Di certo non avevo paura di paparino O'brien,dopo un anno che mi pedinava con la sua super vista da persona illuminata ancora uccido,piú o meno indisturbata. Non è certo al mio livello. Però è strano, sono sicura al 100% che ha scoperto tutto molto tempo fa,non posso leggere nel pensiero o cose simili ma mi controllava sempre, da quando sono tornata all'ospedale me lo sentivo sul collo. Pensate che una volta ê pure entrato in camera mia. Crede che io non lo sappia ma ho delle telecamere nascoste, per i miei genitori in teoria, ma pur sempre utili. Poi me ne sarei accorta comunque, quando ha rimesso a posto la mia roba è stato troppo ordinato, e mia madre non era stata; lei si rifiuta addirittura di sfiorare la porta, manco venisse risucchiata da un buco nero.
In conclusione devo tenerlo d'occhio. E forse so come fare...
"Allora Lilith,cosa voleva. Guai?" chiede Gaia vedendoli uscire dall'ufficio.
"Ma nulla, i soliti sospetti. A quanto pare devono trovare qualcuno da incolpare per la stupidità dei loro figli" risposi con aria sufficiente.
"Ora stai davvero esagerando Lilith, Lorel si è appena gettata da una..."
"Aspetta i loro figli? Vuoi dire che centrano i genitori?" la minterrompe Marco
"Si. A quanto pare la nostra compagnia non è ben vista. Soprattutto dai genitori che ci danno la colpa. È come se cercassero di farcela pagare per come li hanno cresciuti loro..." dico ridendo
"Forse hanno ragione" sussurra Lidya
"Cosa vuoi dire?" la campanella ci interrompe
"Dobbiamo andare. Ci vediamo all'uscita" mi salutano
"Si ciao" accidenti un'ora persa. Vabhe poco male. Ora ho due ora di scienze poi a casa, oggi giornata corta. Grazie assemblee. Sarei tentata di fare fuoco se non avessi studiato tanto.
***
Uscita. Andando fuori trovo gli altri in giardino. So che mi vogliono parlare ma egoisticamente spero che si muovano perché ho le traveggole dalla fame.
"Ti aspettavamo" mi dicono
"Lo so eccomi" e ci spostiamo in un lato disabitato del giardino.
Fred inizia "Devi smetterla. Piantala di essere cosi crudele con quei ragazzi. Questi test non fanno mai niente di buono. Rovini noi e gli altri, è la quarta che si suicida dopo una delle tue trovate. Noi ci sentiamo in colpa non ce la facciamo più. Quindi o cambi o te ne vai." era una pugnalata. L'idea di questi test era una tradizione del vecchio capo. Quando sono entrata nel gruppo sono riuscita a diventare la leader e ho mantenuto queste diciamo prove. Se sopravvievi alla prima uscita eri una con le palle e quindi entrarvi nel gruppo con tutti gli onori. Era una scusa. E anche parecchio ridicola lo ammetto. Serviva solo come giustifica ai suicidi e come passaporto per me. Ma come idea era stata facile farla accettare ai ragazzi e tutta la scuola ne era a conoscenza e smaniava per farli. Qualcuno lo facevamo andare bene, gli rendevamo le cose facili, altri invece ci sbattevano il muso. Ma per i genitori erano solo opportunità e uscite finite male, non tutti li uccidevo. Sarebbe stato come mettere un cartello al neon sulla mia testa. Ovviamente mi finsi offesa.
"Dai Lilith basta. Non ê una selezione ormai tutti ci odiano. Tra un po i miei mi lasciano fuori di casa!" esclama Gaia
"Avete ragione. Basta" avrei trovato un altro modo, in fondo non era l'unico che usavo e avrei avvicinato molte più persone. "Mi dispiace molto ragazzi" e ci abbracciamo.
"Vieni con noi a mangiare?" chiede Marco
"No scusate ho da studiare"
" Che secchiona! Come è andata in scienze?"
"B!" faccio il gesto con le dita
"Vergognati!!"
"Ma vai a cagare va la." mi lamento io.
"Più tardi! Ciao!"
"Ciao!" e mi avviai. Devo ammettere che gli volevo bene. Non erano cattivi come la gente pensava. Erano completamente fuori di testa e avevano un grande cuore. Se fosse stato per loro quelle stupide prove non sarebbero mai esistite e cercavano sempre di farmele passare tutte. E anche io le odiavo, da quando ne ho passata una per entrare. Ma la sopravvivenza è tutto in certi casi e se fosse stato necessario avrei ucciso anche loro. Senza ripensamenti.
Ero quasi arrivata alla moto quando..
"Lilith ciao" mi giro.
"Ciao Dylan"
"Mi dispiace per Lorel"
"Si dispiace anche a me. È colpa mia lo so. Sono stata davvero perfida, avevo bevuto troppo, non ragionavo..."
"Ehi tranquilla non è colpa tua. Nessuno ci avrebbe mai pensato. Tu invece hai perfino chiesto a Jasper di accompagnarla a casa" cerca di rassicurarmi
"Sei gentile grazie. Avevi bisogno di qualcosa?"
"Si...forse non è esattamente il momento giusto..ma...volevo chiederti se ti andava di uscire" le sue guance sono rosse come quelle di Heidi.
"Si volentieri"
"Bene. Ti chiamo dopo"
"Ma non hai il mio numero"
"Bhe.." e si gratta la testa
Poi ci penso"tuo padre"
"Già"
"OK allora ci sentiamo"
"Certo ciao"
"Ciao" e parto. Se vi state chiedendo perché suo padre abbia il mio numero prima di pensare ad un qualche tradimento verso sua moglie vi dico che mi stava tenendo d'occhio, non pensavo fino à quel punto. Immangino glielo abbia dato mia madre. È l'unica soluzione.
La fortuna inizia a girare, avvicinare Dylan sarà facile, e lui sarà molto utile.
STAI LEGGENDO
SECONDA VITA (con dylan o'brien)
Fanfictionpensate a quello che veramente volete, pensate a quanto sareste disposti a lottare per riaverlo, a quello che sareste disposti a fare. ora immaginate di averlo tra le mani, ancora piú bello e finalmente vero. ecco questo è il paradiso. ora ve lo v...