parte 5

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un piccolo spiraglio di luce entrava dalle fessure della serranda, in un millesimo di secondo anna ripercorse tutti gli avvenimenti ella serata precedenti, i baci, le carezze e la dolcezza di louis, scacciò quei pensieri e allungò la mano verso l'altra parte del piccolo letto, sentendola fredda e vuota, si alzò di scatto e al posto di lou ci trovò un piccolo biglietto bianco macchiato con inchiostro nero che diceva " sono uno stronzo lo so, ma sono dovuto scappare, ti chiamo dopo" .

quel giorno Londra era fredda, pioveva e la nebbia era cosi fitta che non si vedeva da qui a un metro più in là, l'acqua si schiantava sulle finestre come se la fine del mondo fosse vicina. e Londra come sempre rispecchiava anna, quel giorno lo passò a lavorare e ogni 5 min controllava il telefono per controllare se lou l'avesse chiamata. ma ogni volta che guardava, le uniche notifiche erano sua madre che le chiedeva se poi voleva passare da lei per un the, non sapeva come ma quella donna sapeva che la figlia stava male senza nemmeno averla vista e infatti anna ha sempre creduto che la sua mamma fosse un alieno, la capiva senza nemmeno dire una parola.

mentre consultava dei documenti che poi avrebbe dovuto inviare una ragazza dai capelli biondi e lunghi, con un tacco 12, in una giornata di pioggia e freddo di Londra, entrò nel negozio andando dritta verso anna,

"lascia stare louis ok?"

rimase allibita, che doveva fare? gli occhi sbarrati, il cuore che batteva sempre più forte e una sensazione di calore che saliva dal petto, in meno di un secondo si trovò fuori dall'edificio, cercò di aprire il più possibile i polmoni e cercò di pensare ad Harry, il suo cantante preferito, cercando di ricordare quello che diceva, per permettergli di salvarla ancora una volta.

alle 4:30 finì di lavorare e si diresse verso casa, lungo il tragitto dovette tenere le lacrime più di una volta, che cosa aveva fatto? chi era la ragazza? cosa centrava con louis? dove è lou? non seppe rispondere a nessuna delle sue domande, ma quando alzando il vaso di margherite non trovò la chiave dovette cacciare i brutti pensieri, la porta era aperta, e lei sperava di trovare louis, forse no perchè non avrebbe saputo cosa dirgli ma voleva sapere che stava bene e abbracciarlo perchè la giornata che aveva avuto faceva schifo, e l'unico modo per renderla migliore era abbracciare quel ragazzo minuscolo.

aprì la porta di casa e provo a chiamare lou, ma una voce sottile e femminile uscì dalla cucina..

la mamma di anna uscì dalla cucina con in mano due tazze di te fumanti, ne porse una ad anna e con un grande sorriso chiese

"chi sarebbe questo Lou?"

"dio mamma non è nessuno, solo un amico e siccome sa il nascondiglio delle chiavi pensavo fosse lui"

"d'accordo d'accordo, quando sarai pronta me ne parlerai"

discussero del tempo, del lavoro e Monica si lamentò del fatto che il frigorifero non era pieno e non poteva rischiare di rimanere senza cibo e che sarebbe dovuta andare a fare la spesa al più presto. anna salutò sua mamma con due baci sulla guancia e la accompagnò alla porta. 

si stese sul divano e accesa la tv, non si preoccupò nemmeno della cena siccome il pensiero di lou le fece passare l'appetito. si addormentò con friends che andava avanti con gli episodi e qualche lacrima, senza senso le scese dai due occhi azzurri che si trovava, quegli occhi che fino alla sera prima erano di un azzurro come il ghiaccio, un azzurro tanto profondo, ora cosi buio, cosi grigio, che nei suoi occhi sembrava solo essere passato un uragano, sembravano riflettere la citta che la circondava, le nubi grigie sopra di lei e il cemento bagnato sotto i suoi piedi.

lo scatto della porta la svegliò e la fece sobbalzare, ma non si mosse, ipotizzando chi potesse essere, finse di dormire, e dei passi leggeri venivano verso di lei, non aveva visto niente, ma sapeva che fosse louis, sentiva quel qualcosa nell'aria che le fece capire che era proprio lui, ed ebbe la conferma quando un bacio calmo e dolce le si posò sulla testa, era arrabbiata, ma quel semplice contatto gli fece cambiare umore, sentì le stesse vibrazioni della sera prima, così pian piano strizzò gli occhi e li aprì, beandosi della vista di quel ragazzo che aveva rapito il suo cuore, lo guardò negli occhi e sentì lo stomaco chiudersi, erano esattamente come i suoi, bui, senza emozioni e senza profondità.

"anna"

"lou"

Gli amanti- magritteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora