Richard teneva le spalle ai presenti in cucina e a testa bassa preparava del caffè.
Il sole era ormai sorto e Reina aspettava con ansia delle spiegazioni da parte del padre.
«Eri una bambina bellissima da piccola...» iniziò a raccontare Richard sorridendo, girandosi verso Reina e poggiando poi la schiena al frigorifero. «Desideravo tanto una famiglia ma purtroppo la donna che amavo non poteva avere figli».A quelle parole Reina sussultò dalla sedia raddrizzando con la schiena.
Schiuse le labbra aspettando che Richard continuasse, riusciva a sentire il proprio battito che aumentava ad ogni secondo.
Richard aveva uno sguardo perso, aveva gli occhi fissi sulla figlia, gli stessi occhi che si stavano riempiendo di lacrime ma che tratteneva: «Rimanemmo in contatto con un orfanotrofio di San Diego che un giorno ci chiamò e disse "Avete ancora una speranza"»La voce di suo padre tremava e anche le sue mani, si poteva notare, la tazza che reggeva traballare una continuazione.
«Partimmo subito per San Diego ed una volta li vedemmo te...Eri così innocente, così piccola, avevi degli occhioni bellissimi e me ne innamorai subito» ora potevano benissimamente notare che Richard piangeva e sorrideva contemporaneamente, come se quel ricordo fu uno dei suoi ricordi migliori, che gli faceva bene al cuore. «Eri stata abbandonata davanti la porta di quell'orfanotrofio, in quel momento continuavo a ripetermi come delle persone erano capaci di abbandonare una bambina, una figlia... nel momento in cui ti ho presa tra le mie braccia è stato amore eterno, giurai che ti avrei protetta sempre, giurai di tenerti sempre con me e così feci, fino alla fine dei miei giorni».Reina era ormai in lacrime, stringeva la mano di Stiles sotto al tavolo e guardava fisso Richard, alcune volte i suoi singhiozzi potevano udirsi perfettamente.
Si alzò e con passo lento si diresse verso il padre, stringeva tra le mani la maglietta, i suoi vestiti erano completamente asciutti dalla sera prima.
Tutto ciò che le sue orecchie udivano le sembrava surreale, in così poco tempo erano successe un sacco di cose in quel posto.«Quando partimmo per Londra... non era solo per lavoro!
Iniziasti a stare male, non ti riconoscevo più, ma poi Deaton mi aiutò a capire il perchè di quel tuo comportamento» disse Richard tirando sù col naso e poggiando una mano sulla guancia della figlia asciugandole il viso.
«Che vuoi dire?» domandò Reina con voce spezzata ormai distrutta dal troppo pianto e dalla stanchezza.
«Tua madre ritornò in città, la tua vera madre!» esclamò Deaton alzandosi dalla sedia ed avvicinandosi poi a Reina. «Consigliai io a tuo padre di portarti via di qui perchè cose molto pericolose stavano arrivando».Reina si voltò verso Deaton, stropicciando i suoi occhi per via della luce del sole che la accecò in quel momento.
Lo guardava con sguardo interrogativo, non riusciva a capire il perchè di quel discorso, era molto confusa in quel momento, sentiva la testa scoppiarle e le orecchie andare a fuoco.
«Tua madre era una strega Reina, una di quelle molto potenti ma iniziò a praticare la magia nera con costanza, per lei era quasi diventata un ossessione tanto da voltare le spalle alle sue sorelle, ti ha abbandonata si, ma avevate un legame e tu lo hai percepito nel momento in cui lei mise piede a Beacon Hills» iniziò a raccontare Alan con fermezza cercando, in qualche modo, di tenerla tranquilla.Poggiò le mani sulle spalle della ragazza guardandola dritto negli occhi per poi sospirare: «Tu sei una strega, Reina».
«Oh mio Dio!» sussurrò Stiles dall'altra parte della cucina.
Reina schiuse le labbra all'affermazione di Deaton, non credeva alle sue orecchie.
La ragazza alternò lo sguardo tra suo padre e Deaton mentre le lacrime scendevano ormai da sole sul suo viso.
Indietreggiò scuotendo la testa e portandosi le mani sul viso mentre si lasciò andare in un forte e straziante pianto.Era troppo, ma qualcosa non andava.
Reina iniziò a sentire delle voci nella sua testa che continuavano a ripeterle 'vieni da me'.
Si dimenava, quasi da se stessa, portando le mani tra i capelli e tirandoli leggermente, il sole era scomparso, più nulla faceva luce in cucina.
La ragazza si lasciò cadere sul pavimento: «Lasciami stare» ripeteva lei tra i singhiozzi mentre si piegava dal dolore.
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No Limits
Werewolf«Sei il sussurro alla fine di ogni urlo disperato!» Dopo due anni di vissuto a Londra, scappata dai problemi e lasciandosi alle spalle una vicenda che aveva segnato per sempre lei e i suoi amici, Reina dovrà tornare nella sua città natale: Beacon Hi...