Mi cinge il collo con le sue braccia e tiene attaccate le nostre labbra.
Mi erano mancate molto. Non precisamente le sue labbra, che sono magnifiche. Mi è mancato sentire la mia pelle pizzicare a causa del suo tocco gentile, ma allo stesso tempo potente.
Quando ero nel mio letto e l'unica cosa che volevo fare era rimanere con gli occhi chiusi per tenere in silenzioso il mondo, quel tocco mi mancava come l'aria. Volevo riprovarlo a tutti i costi e questo bisogno quasi fisico mi faceva stare ancora più male, perché sapevo che non l'avrei mai superata.
Sono cosi debole? Era un loop che mi suonava in testa ogni giorno. Come si può essere così deboli e fragili per stare male addirittura per la mancanza di un contatto? Poi ho capito che al cuore non ci si può opporre. Lo devi solo accettare e andare avanti, magari un giorno tornerà a battere come in origine.
"Umh... aspetta". Mi stacco faticosamente dalla sua bocca e mi alzo in piedi. Non così.
"N-non vuoi? Voglio dire, che stupida! Come posso prendere che tu voglia di nuovo anche solo vedermi dopo tutto quello che..." La bacio di nuovo per mettere a freno i suoi malsani pensieri. Un bacio casto, ma molto dolce, che prova a sussurrarle cose che a voce fatico ad esprimere.
"Non potrei mai non volerlo se si tratta di te, ma non voglio qui. Abbiamo passato un brutto periodo e ricominciare in un sudicio spogliatoio non mi sembra la cosa più romantica da fare."
Il suo viso si illumina improvvisamente, come una stella cadente che l'è passata in pieno viso. Mi abbraccia e poi mi trascina fuori, senza lasciar scogliere le nostre mani nemmeno un secondo.
***
Le prime lezioni della mattina sono finite ed è arrivato il momento di pranzare.Ho passato la mattinata in macchina con Oli a parlare di tutto e di niente. Sembrerà stupido, ma quando tieni talmente tanto ad una persona, adori anche sentirla parlare del suo gatto Silvestro che le ha strappato tutti i poster che aveva nella sua cameretta.
"Devo parlare con le altre." Ho un pò d'ansia. Non mi giudicherebbero mai per una cosa del genere, ma si preoccuperanno sicuramente. Voglio solo spiegare a loro tutta la storia senza scenate o scleri.
entriamo nella mensa e troviamo già sedute ad un tavolo le mie quattro amiche, che appena ci vedono insieme si irrigidiscono e scattano in piedi.
"Che cazzo ci fa lei qui?" Pammy non ha proprio freni. La amo, ma dobbiamo migliorare la cosa se non vuole finire in carcere un giorno.
"Devo mandarla via G?" Mi rivolge la parola Alice seriamente.
La mano di Oli stringe forte la mia, come se avesse paura di essere spazzata via da una folata di vento. Ovviamente non poteva aspettarsi che le mie amiche l'avrebbero riaccolta con un bel sorriso sulle labbra.
"Tranquilla Ali, dobbiamo parlare."
Ci sedemmo al tavolo e lasciai a Olivia la parola. Raccontò da capo tutto quello che era successo; dalle minacce ai pestaggi. Avevo i brividi a fior di pelle e lo sguardo basso per il troppo nervoso. Come si può arrivare a tanto? Mi chiedo solo questo.
"Questo è tutto. Capisco che vi ho ferito, tutte quante, e non mi perdonerò mai per una cosa del genere, soprattutto per aver fatto del male ad una persona magnifica come G."
"Porca troia." Sospirò Pammy. "Mi stai dicendo che ho passato settimane intere con solo la voglia di spaccarti il culo per niente? Non hai fatto proprio nulla di cattivo. Che palle ora dovrò picchiare qualcun altro."
Olivia si volta verso di me con uno sguardo sconvolto. Forse avrei dovuto avvisarla della rabbia esplosiva di Pamela.
"Sta scherzando ovviamente. Nessuno alza le mani su nessuno." Sofia cercò di chiarire la situazione. Fa ridere detto da lei, essendo stata la prima a organizzare il piano nominato da lei stessa "fare fuori la troietta bugiarda", ma apprezziamo lo sforzo.

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Il coraggio di amare
Narrativa generaleGuendi è perfetta sotto ogni punto di vista. È la migliore della scuola, è popolare ed è anche bella, ma non è sempre stato così. Ha dovuto lottare con i denti per ottenere tutto ciò; ha dovuto battere i suoi nemici sia quelli a scuola, sia quelli n...