma anna era troppo preoccupata per parlare. non appena aprirono la porta louis se ne uscì con una frase

"mia mamma è morta quando io avevo 17 anni"

Gli amanti- magritteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora