Epilogo

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Dedicato a tutti quelli che mi hanno seguito, 
che hanno aspettato l'aggiornamento,
a chi silenziosamente ha letto,
a tutti voi che siete giunti fin qui.
Grazie!


Così simili e così distanti

Il tempo, infine, scorse lento e inesorabile come i granelli di una clessidra che scendono. 

Sei Inverni erano passati da quei giorni tristi e bui. Il mondo magico era stato sconvolto da una guerra tra maghi che nessuno aveva mai considerato possibile e nessuno avrebbe potuto dire di non aver subito perdite ingenti. Non c'erano stati vincitori, solo vinti. 

Il signore oscuro aveva abbandonato questo mondo, o almeno così pareva, per mano di un piccolo fagottino chiamato Harry Potter. Anche quel gesto, però, che era una vittoria conclamata, aveva tutto il sapore di una sconfitta. Perchè nonostante tutto, quel bambino non avrebbe conosciuto il calore del petto della sua mamma o la voce incoraggiante e fiera del suo papà. Anche quella vittoria, infondo, era solo a metà. 

Tutti i mangiamorte erano stati perseguitati, arrestati, processati e infine spediti ad Azkaban per scontare la loro pena. Come era giusto che fosse, del resto. 

Eppure non tutti erano stati presi. Lucius Malfoy, ad esempio, continuava ad entrare e uscire dalla sua casa come se fosse padrone del mondo. Narcissa seguiva con lo sguardo ogni spostamento del marito. Raramente gli toglieva gli occhi di dosso e, quando lo faceva, era solo per assicurarsi che la casa fosse in ordine. 

Non ne avevano mai parlato, dei fatti di quel giorno. Narcissa non aveva mai chiesto al proprio consorte se avesse ucciso Adele, la sua migliore amica, in una trappola tanto crudele quanto banale, benché ne avesse la più pura e sincera convinzione. 

Lucius, dal canto suo, non aveva mai rivelato alla moglie quali fossero i fatti che avevano segnato e sconvolto per sempre il loro equilibrio familiare. 

Ogni tanto capitava che l'ex mangiamorte ci ripensasse, a quel fatidico giorno. A come aveva aspettato che Adele finisse di parlare con Narcissa, a come l'aveva attirata in un'altra stanza e smaterializzata contro la sua volontà proprio in un bosco lì vicino, a come infine un altro mangiamorte l'aveva freddata con un banale e semplice Avada Kedavra perché infondo aveva già dato troppi problemi. Ma di questo, non ne avrebbe mai parlato con la moglie. 

Non era passato poi molto da quel giorno, che anche Julian, colto da un sentimento di rabbia pura e cieca vendetta, era caduto in una trappola così semplice da risultare ridicola. Era morto anche lui senza troppe sofferenze. 

Ciò che Lucius non aveva preventivato, però, erano state le conseguenze. Sorprendenti e che, per certi versi, gli erano sembrati infine una sorta di redenzione. Narcissa ci rifletteva, ogni tanto, su come le cose fossero cambiate in così poco. Spesso ripensava a quella fredda sera di Novembre, esattamente un mese prima di Natale.

Il campanello era suonato una sola volta e lei, visto che si trovava nel soggiorno, aveva deciso di andare ad aprire. Non c'erano adulti, la fuori, ma solo una cesta. Un piccolo fagottino avvolto in una morbida coperta color lavanda risiedeva al suo interno. Narcissa ricordava chiaramente di aver urlato. Un paio di occhi azzurri come il cielo l'avevano fissata, incuriositi. Erano gli stessi occhi di Adele. La donna non aveva potuto fare altro che chinarsi, raccogliere il tutto e tornare dentro. Si era appoggiata alla prima poltrona che aveva trovato e con foga aveva strappato la busta per leggere la lettera al suo interno. 

Quella bambina, aveva scoperto, era la figlia di Adele e Julian. Nata esattamente lo stesso giorno dell'erede di casa Malfoy, la piccola portava il nome della proprietaria della dimora. Narcissa Tatiana Green, ecco qual era il suo nome. Adele le chiedeva esplicitamente di prendersene cura, di amarla e viziarla come se lei fosse stata ancora viva. 

Unusual love | Harry Potter fanfiction | Lucius - NarcissaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora