Guendalina, tu chi sei?

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"Grazie di tutto, davvero." Dissi a le tre ragazze davanti a me che mi avevano riaccompagnata a casa.

Non mi sento molto bene. Tutto quello che ho vissuto questa mattina mi sta tornando alla mente, ma mi focalizzo sul fatto che tra poco rivedrò Pammy.

"Tranquilla, è stato un piacere. Ci vediamo a scuola?"

"Ma certo." Entrai in casa e mi appoggiai contro il muro, scivolando lentamente sul pavimento. Un peso sul petto non mi fa respirare.

"C'è qualcuno in casa?" La voce di Elio mi arrivò alle orecchie dalle scale. Non volevo farmi vedere in questo stato, ma sono troppo distrutta per preoccuparmi di ciò.

"Ah sei tu Guendi. Cosa ti è successo?" Si mise seduto in parte a me e mi passò un braccio intorno alla schiena. Mi sento protetta, ma so benissimo quello che starà per succedere.

Gli racconto tutto senza mai guardarlo in faccia. Mi vergogno molto per avere commesso l'esatto errore che mi aveva detto di non fare.

"Guendi, mi dispiace molto. Non ti meritavi una cosa del genere. Nessuno si meriterebbe di provare un dolore simile." Come può dire una cosa del genere?

"Sono una vera stupida. Elio, tu mi avevi avvisata, ma io non ti ho dato retta. È tutta colpa mia." Un singhiozzo mi sfuggì e, senza pensarci, mi appoggiai alla sua spalla.

"Non pensarlo nemmeno. Sono stato io un egoista del cazzo. Volevo privarti dell'emozione più bella di tutte e solo perchè a me fa tanta paura. Tutte le persone sanno benissimo quanto amare possa fare male, ma non è giusto che se ne privino per timori e preoccupazioni stupide. Sono sicuro che quello che Olivia ti ha fatto provare sono cose indescrivibili. So anche che ti mancheranno come l'aria, ma ricordati che riuscirai ad andare avanti."

"E se non volessi andare avanti? Se, anche dopo essermi fatta male, io volessi rimanere con lei?" Il mio cervello sapeva benissimo che avrei dovuto dimenticarmi di quella ragazza, ma il mio cuore non riusciva a dimenticare. Voleva riprovare tutto di nuovo. Sentire i battiti mancare solo al sentire la sua voce. Voleva impazzire al solo suo tocco. Voleva tutto e lo voleva per sempre.

"Piccola, so che fa male e lo farà per un bel pò. Devi passare attraverso il tuo dolore e non evitarlo. Accetta l'idea che lei sia diventata una parte di te e che l'hai persa. Non posso prevedere il futuro: non so se in futuro potrai riprovare tutte quelle meravigliose sensazioni, ma so che per niente al mondo riuscirai a dimenticarle, ma va bene così, perchè sono proprio queste che ti faranno crescere." Mi prese una mano e mi alzò da terra.

Lo vedo nei suoi occhi che non è tranquillo e che ha molta paura per me, ma lo ringrazio per non avermelo fatto pesare. Sono davvero fortunata ad avere Elio.

Mi stacco dall'abbraccio appena sento qualcuno bussare violentemente sulla porta.

Non può essere lei?

"Elio Tummer, apri questa cazzo di porta!" La voce di Pammy mi fece sorridere immediatamente. Doveva tornare questa sera, ma dopo aver saputo quello che era successo, aveva preso il primo treno disponibile. "Giuro che se non mi fai parlare con Guendalina entro a testate. Conto fino a tre! Uno... due..."

Elio aprì la porta e Pammy entrò di corsa, sbattendo contro il suo petto. "Bravo, ottima scelta." Gli picchiettò una mano sul petto per ringraziarlo, per poi accorgersi della mia presenza e saltarmi al collo.

"Mi sei mancata tanto." Riesco a dirle sottovoce. Non era la prima volta che rimanevamo separate per qualche giorno, ma questa volta è stata davvero dura. Voglio solo stare abbracciata a lei per più tempo possibile.

"Ora io e te parliamo. Poi io vado a spaccare la faccia a quella stronza." Sorrisi schiaffeggiandola debolmente sulla testa. Apprezzo il suo interesse, ma sono ancora troppo scottata per accettare che qualcuno faccia del male a Oli. Son proprio un caso perso.

***
"Mi dispiace tanto di non esserti stata vicina, avrai avuto così tanta paura... che amica di merda!" Pammy si mise la mano sul viso e iniziò a girare intorno alla mia stanza.

"Non scherzare. È giusto che tu passi del tempo con tua madre e non potevi sapere quello che è successo. L'importante è che tu sia qui ora, con me."

Si fermò all'istante, guardandomi sorridente per qualche secondo. Dopo mi abbracciò e mi accarezzò la schiena.

"Sono una vera debole." Risi scoppiando a piangere sulla sua spalla. Non mi ero mai mostrata così vulnerabile con lei, anche se è la mia migliore amica, ho sempre voluto mostrarmi forte.

"Guendalina, tu chi sei?" Si staccò dall'abbraccio fissandomi senza dire una parola. "Sono G." Scosse la testa. "Tu chi sei?"

Non capisco dove voglia arrivare... "Sono G, la tua migliore amica?"

mi prese il viso tra le mani. "G, tu sei la ragazza migliore che io conosca. Sei la più intelligente della scuola; sei la persona più forte del mondo, che si è rialzata anche dopo essere caduta nel pozzo più profondo; tu sei la persona che più di tutte mi ha insegnato a fregarmene di quello che le altre persone possano pensare su di me; tu sei la persona che mi ha insegnato a lottare con i denti per quello che voglio; e tu sei la mia migliore amica e non potrei esserne più fiera."

Come scossa dalle sue parole, tutto tornò improvvisamente più chiaro. Io sono la migliore in tutto e non lo dico io, ma i fatti. Sono sempre stata la migliore e niente e nessuno potrà portarmi via questa cosa.

Devo riprendere in mano la mia vita. Sono fragile, è vero, e non devo vergognarmi per questo. Tuttavia, questo non significa che io non possa mostrarmi forte.

Io sono forte. Lo sono anche grazie alle mie debolezze. Essere fragili, non significa essere deboli. Ora ho capito.

"Grazie Pammy. Non so come farei senza di te." Sempre e per sempre la mia stella polare.

"Ho saputo che alcune ragazze ti hanno aiutata." Il suo respiro si fa più lento. "Devo ringraziarle per averti protetta quando io non ho potuto farlo, ma ora sono qui e puoi contare su di me, lo sai vero?" Sembra incerta...

"Ma certo che lo so, scema! Tu sei e sarai per sempre la mia Pammy. Colei che, mentre precipitavo, mi afferrava la mano e mi portava in salvo. Anche ieri lo hai fatto... mi è bastato pensare a te per sentirmi meglio."

I suoi occhi si sono illuminati e si è voltata leggermente per non farsi vedere il viso. "Sei proprio una puttanella!" Mi spinge in terra, mostrando il suo viso rigato dalle lacrime. "E tu sei una vera deficiente!"

***
POV Olivia:

la testa fa male. Non avrei mai voluto farle del male. Sarebbe stato meglio continuare a farmi torturare, ma non potevo permettere che lei le facesse quella cosa disgustosa. Perdonami Libro.

Marta mi si avvicina e mi appoggia una mano sulla spalla. "Ottimo lavoro. Non credevo che una brutta lesbica come te sarebbe riuscito anche ad essere così stronza."

"Ho fatto quello che volevi, ora non torturarla più ed elimina quelle foto." Sghignazzò leggermente e la presa sulla mia spalla si fece più forte, facendomi male.

"Io non romperò più le palle a quella merda di Guendalina, ma non credere che non te sia finita." Una stretta allo stomaco mi fece piegare in due. "Non erano questi i patti".

"Vuoi che lei sia libera o no? Io la lascerò in pace ed eliminerò tutte le prove che ho per rovinarla, ma tu rimani di mia proprietà. Ma se preferisci non soffrire più, posso sempre pubblicare dappertutto le foto di..." mi staccai dalla sua presa e la guardai. Come può una persona essere così crudele?

"Lasciala in pace, se lo merita..." Abbassai lo sguardo, immaginandomi il suo viso. Ora sarà felice e non dovrà perdere tutto quello per cui ha lavorato sodo.

"Sapevo che avresti fatto la scelta giusta. Ora andiamo, ho voglia di divertirmi un pò."

Perdonami G, spero che tu riesca a superarmi e che sarai felice. Ti amo, per questo ti ho dovuto perdere. Ti amo troppo per vederti rovinata a causa mia.

Il coraggio di amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora