Dovrei odiarti, ma non ci riesco

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"Faremo tardi se non alzi il culo da quel letto!" Pammy mi scopre dal mio piumone e inizia a tirarmi per le gambe. È rimasta a dormire a casa mia a dormire in questi ultimi giorni. Non è mai stato meraviglioso il rapporto con i suoi genitori, ma sembra che da qualche tempo non riescano nemmeno a stare nello stesso posto senza urlarsi contro.

"Daiiiii. Alice sarà già sotto ad aspettarci. Dobbiamo anche passare a prendere le altre."

Le ho fatto conoscere le altre ragazze e hanno legato subito. Ne ero certa, perchè hanno un carattere simile. Avere avuto loro 4 in quest'ultima settimana è stata una vera e propria benedizione.

Mi convinco a svegliarmi e a prepararmi per uscire. Spero di non incrociarla. Sto meglio rispetto al giorno in cui tutto è successo, ma non l'ho comunque superata e non vorrei ricadere in terra.

in effetti, Alice era già posteggiata davanti a casa mia. "Giuro, ancora qualche minuto in più e mi sarei addormentata sul volante." Indossa dei pantaloni che mostrano perfettamente le sue forme e un maglioncino super scollato. Me la sarei fatta di sicuro se non avessi legato così tanto con lei. Ironia della sorte suppongo.

"Scusa, colpa mia e della mia ansia." La vedo abbassare gli occhi e sorridermi leggermente. Le faccio notare che non aveva detto nulla di male, poi mette in moto e passiamo a prendere Sofia e Nadia.

"Ragazze, cosa avete da fare oggi?" Ho un test di fisica che passerò sicuramente con il massimo dei voti, ma prima di tutto, ho lezione di educazione fisica. Preferirei chiudermi in un'aula a tradurre cento versioni di latino piuttosto che correre in un campo da calcio per due ore.

"Io oggi giornata tranquilla: devo solo fallire il test di storia e basta." Pammy è sempre la solita. Potrebbe tranquillamente andare benissimo in tutto, ma preferisce passare per quella simpatica, ma stupida. Non la capisco. "Mi aggiungo! Mi sembra di studiare arabo al posto di algebra."

"Nadia, potevi chiedermi ripetizioni. Sai che per me è un piacere aiutare gli altri. Non farei il tutor altrimenti."

"Lo so G, ma non voglio essere un peso. Hai fin troppi pensieri e non avevo voglia di annoiarti anche con i miei." Mi da un bacio sulla guancia e corre in classe. Questa cosa dobbiamo rivederla meglio: lei non è assolutamente un peso e mi dispiace che possa pensare ciò. Devo farglielo capire in qualche maniera!

"Anche io vado in classe, ho l'ora con la Porsenni." Sofia si portò due dita alla tempia fingendo di spararsi. La capisco molto bene, quella donna sa essere molto pesante.

"Tu cosa devi fare Guendi?" Siamo rimaste solo io e Alice. "Motoria..." Mi interrompo e inizio a fissare il vuoto. So già cosa mi attende e vorrei tanto rompermi una gamba in questo preciso istante.

"So che non è la tua materia preferita, ma percepisco qualcosa di peggio sotto." Mi fanno paura le mie amiche. Sembrano capirmi più di me stessa.

"Nel mio gruppo c'è anche lei. Non ho voglia di vederla in generale e sicuramente non in pantaloncini e canottiera." Mi abbraccia e mi passa una mano tra i capelli.

"Tranquilla. Tu ignorala e vedrai che andrà tutto bene. Se cosi non fosse, scrivici e noi corriamo." La ringrazio e la saluto, mentre inizio a dirigermi verso la palestra.

Vorrei fosse così facile poter ignorare la sua presenza, ma se dovessimo trovarci entrambe in una stanza stracolma di persone, io vedrei solo lei.

***
Decimo giro. Finisco la tabella di allenamento prefissata dal professore e mi dirigo affannando verso una fontanella. Ho il respiro corto e le gambe mi bruciano.

Odio con tutto il mio cuore correre. Tutta quella fatica per nulla e poi il malessere che comporta. Non fa per me. Sono più da copertina e libri da leggere.

Il coraggio di amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora