Vittoria

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"Lo senti?"
"Si amore lo sento anche io. Senti come batte forte. Va a mille all'ora. Dai che ora manca poco e la potremo abbracciare. Potremo fare tutte quelle cose che abbiamo sempre sognato. Parco giochi, piscina, coccolarla, baciarla. Giocare con la farina mentre faremo i dolci e la ameremo. Come non potremo amare mai nessuno"
- Si sposti papà. Tenga la mano a sua moglie -
"Certo mi scusi. Amore io sono qui e stringimi forte la mano. Se hai dolore stringila più forte che mai. Io sono qui apposta per aiutarti"
- Signora spinga che è arrivato il momento -
"Dai amore spingi. Aiuta Vittoria a uscire ed a venire da noi. Dai"
- Bene signora. Faccia ancora uno sforzo. Ancora un altro. Vedo la testa. Signora ancora un po' -
"Dai amore che è quasi finito tutto. Anzi no che dico. È quasi iniziato tutto. Ti amo amore mio."
- Eccola è fuori. -
Alzo la testa e la vedo.
È strano però. Di solito appena nati i bimbi piangono. Serve per far dilatare gli alveoli polmonari almeno così ci hanno detto al corso preparto.
Qui però nulla. Anzi ora che guardo meglio Vittoria ha gli occhi chiusi mentre quelli dell'ostetrica sono sbarrati.
"Come sta Vittoria?"
"Cara non preoccuparti. Va tutto bene. Ce l'ha in braccio Roberta l'ostetrica. Riposa stai calma"
Fisso Roberta negli occhi e vedo la preoccupazione in lei.
"Scusate devo andare in Terapia Intensiva Neonatale"
"Che succede Fabio"
Non so rispondere mentre la sua mano mi stringe con una forza incredibile.
Roberta sparisce dietro una porta automatica e ci lascia qui soli, disperati.
Ginevra piange e io non so che fare.
Mi sento tutto il mondo sulle spalle senza nessuna forza per sorreggerlo. Vorrei andare di là a vedere, a chiedere ma non voglio lasciare sola Ginevra. Il mio cuore pompa come mai.
Se continua così mi verrà un infarto. Ginevra urla il nome di Vittoria a squarciagola mentre, al di là della porta automatica si sentono voci trafelate e preoccupate.
Roberta rientra. Saranno passati trenta secondi ma sono sembrate ore interminabili.
- Fabio, Ginevra. Vittoria ha avuto un piccolo arresto cardiaco perché il cordone ombelicale le si era stretto intorno al collo. Ora i colleghi stanno facendo di tutto per rianimarla e capire se ci sono state problematiche dovute alla mancanza di ossigeno al cervello. Se volete posso chiamare uno psicologo come è prassi in questi casi -
Mi lascio cadere sulla sedia.
Ma come.
No Vittoria qualche minuto fa aveva il cuore che era una Ferrari.
No. Si sono sbagliati.
È un errore.
Io la sento piangere e fra poco già so che riderà e io mi scioglierò vedendola.
Si si. Mi stringerà il dito indice con la sua piccola manina e io piangerò di felicità. Quella felicità che ti squarcia il petto e ti senti dentro un'onda che ti sbatte da una parte all'altra.
E poi Vittoria. Amo questo nome. Vittoria Nike. Lei è una vincente.
"Possiamo vederla?"
Lo diciamo insieme. Intimoriti. Preoccupati.
- Ginevra tu devi riposare un attimo e devo finire delle cose con te. Tu, Fabio, se vuoi oltrepassa la porta. Subito dopo c'è una finestra. Da lì potrai vedere Vittoria e i miei colleghi -
"Amore. Posso andare? Riesci a stare da sola un attimo?"
La mia voce è strozzata. Rotta.
Ginevra è come impazzita. Piange a dirotto e sussurra il nome della nostra piccina. Titubante e impaurito lascio la sua mano e mi avvio alla porta che, al mio passaggio sotto la fotocellula, si apre.
Mi sembra di essere in un mondo parallelo. Qui è tutto asettico con luci fredde. Camici azzurri e bianchi dappertutto e, al di là del vetro, una piccola teca di cristallo attaccata a mille tubi ed a tre monitor.
La vedo è là. Il mio piccolo angelo è là. Sembra respirare. L'infermiera si gira e mi sorride con gli occhi.
Il mio cuore rallenta.
L'infermiera all'interfono dice che la crisi è passata e che Vittoria sta bene.
Dio ti ringrazio.
Mi chiede anche se voglio entrare a farle una foto così da farla vedere alla mamma.
Certo che voglio.
Mi fa passare in una stanza dove mi fanno indossare un camice verde e delle copriscarpe. Mi avvicino alla teca e sorrido. Anzi no piango. Sorrido e piango insieme. E forse questa è la felicità.

Dedicato a tutte le persone che si fanno in quattro per aiutare i nostri neonati.
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