Era da un po' che i due cercavano di far passare una rilassante e indimenticabile vacanza ad Hinata. Con la scusa, Kuroo imparò a conoscerlo, e capì bene perché Kenma fosse suo amico.
In nove giorni non lo aveva visto solo piangere o sfogarsi, bensì ogni tanto anche sorridere, ridere, dimenticare ogni male. Anche se ogni volta che i due cercavano di evitare di baciarsi o tenersi per mano per evitare di fargli ricordare Kageyama, Hinata subito lo notava e perdeva la sua allegria, piuttosto rimaneva parecchio inquieto e irritato.
"E' una persona così dolce....così solare. Nonostante le sue condizioni ogni tanto si preoccupa per me e Kenma. Dice di avere paura che per colpa sua noi non possiamo passare più tempo da soli."
Pensò Kuroo.
In effetti in questo periodo solo poche volte era capitato che restassero soli, a parte nel tragitto scuola-casa e viceversa. Piuttosto si trovavano ogni tanto tutti e tre a mangiare nell'appartamento di Kenma. In genere cucinava Kuroo visto che Kenma non sapeva molti piatti di cucina da provare.
-Allora....io adesso credo sia ora di tornare alla confraternita.-
Disse Kuroo alzandosi dalla sedia nella cucina, guardando l'orologio nel display del telefono che segnava le tre e mezza del pomeriggio. Nel frattempo suonò il campanello e Kenma andò ad aprire. "Chissà chi sarà a quest'ora" pensò mentre si dirigeva alla porta.
-Già te ne vai?-
Chiese Hinata quando Kenma li lasciò soli.
-Oh si....devo studiare un paio di cose, oggi ci sarà una festa-
-Oh...ma oggi non è lunedì?-
-Si, beh....oggi è un giorno...speciale-
Disse arrossendo leggermente grattandosi la nuca.
-E' il compleanno di qualcuno?-
-Beh....in realtà....è il mio...compleanno-
-Oh....come mai non l'hai detto prima?-
-Perché insomma....-
Guardò da un altra parte, in sottofondo si sentiva Kenma parlare con chiunque avesse bussato.
-Non l'ho detto a Kenma....-
Spalancò gli occhi.
-Non importa perché....è meglio comunque che lui stia qui con te. Quindi per favore...non dirglielo.-
A questa frase Hinata perse totalmente le staffe. Batté un pugno nel tavolo e urlò:
-Sono stufo! Fate entrambi la parte dei bravi amici, ma continuate a trattarmi come fossi un calice di cristallo che potrebbe rompersi da un momento all'altro. E' vero. Vedere una coppia felice davanti a me potrebbe ricordarmi lui, ma non vuol dire che potrei per forza stare male.-
Si era alzato in piedi, con la faccia rivolta verso il basso mentre guardava la sua mano stringersi in un pugno, posata ancora sopra il tavolo.
-A cosa credi che io pensi ogni volta che sorrido? Ogni cosa mi ricorda di lui. Ogni minuto, i ricordi di noi due mi tornano sempre in mente! Ma quei ricordi possono essere tristi quanto sono anche felici. Sono ciò che mi tiene legato alla realtà.-
Alzò il volto con le guance rigate dalle lacrime, finalmente guardò Kuroo che pietrificato lo guardava senza realizzare nulla di ciò che aveva appena sentito. Hinata sorrise dolcemente.
-Sto piangendo. Ma sai cosa? Sono felice. Fin quanto io posso essere ferito da lui, non posso negare di essere stato felice per i primi anni. E sarà che sono un po' incoerente, o potete dire che "ci tengo ad essere ferito" ma ho ancora una speranza. Da una parte, per quanto sia surreale il mio desiderio, per quanto io sia consapevole che non lo farà, spero che lui stia male tanto da capire di amarmi e cercarmi. E trovarmi.-
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Perché mi ami solo quando ti annoi? ~ Kuroken
FanfictionKenma Kozume, a 19 anni, andò da solo a vivere a Manchester per frequentare finalmente l'università dopo aver finito il liceo già da 2 anni. I suoi genitori erano felici che lui decidesse di vivere in una città così lontana perché così avrebbe fatto...